Nella puntata di lunedì 16 febbraio 2015 di Ulisse – Il piacere della scoperta viene proposto un viaggio nell’antica Roma, nel modo di vivere dei suoi abitanti, attraverso il romanzo “Quo Vadis” scritto nel ‘800 da cui sono stati tratti 4 film, tra cui quello del 1951 considerato un colossal rimasto nella storia di Hollywood. attraverso i protagonisti, Licia e Marco Vinicio, personaggi di fantasia che vivono però un mondo reale e con la loro storia d’amore, che sarà descritta un’epoca reale dove si alternano i grandi personaggi storici. Il periodo è quello in cui si incontrano il mondo romano e la religione cristiana, a partire dal 60 d. C. 30 anni dopo la morte di Cristo. Regna Nerone che è consigliato da Petronio un grande esteta e uomo di grande levatura intellettuale. La storia racconta Nerone come un uomo dalla personalità volubile e instabile, ma chi era davvero? Salì al trono a 16 anni, ricchissimo, potente e con la grande responsabilità di sfamare il suo popolo. Agrippina, sua madre, gli mise accanto un precettore come Seneca, ed è passato alla storia come un uomo che temeva di essere ucciso. Invece fece uccidere suo fratello e sua madre, suicidare Seneca, eliminare la sua prima moglie per sposare la sua amante Poppea e tutti quelli che che ostacolavano il suo cammino. La classe al potere era dominata però dagli intrighi di palazzo.Nerone tuttavia, alla luce delle ultime scoperte, pare avesse a cuore il suo popolo più del potere, era amante della bellezza e aveva un consigliere come Petronio, famoso autore del Satirikon che fu un personaggio reale, ironico e intelligente. Marco Vinicio, nipote di Petronio, viene aiutato dallo zio a conquistare Licia, una prigioniera di guerra, proprietà di Nerone. I due si incontrano nella Domus Transitoria, la casa di Nerone prima della Domus Aurea. La vita di Nerone era oltremodo lussuosa, uno stile il suo rimasto nella storia. Amava il teatro, la poesia, la musica ( suonava la lira, con poco talento però) ma anche l’aspetto macabro, tanto che istituì gli spettacoli della morte.
Nell’antica Oplontis, vicino a Pompei è stata scoperta la villa di Poppea, una delle più belle ville della storia, ottimamente conservata, che oggi si trova immersa nel centro di Torre Annunziata. Copriva 11 mila metri quadrati e fu sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Nella parte riscoperta sono stati riportati alla luce più di 100 ambienti, ed è solo un terzo dell’estensione originale. L’indizio che fa attribuire la proprietà della villa a Poppea è il ritrovamento di una piccola anfora con un’iscrizione che fa a lei riferimento. Probabilmente ha soggiornato anche Nerone e tanti personaggi storici importanti. Le pareti sono riccamente decorate e colorate in modo davvero sorprendente con uno straordinario gioco di prospettive. Nella villa c’erano diversi giardini alcuni dei quali ricostruiti e le stanze da letto hanno gli stucchi quasi intatti considerando che, quando avvenne l’eruzione, la villa aveva già 160 anni.Riccamente decorati anche i vari triclini con motivi riguardanti i cibi
.A Roma invece nella casa di Nerone regna un’atmosfera senza freni inibitori, e Licia viene costretta a diventare schiava di Marco Vinicio. La guardia del corpo di Licia, Ursus, un uomo imponente, era molto diverso dagli uomini romani, alti al massimo 1,65. Gli schiavi si preferivano con un fisico possente per i lavori pesanti. Mentre Licia viene accompagnata alla casa di Marco Vinicio subiscono un’aggressione e Ursus la salva. I servi che la scortavano vengono torturati. A quel tempo Roma aveva già un milione di abitanti e Vinicio temeva di non riuscire più a ritrovare Licia. Chirone che suggerisce a Vinicio e Petronio che la fanciulla verrà ritrovata perché è cristiana, quindi è stata rapita da loro. Per i Romani il cristianesimo è una nuova religione, considerata a quel tempo come una setta, alla stregua di tante altre dell’impero. Erano tutte tollerate a condizione che approvassero l’imperatore come unico sovrano. Tra le varie credenza c’erano quella del culto egiziano di Iside, dell’adorazione di Cibele dalla Frigia, dall’Armenia quella del Dio Mitra. Alcuni culti erano molto cruenti: quello di Cibele per esempio prevedeva l’autoevirazione.
Il Cristianesimo si poneva come una nuova speranza per i più poveri, ma erano disprezzati e considerati responsabili di azioni atroci, usati però come capro espiatorio. “Gli ultimi saranno i primi” è uno dei principi rivoluzionari che caratterizzava le comunità cristiane che avevano creato una fitta rete sociale di protezione. Intanto Marco Vinicio si spinge fino alla periferia della capitale dove si riuniscono i Cristiani, con il primo discepolo di Cristo: Pietro. una delle prime riunioni, le “ecclesiae” ma non esistevano ancora le chiese. Vinicio vuole rapire Licia con l’aiuto di Krotone, un gladiatore ma l’impresa fallisce perché vengono attaccati. Vinicio ferito viene soccorso e curato proprio da Licia e da un medico cristiano. Ne resta molto colpito.A quell’epoca esistevano incredibilmente bravi “chirurghi”con scuole di medicina. Sono stati ritrovati i bisturi, con lame intercambiabili. Le conoscenze erano avanzate per quel tempo e questi oggetti era davvero molto raffinati, costruiti su suggerimento degli stessi medici. Nella casa di un medico (il chirurgo di Rimini) non sono stati però ritrovati strumenti ginecologici. Era anche un farmacista perché preparava le medicine, come dimostrano i ritrovamenti di piccoli contenitori in coccio. La medicina però si mescolava con l’invocazione dell’aiuto agli dei. Nessuno tra i Romani avrebbe pensato di “amare il proprio nemico” ma Vinicio rifiuta di rapire Licia e anzi offre la sua protezione alla piccola comunità di cristiani. Tra i due alla fine sboccia l’amore.
La concezione del sesso per i romani era assolutamente libera e non era considerato qualcosa da disdegnare. Molti erano i “lupanari” una sorta di moderni bordelli e le prostitute erano soprattutto di origine esotica. Esistevano anche i prostituti maschi. Molto diffusi erano anche i rapporti omosessuali, soprattutto tra padroni e servi, ma era considerata depravante l’omosessualità tra due donne.La storia di Vinicio e Licia continua con l’incendio di Roma nel luglio del 64 d.C. Partito dal Circo Massimo, fu favorito dalle case di legno dei poveri, dal vento e dai tendaggi delle case dei ricchi. Le fiamme raggiunsero il centro di Roma e l’incendio fu descritto da Tacito con parole che rendevano bene l’atmosfera apocalittica di Roma in fiamme. Durò 10 giorni e lasciò dietro di se morte e distruzione. Nerone pare si sia messo a cantare un suo brano scritto per l’incendio di Troia, ma secondo la storia invece si diede ad aiutare i romani, in quanto amico della plebe. Si sparse però la voce che fosse stato proprio lui ad appiccare il fuoco, visto il suo carattere sanguinario e fortemente instabile. Ma che motivo aveva di bruciare Roma? Alcuni autori confermano che alcuni emissari ammisero di essere stati mandati da Nerone ad appiccare il fuoco, ma poteva anche essere una giustificazione per essere stati scoperti in flagrante su loro iniziativa personale. I motivi dell’accusa potevano essere che Nerone volesse liberare terreno per costruire la sua immensa Domus Aurea, ma non ci sono prove e nemmeno motivazioni valide, eccetto una sua presunta pazzia.Vinicio trova finalmente Licia e invita la comunità a partire per la Sicilia per salvarli tutti, mettendo a disposizione le sue terre e le sue case: si è convertito e viene battezzato da Pietro.
Nerone è riunito con i suoi collaboratori più stretti e trama contro i cristiani per far ricadere su di loro la responsabilità dell’incendio. Tigellino riesce a catturare Licia e la richiude nel carcere Mamertino in attesa della pena di morte, insieme agli altri cristiani. Tali condanne a morte erano molto cruente ed erano uno “spettacolo”pubblico: venivano dati in pasto a belve feroci, crocefissi lungo le vie, bruciati vivi. Solo per Licia, Nerone organizza uno spettacolo di morte a cui vuole che assista Vinicio ma Ursus la salverà e Vinicio la porterà lontano. Nerone fece uccidere anche Poppea, mentre Petronio si suicidò senza smentire il suo stile, tagliandosi le vene aspettando la morte mentre mangiava e ascoltava musica per non essere ucciso dall’imperare. Lo seguì anche la sua amante.
Nerone finì abbandonato da tutti, solo, dichiarato nemico pubblico e si suicidò aiutato da un servo liberto. Il film termina con l’incontro di Pietro che sta scappando da Roma abbandonando il suo popolo, con Cristo, che va in senso contrario, verso Roma e Pietro gli chiede “Quo vadis Domine?= Dove vai Signore?”. Da qui il titolo del romanzo ma anche del film, che si chiude con il martirio di Pietro, umile pescatore di Galilea, crocifisso a testa in giù nei pressi dove oggi sorge la basilica più importante della cristianità a Roma e a lui dedicata.
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