La puntata di domenica 24 marzo 2013 della trasmissione di approfondimento e di indagine giornalistica, PresaDiretta, condotta da Riccardo Iacona è intitolata La meglio sanità. Come si può facilmente intuire dal titolo, nel corso della trasmissione viene posto laccento sullo stato della sistema sanitario pubblico che, sia da un punto dellefficienza del servizio ai cittadini che negli spaventosi costi che esso produce ogni anno, è da riformare ampiamente. La puntata parte con un servizio realizzato in Calabria, nel quale viene intervista una ragazza poco più che ventenne, Annalisa, che è stata costretta a vivere suo malgrado un vero e proprio dramma davanti ai suoi occhi. Sua madre di 44 anni, Lauretta Pugliese, nel 2011 si era sottoposta a un intervento chirurgico piuttosto banale presso un ospedale di Reggio Calabria. Lintervento aveva centrato lobiettivo per cui era stato effettuato, ma qualcosa incomincia a non quadrare nel dopo e per lesattezza Annalisa vedeva che, nonostante il passare del tempo, sua madre ancora non accennava a svegliarsi dallanestesia. Annalisa allarmata da ciò chiama una prima volta gli infermieri chiedendo spiegazioni in merito e soprattutto che controllassero la situazione: loro cercano di rassicurarla facendo presente come sia del tutto naturale. Nel frattempo Annalisa rimane vicina al letto della madre tenendole la mano e notando a un certo punto come lei tenti di aprire gli occhi senza però non riuscirci. La figlia intuendo il problema, si rende conto che il battito cardiaco della madre è completamente assente e quindi richiede nuovamente lintervento degli infermieri presenti nella struttura. Ancora una volta tentano di rassicurarla dipingendo come il tutto sia di normale decorso post intervento. Tuttavia qualche minuto più tardi arrivano di corsa un paio di medici che tentano di rianimare Lauretta con un disperato tentativo di respirazione bocca a bocca e contemporaneo massaggio cardiaco. A questo punto immediatamente Annalisa ha la forza di prendere il cellulare e denunciare quanto stava accadendo al commando dei Carabinieri. Come racconta la stessa Annalisa, dopo che i medici si rendono conto di non esserci più nulla da fare, invitano quanto prima la stessa ragazza nel vestire la madre per portarla fuori dallospedale. Annalisa, invece, con straordinaria forza danimo blocca il tutto facendo presente come abbia già denunciato laccaduto alle forze dellordine. Come spiega durante il servizio lavvocato che sta tutelando i diritti di Annalisa e della povera madre deceduta, dalle analisi è apparso evidente come il motivo della morte sia da attribuirsi a un clamoroso errore del medico anestesista che ha immesso nellorganismo di Lauretta una quantità più che doppia di anestetico rispetto a quella giusta
Iacono sottolinea che uno dei principali problemi del sistema sanitario è il clientelismo politico. I politici, pur di ottenere un proprio tornaconto personale che può essere anche rintracciato in un determinato numeri di voti, fanno in modo che vengano assunti medici che non sono in grado di fare in maniera ottimale il proprio mestiere. Questo inevitabilmente si riversa sui cittadini che spesso sono vittime di episodi di malasanità. Iacona ricorda come un altro grande problema è che dal punto di vista finanziario ci sono Regioni concretamente in uno stato di forte difficoltà. Cè in merito un recente rapporto nel quale si evidenzia che sono soltanto 7 le Regioni cosiddette virtuose, come Lombardia ed Emilia Romagna, che hanno i conti a posto. Ce ne sono altre 11 in cui la situazione è meno buona ma tutto sommato ancora accettabile, mentre ce ne sono tre (nello specifico Lazio, Campania e Calabria) che palesano dei buchi di bilancio di diversi miliardi di euro. La cosa incredibile è che nonostante si spenda di più rispetto ad altre Regioni, il livello del servizio è molto più scadente.
Viene quindi mandato in onda un altro servizio nel corso del quale viene mostrato qual è la situazione in Calabria. Si parte dal caso della morte della diciassettenne Federica Monteleone, che per via di un black-out durante un intervento di routine presso lospedale di Vibo ha perso la vita per morte cerebrale. I genitori, i parenti e gli amici attoniti non riuscivano a credere a quello che era successo. Come sottolineano gli stessi genitori, non solo le strutture non sono attrezzate ma anche il personale presente al momento del fatto non è stato in grado di far fronte allemergenza. Questo avvenne nel 2007 e sembrava che ci potesse essere una svolta: lospedale pareva destinato alla chiusura e quanti furono responsabili dellaccaduto allontanati per sempre dalle strutture mediche. Purtroppo non è così visto che si ripeteranno altri casi, nello stesso ospedale e con lo stesso anestesista. Insomma, non cè alcuna intenzione di cambiare le cose.
Nello stesso servizio si pone poi l’accento sugli sprechi. In Calabria ci sono la bellezza di 44 ospedali pubblici più altri cinque che dovrebbero essere costruiti. Gli ospedali non solo sono disposti logisticamente in maniera clamorosamente ed evidentemente sbagliata (ce ne sono alcuni dove il personale non avendo un grande bacino di pazienti passa giornate a fumare sigarette, leggere giornali e cose simili), ma sono inefficienti. Infatti, non c’è un solo ospedale in grado di far fronte a qualsiasi evenienza in quanto mancano apparecchiature per effettuare una determinate analisi e via dicendo. Basti pensare che soltanto dal 2008 c’è la possibilità in Calabria di fare la TAC e in una sola struttura.
Il discorso poi si sposta in maniera più generalizzata con un sociologo specializzato nell’ambito sanitario, con il quale viene posto in primo piano il ruolo che dovrebbe avere per la popolazione il servizio sanitario. Si pone l’accento sul fatto che è clamorosamente in aumento il numero di morti nei Pronto Soccorso, nonostante questi dovrebbero avere soltanto la funzione di stabilizzare il paziente e dislocarlo presso il reparto dove sarà possibile curarlo al meglio. Inoltre, si chiarisce come sia sbagliato fare tagli netti al sistema magari togliendo posti letto come sta accadendo in Lazio, facendo sì che si creino situazioni di assoluta emergenza come del resto sottolineano alcune foto che sono state inviate da un anonimo alla redazione e che fanno vedere come molti pazienti vengono sistemati nei corridoi su letti occasionali.