Questa sera alle 21.00 Iris trasmette ‘Amarcord’, una commedia del 1974 nata dala collaborazione tra Francia ed Italia ed interpretata dalla bella Magali Noèl. La trama racconta della Roma tipica degli anni ’30 vista attraverso gli occhi di un giovane adolescente interessato a tutto: alle adunate fasciste, agli scherzi goliardici, le prime esperienze sessuali con donne esperte come la affascinante Gradisca. Ecco il trailer del film.
-In ‘Amarcord’, in onda oggi in prima serata su Iris, compare un piccolo attore d’eccezione: il giovanissimo Eros Ramazzotti che, molti anni dopo, diventerà uno dei più famosi cantanti italiani. Inoltre, il film ha vinto numerosissimi premi anche molto prestigiosi come l’Oscar (ben tre, come migliore film straniero, come miglior regista e come migliore sceneggiatura), il Golden Globe, il David di Donatello, il Nastro d’Argento.
Amarcord, in onda oggi alle 21.00 su Iris, è un film del grandissimo regista Federico Fellini girato nel 1973. La pellicola è stata presentata fuori concorso nel 1974 al Festival del Cinema di Cannes ed è considerato uno dei capolavori del cinema italiano. La sceneggiatura è dello stesso Fellini che ha scritto la storia con l’aiuto di Tonino Guerra. Il termine ‘amarcord’ è entrato nel linguaggio comune con il significato di ricordo proprio grazie alla notorietà del film. In realtà l’espressione è la contrazione di m’arcord, un’espressione dialettale che vuol dire proprio ‘io mi ricordo’. Protagonisti di questo indimenticabile film sono Bruno Zanin, Armando Brancia, Pupella Maggio, Ciccio Ingrassia, Giuseppe Inanigro, Alvaro Vitali. Per stessa ammissione del regista, si tratta della sua pellicola più autobiografica.
La storia è ambientata nel 1932 e racconta le vicende degli abitanti di un quartiere della Rimini più popolare, così come era nitida nei ricordi di Federico Fellini. Fra gli abitanti del borgo ci sono tutte quelle che possono essere definite le figure più retoriche della commedia italiana: il parroco, il sindaco, la donna di facili costumi, i fascisti e gli antifascisti, il conte di Lovignano, l’avvocato, la tabaccaia. Su tutti spiccano i giovani del borgo con i loro sogni, le paure, le speranze. Fra questi si distingue il piccolo Titta che, con tutta la sua famiglia, farà da filo conduttore alle vicende degli abitanti del borgo. La famiglia di Titta è una presenza ingombrante nella vita del ragazzino: il padre litiga in continuazione con la mamma – troppo orgogliosa e incattivita per riconoscere di amare ancora il marito – lo zio pazzo e quello che, invece, vive alle spalle di tutta la famiglia, il nonno che vuole godersi la vita fino in fondo.
Raccontando gli episodi della vita di Titta che dall’adolescenza lo condurranno all’età adulta, Fellini racconta la storia di un pezzo di Italia che vive un periodo di grossa transizione, attraversando la guerra e soprattutto, cosa ben più dura e difficile, la ricrescita dopo la distruzione. Sullo sfondo, la corsa d’auto Millemiglia che sembra essere l’unica ragione di vita di molti protagonisti del film. Chiara l’assonanza fra le vicende di Titta e la vita del giovane Fellini che proprio dagli anni della guerra trasse le più grandi ispirazioni per molti dei suoi capolavori cinematografici.