La puntata di ieri, 16 Ottobre 2011, di Presadiretta è dedicata alla macchina del fango ed è curata da Alessandro Sortino. Si apre con il primo caso dell’estate 2009, il caso Boffo, il direttore dell’Avvenire che aveva espresso critiche sulla vita privata di Berlusconi, che si ritrova diffamato sulle pagine de Il Giornale, allora diretto da Vittorio Feltri. Il “metodo Boffo” è diventato sinonimo di un’ attività di dossieraggio che da allora dilagherà sulla scena politica italiana. Sortino si reca alla festa della pizza a Pontecagnano per parlare con il sindaco Ernesto Sica. Questi avrebbe predisposto un dossier per screditare Caldoro, Presidente della Regione Campania, in modo da candidarsi al suo posto. Sica, interrogato sulla vicenda risponde che si era trattato solo di una relazione di indebolimento.
Sortino, poi, si reca nel Veneto per fare qualche domanda sui dossier interni alla Lega. Pare che il principale bersaglio dei dissidi sia Renzo Bossi. Ennio Moretti non è stato ricandidato alle ultime elezioni regionali a causa di un dossier che è circolato all’interno della stessa Lega. Lui è un imprenditore e pare che il dossier affermasse che era stato protestato. Secondo alcune ipotesi i candidati più forti, tra cui lui, avrebbero dato fastidio alla possibile vittoria del Trota. Monica Rizzi, assessore allo Sport della Regione Lombardia pare c’entri qualcosa con questi dossier, e la campagna per l’elezione del figlio di Bossi era stata affidata a lei, vicina alla famiglia Bossi. La Rizzi, intervistata da Sortino, smentisce tutto. Pare che per la costruzione di questi dossier si sia ricorsi ad un illegittimo accesso a banche dati delle forze dell’ordine.
La successione alla guida della Lega smuove tutto questo. La trasparenza del dibattito politico sarebbe l’anima della democrazia, sottolinea in studio Riccardo Iacona. La narrazione prosegue con la decisione presa dal Parlamento circa l’arresto dell’Onorevole Alfonso Papa, accusato di concussione e rivelazione di segreto istruttorio dalla Procura di Napoli. La Lega si spacca in quell’occasione e i maroniani votano per l’arresto.
Papa avrebbe costituito un’associazione a delinquere che si occupava di acquisire notizie riservate riguardanti i vertici dello Stato, che poi venivano usate per esercitare pressioni. Sortino si reca a Sparanise nel casertano dove un imprenditore Gallo ha costruito una centrale elettrica. Pare che Papa esercitasse delle pressioni su di lui. L’imprenditore chiarisce che chi controlla l’informazione ha tutto in suo potere. Nel suo caso, gli investitori svizzeri che avevano finanziato la costruzione di quella centrale elettrica, avevano intenzione di costruirne un’altra nel salernitano, ma avevano rinunciato a causa di quell’indagine. Sortino intervista Tavaroli, uomo della sicurezza di Telecom, arrestato con l’accusa di aver raccolto informazioni per la costruzione di dossier.
Lui dice che quello era il suo lavoro, anche se non aveva mai diffuso quelle informazioni, nè tantomeno aveva mai ricattato qualcuno. Lui doveva difendere Tronchetti Provera dagli attacchi degli ambienti romani, per intenderci da persone come Bisignani e Milanese. Esistono, secondo Tavaroli, molti organismi di mediazione non istituzionali, e questo equivale a conoscere la mappa del potere. Le nostre decisioni politiche sarebbero prese, quindi, con l’influenza di gente come Bisignani.
Quest’ultimo viene individuato come il punto di contatto tra il potere e l’informazione, che avveniva attraverso il sito internet Dagospia. Sortino si dirige allora ad una festa romana dove sono presenti molti vip. Qui la classe dirigente, in barba alla crisi, festeggia con i soldi pubblici, in quanto la festa è per la promozione turistica della Regione Marche.
Intervista, quindi, Roberto D’Agostino, che afferma di non guadagnare niente da quel sito. Viene ricordato lo scandalo dei tabloid inglesi e, in particolare, della rivista “News of the World”, che usava intercettare illegalmente i vip. Hugh Grant aveva fatto venire alla luce questa vicenda di violazione della privacy. Da noi, in Italia, Berlusconi è il proprietario del principale giornale di gossip. Siamo in presenza di un reale conflitto di interessi. Sortino, per approfondire quanto questi aspetti legati anche al mondo del gossip influiscano sulla vita politica intervista tutta una serie di paparazzi e li segue durante il loro lavoro.
Uno di questi è Max Scarfone, il paparazzo del caso Sircana, il portavoce di Prodi, tra i personaggi coinvolti anche in quello che è stato forse il caso più clamoroso degli ultimi anni, quello di Pietro Marrazzo. Intervista inoltre l’immancabile Fabrizio Corona e Maurizio Sorge.
Tutti concordano su un punto che oggi l’informazione passa come prima cosa nelle mani di “Chi”, e del suo direttore Signorini, il quale di questi tempi è l’unico disposto a pagare per alcuni servizi. Anche nei casi in cui non compra, di fatto visiona il materiale, quindi, egli è a conoscenza di tutto. Infine, Sortino va in Puglia ad intervistare una trans, Manila Gorio, amica della Daddario, che è diventata una manager dei vip minori, una sorta di Lele Mora pugliese.
Manila conferma di aver avuto una relazione con un importante politico, ma dice di non essere a conoscenza di foto che li ritraggano insieme. Pare, invece, che la Gorio abbia chiamato lei stessa il fotografo quando doveva incontrare Italo Bocchino per farsi rilasciare un’intervista. Che ci si trovi di nuovo di fronte alla macchina del fango? Bocchino chiude il servizio di Sortino affermando che a scanso di equivoci lui da oggi in poi la sera non esce, specie dopo che ha fatto l’errore di farsi fotografare in compagnia della Began.