La potenza di Internet, la facilità nei contatti e tanta disinvoltura. E’ questo il mondo delle cosiddette Lolite 2.0, giovanissime ragazzine (dai 12 ai 14 anni) abili adescatrici in Rete. Tra una risatina maliziosa e laltra raccontano come su diversi siti online contattano o vengono contattate da altri utenti, anche più grandi, in cerca di sesso (Se ti do 2 mila euro passi una notte con me”, ha proposto ad esempio uno di loro). Le telecamere di Lucignolo 2.0, la cui prima puntata è andata in onda ieri sera su Italia Uno, riportano il racconto di un ragazzo di 16 anni, contattato da queste provocanti coetanee che gli inviano foto senza veli. Linviato del programma Mediaset prova allora a fare un tentativo e nel giro di pochi secondi si ritrova una ragazzina che gli propone del “cyber sex” via webcam. Cosa si cela dietro a tutto questo? Il bisogno di mettersi in mostra, attirare lattenzione? Perché ragazze così giovani si concedono ogni libertà facendo incontri anche pericolosi, tra foto hard e sesso a pagamento? Lo abbiamo chiesto allo psichiatra Alessandro Meluzzi: “In una società in cui si è totalmente disabituati, in tutti gli ambiti e in tutte le età, alla cultura della sacralità della vita e del corpo, non vedo come a un certo punto queste persone in fase di sviluppo non abbiano la tentazione che il corpo diventi (anziché il tempio del sé) un mercato di scambio, con forme striscianti di prostituzione”. Non avendo alle spalle “la costruzione di alcun presidio educativo solido in merito, né a livello familiare né educativo né mediatico”, conclude Meluzzi, questa pratica diventa “una forma di esibizionismo volto a ottenere patologicamente quellamore di se attraverso laltro”.