Ieri sera è andata in onda su Rai Tre una nuova puntata di Report, il programma di approfondimento giornalistico condotto da Milena Gabanelli: vediamo di cosa si è parlato. E’ stato il servizio Startup stories, realizzato da Michele Buono, ad aprire la trasmissione, parlando di un argomento che sta cominciando ad essere familiare anche in Italia: si tratta del crowfunding, quel metodo di finanziare un progetto magari non ancora realizzato contribuendo anche soltanto con una minima cifra di denaro. Gli Stati Uniti sembrano essere stati pionieri nell’ambito di questa nuova forma di finanziamento, come ad esempio è avvenuto nell’area di San Francisco, teatro di un boom economico senza precedenti che sta creando molto lavoro e sta consentendo la crescita dei salari. In questo scenario viene ad inserirsi anche la storia dell’italiano Adriano Farano, che da Cava de’ Tirreni è arrivato a Stanford in qualità di ricercatore e che ha dato il via a Watchup, un progetto che integra contenuti televisivi e carta stampata, partito proprio grazie al crowfunding che poi ha consentito anche a Microsoft e Google di investire nel progetto che oggi dà lavoro a molti ingegneri e sviluppatori di software. Si può dunque iniziare un’impresa anche senza avere denaro, come è avvenuto a Justin Butler, inventore di Misfit Shine, un semplice dischetto di metallo in grado di prendere nota di tutte le attività svolte da una persona, consentendo poi di scaricarli su smartphone ed effettuare delle statistiche. Butler ha raccontato di aver costruito un prototipo e di aver caricato un video col funzionamento del prodotto su una piattaforma di crowfunding, e che con questo metodo è riuscito ad ottenere ordinazioni da ben 30 paesi e ha visto l’impresa espandersi in maniera incredibile. Parla anche Jason Best, docente di ingegneria gestionale all’Università di Berkeley, che assieme a due amici imprenditori ha studiato una legge per regolamentare il crowfunding ottenendo poi la firma della stessa da parte di Barack Obama, e che oggi è diventato docente di crowfunding presso l’Università di Berkeley. Anche in Italia è avvenuta una cosa simile: è il caso di Cantiere Savona, che coi finanziamenti dal basso ha ottenuto i fondi per costruire la prima barca a vela solare. Nel nostro paese, però, soltanto tre progetti sono decollati, a causa di rigidi paletti che obbligano a passare prima dalle banche e pongono dei limiti alle cifre che possono essere donate. Il crowfunding abbatte anche le barriere d’età, come è avvenuto per Jacopo Maranghi, che ha innovato un prodotto come il lucchetto studiando un kit che consente di mettere al sicuro oggetti fisici e non, ma anche quella di Giovanni Grieco, Marco Rizzuto e Andrea Celani, tre studenti del Politecnico di Milano che hanno messo in piedi Fab Totum, un impresa che realizza una vera e propria fabbrica in miniatura (e portatile) attraverso la tecnologia della stampa in 3D, che perciò consente di riprodurre gli oggetti potendo scegliere anche tra una vasta gamma di materiali. La loro idea è decollata grazie allo sbarco sulla piattaforma di crowfunding IndieGoGo, che ha consentito loro di trovare quei fondi che gli erano stati negati da diverse banche, che non hanno creduto nella loro idea. Al contrario di ciò che sta avvenendo in Italia, Berlino sta diventando il regno europeo del crowfunding: lo sa bene Luca Talarico, ingegnere calabrese che si è inventato School Raising, piattaforma di crowfunding che consente di finanziare i progetti delle scuole, ma anche tantissimi giovani provenienti da tutta Europa che stanno scegliendo la città tedesca per realizzare le proprie idee. Il crowfunding è arrivato persino a Scampia, dove tre ragazzi, cugini di un ragazzo ucciso dalla camorra per una tragica fatalità, hanno avuto modo di far pubblicare un libro che trae spunto dalla drammatica esperienza che li ha colpiti, e sono arrivati anche a mettere in piedi una casa editrice il cui catalogo si arricchisce sempre di più. Ma è meritevole di menzione anche un progetto dell’Università di Parma, che è riuscita a realizzare auto senza guidatore, e i tanti progetti ad alta tecnologia del Politecnico di Torino. Purtroppo, però, in Italia c’è ancora molto da fare per esplorare questa nuova frontiera, anche se in teoria il denaro per iniziare ci sarebbe, avendo a disposizione i fondi strutturali dell’unione Europea: il problema è ch non si investe nella formazione e nelle nuove tecnologie. Nella seconda inchiesta, realizzata da Giorgio Mottola e intitolata La zingara, si parla invece delle nomine dei dirigenti esterni della regione Lazio, dove i bandi sembrano essere scritti ad hoc per attribuire le varie cariche a determinate persone che, inoltre, cominciano ad esercitare le loro funzioni ancora prima che si svolgano i concorsi, di cui quindi si conoscono in anticipo i vincitori. Giorgio Mottola va dunque a chiedere spiegazioni a Nicola Zingaretti, il presidente della regione Lazio, che respinge le accuse riferendo al giornalista che, invece, le procedure sono estremamente scrupolose, al contrario di quanto affermato da una dirigente della regione, che denuncia alcune stranezze nelle procedure di assunzione. Il programma si conclude con le anticipazioni della puntata prossima, in cui si parlerà di coltivazioni biologiche, stranezze e ambiguità: sarà davvero tutto biologico ciò che viene definito tale, dal settore dell’alimentazione a quello del make up? Vedremo come districarci nella giungla delle varie diciture riportate sui prodotti, per capire se davvero quando leggiamo il termine “bio” sulla confezione di un prodotto possiamo stare certi che sia sinonimo di biologico.