Michele Santoro replica a Ferrara che gli aveva chiesto di domandare scusa agli italiani per avere sponsorizzato Luigi De Magistris e le sue inchieste archiviate. Anche Ferrara, per Santoro, avrebbe di che scusarsi
«Caro Michele, chiedi scusa agli italiani, hai fatto tanto rumore per nulla. Così, Giuliano Ferrara nella sua Qui Radio Londra si era appellato a Santoro, al compare Santoro, che con le sue trasmissioni aveva sponsorizzato lex pm Luigi De Magistris e i suoi vaneggiamenti su logge massoniche, settori deviati del potere, società segrete a commistioni varie tra politica, business e finanza; inchieste, per lo più, finite archiviate. Ieri, il diretto interessato, nel corso della puntata di Annozero, ha voluto replicare.
E, con un certo sarcasmo, ha così dato inizio alla sua difesa: «Un provvedimento disciplinare, posso anche rischiarlo; ma uno per ogni puntata diventa un po troppo complicato. E se è complicato per me mettere lo spot di Silvio Forever, immaginatevi come può esserlo polemizzare con Giuliano Ferrara. Secondo il conduttore di Annozero, Ferrara lo avrebbe insultato, ma «ci mancherebbe altro, può farlo, così come chiamarlo «compare durante la trasmissione «comodamente, per così dire, assestata dopo il Tg1, si chiama libertà despressione. Se poi Ferrara «non porta nemmeno una dichiarazione per sostenere le sue tesi, beh questo è talento puro. Non si può chiedere agli artisti di giustificarsi, aggiunge Santoro
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Sulla questione oggetto dell’invettiva di Ferrara, poi, spiega: «Quando ci siamo occupati dell’inchiesta di De Magistris l’ho abbiamo fatto perché c’erano centinaia, forse migliaia di ragazzi in piazza a Locri, a Catanzaro e a Potenza i quali sentivano il fatto che si andava a togliere un’inchiesta ad un magistrato» come un indizio del fatto che «da quelle parti la giustizia non funzioni troppo bene». All’epoca, «non sapevamo neanche chi fossero Luigi De Magistris e Clementina Forleo. E’ che quando nascono storie nuove nascono anche personaggi nuovi».
Il giornalista, poi, azzarda un paragone per assurdo, e fa presente che se lui deve chiedere scusa, «il giorno in cui è stato condannato Previti per corruzione» sarebbe dovuto andare in tv e chiedere a Ferrara e Berlusconi di «andare in ginocchio a Montevergine». Dice di non averlo fatto perché si sarebbe detto: “Manca il contradditorio”. Una chiara stoccata al conduttore di Radio Londra che, per i 5 minuti della durata del suo editoriale, non ha, in effetti contradditorio alcuno. L’attacco finale: «Vedi Giuliano, quando faccio qualcosa io dietro di me non ho l’ombra dell’Unione Sovietica, di Craxi, di Berlusconi, del Vaticano e nemmeno della Cia, faccio qualcosa, mi assumo la responsabilità racconto una storia, e devo sempre, ovviamente, raccontare come va a finire».
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