Questa sera, lunedì 29 luglio, va in onda su Rai Uno la replica di Tocco d’artista, episodio della fortunata serie dedicata a Il commissario Montalbano. L’episodio è il sesto dell’intera serie e il secondo della terza stagione, ed è stato trasmesso per la prima volta in televisione il 16 maggio 2001. “Tocco d’artista” è tratto dall’omonimo racconto di Andrea Cammileri in Un mese con Montalbano. Di prima mattina il commissario Montalbano (Luca Zingaretti) riceve la telefonata di Catarella (Angelo Russo) che gli annuncia che Alberto La Russa, orafo per passione, si è suicidato nel proprio laboratorio all’interno della sua casa, e sul luogo si trova Galluzzo (Davide Lo Verde). L’uomo è stato trovato fulminato sulla sua sedia a rotelle trasformata in sedia elettrica. Nella stessa notte l’elettricista Ignazio Cucchiara viene trovato assassinato con sei colpi di pistola a Vigata, e del caso si occupa Mimì Augello (Cesare Bocci), mentre Montalbano indaga sulla morte di La Russa.
Parlando prima con l’amica Anna Tropeano (Maria Bianca D’Amato) che ha trovato il cadavere, poi con la donna delle pulizie di La Russa, Maria Antonietta Vullo, il commissario scopre che l’uomo era disabile da circa trent’anni per una caduta da cavallo. Inizialmente si pensa a un suicidio, ma quando Filippo Alaimo, un contadino vicino di Alberto, che soffrendo d’insonnia testimonia di aver visto la notte della morte un’auto andarsene dalla casa del fatto, il commissario chiede al giudice Lo Bianco (Pippo Montalbano) un altro giorno per le indagini. Grazie a una nuova perquisizione della casa, Montalbano trova un album di fotografie in cui la metà è stata strappata, una pistola e un testamento olografo, il cui unico beneficiario è Giacomo La Russa (Luigi Maria Burruano), fratello della vittima. Alberto faceva risalire al fratello Giacomo la causa dell’incidente che lo aveva paralizzato, quando entrambi erano innamorati della stessa donna. I due fratelli avevano riallacciato da poco i rapporti.
Giacomo, unico erede della fortuna del fratello, viene arrestato con l’accusa di omicidio, pur dichiarandosi innocente. Ma il commissario non è del tutto convinto, anche se a lui è attribuita l’auto che andava via dall’abitazione di Alberto la notte dell’omocidio
Dopo aver fatto analizzare il testamento da un perito calligrafico, Montalbano scopre che questo è falso. Poco dopo una testimone, Angela Bonocore, afferma di aver ascoltato un litigio violento provenire dalla casa di La Russa; ulteriore conferma viene dall’amica Anna che riporta la notizia della zia che aveva visto un’auto scura entrare poco prima delle due di notte nella casa del vicino. Il commissario continua a indagare, ma la verità sarà molto più complessa di quello che appare.