Dopo limprovvisa scomparsa della madre, la cinquantenne Anne, divorziata con figli adolescenti, decide di lasciarsi alle spalle la grigia esistenza in una cittadina estone per volare a Parigi, città finora solo sognata, dove ha accettato lincarico di badante della ricca Frida, unanziana signora emigrata dallEstonia in giovane età. Il film A lady in Paris si snoda intorno al rapporto tra le due donne, dapprima massimamente conflittuale e gradualmente sempre più complice, e al confronto tra due caratteri che non potrebbero essere più distanti: Anne è remissiva e ingenua, si intuisce che ha passato gran parte della sua vita ad assecondare le esigenze degli altri, reprimendo la propria individualità. Frida, al contrario, è una tigre che ha ampiamente ruggito nei suoi anni migliori, una seduttrice, personalità fortissima che rifiuta il decadimento e la malattia.
La spaesata Anne arriva a Parigi credendo di trovare nella donna unalleata, date le origini comuni, ma imparerà che la provenienza geografica poco conta se la natura e il tessuto sociale sono lontanissimi: lintrattabile Frida, oltre a rifiutare qualsiasi aiuto, disprezza le tradizioni a cui Anne è tanto legata e si considera una parigina a tutti gli effetti. Come in ogni racconto basato sugli opposti, le due giungeranno a un difficile equilibrio, in cui gioca un ruolo fondamentale la figura di Stéphane, in passato giovane amante di Frida e oggetto della pudica simpatia di Anne.
Con occhio discreto e affettuoso, il regista Ilmar Raag tratteggia attraverso tocchi delicati ma incisivi una storia sulle esperienze che ti cambiano radicalmente. Lispirazione proviene dalla madre del regista estone a cui capitò una vicenda analoga a quella della protagonista Anne, di cui viene seguito con partecipazione il percorso verso una consapevolezza totalmente nuova.
Partendo dal confronto con il diverso e la difficoltà di comunicare, che costituiscono la base narrativa del racconto, Raag intreccia vicende quotidiane che non hanno nulla di spettacolare con grandi temi come l’invecchiamento e la morte, il rimpianto e la solitudine, il coraggio di cambiare e l’amore per la vita. A farla da padrona è poi l’interpretazione di un’attrice immortale come Jeanne Moreau.
Terza protagonista. insieme alle due donne è Parigi, non quella vera dei parigini, ma una città quasi da cartolina che scopriamo nella sua magnificenza attraverso gli occhi attoniti della protagonista. Il film è consigliato a chi ama le piccole storie dal ritmo dilatato, fatte più di dialoghi, sguardi e silenzi che di azione, e i personaggi che restano impressi.