andata in onda ieri sera, martedì 15 ottobre, la quinta puntata del programma di cronaca Linea Gialla, condotto da Salvo Sottile su La7. Diversi servizi di approfondimento sono stati dedicati ad alcuni dei casi di cronaca più seguiti del momento. Si è parlato in particolare del caso di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati per il delitto di Erba, e della scomparsa di Roberta Ragusa. Il primo servizio è stato dedicato proprio al delitto di Erba. I due coniugi Rosa e Olindo Romano in un primo momento confessarono e dichiararono la loro colpevolezza, per poi ritrattare tutto. La sentenza di condanna all’ergastolo arrivò comunque per i coniugi Romano, ritenuti dai giudici colpevoli della strage. Ma ecco che oggi spunta l’ipotesi che a compiere l’omicidio possa essere stata una banda di professionisti e si parla di una possibile riapertura del processo. A dirlo è stato Azuz, marito e padre delle vittime della strage, che oggi non crede più alla responsabilità di Rosa e Olindo. L’avvocato della famiglia Castagna, ospite in studio, ha dichiarato però che a suo giudizio quelle di Azuz sarebbero delle semplici illazioni. L’inviata di Linea Gialla si è recata anche presso il condominio in cui vivevano le famiglie Romano e Castagna. A distanza di 7 anni sono cambiate molte cose, molti condomini sono nuovi e i testimoni che allora videro qualcosa non hanno alcuna voglia di parlarne. Una donna ha raccontato però dei continui litigi tra Olindo e Rosa e delle fobie di quest’ultima. Margherita, un’altra vicina di casa, ha spiegato invece che capitava a volte che Rosa avesse dei comportamenti provocatori, ma non era una persona violenta.
Lasciata da parte la strage di Erba, Salvo Sottile ha spostato l’attenzione sull’omicidio di Yara Gambirasio, per approfondire la storia del pedofilo Lorenzo, quell’uomo che rubò un profilo su Facebook inserendo anche foto di Yara e sul quale ora occorre necessariamente fare luce. Perché le indagini possano andare avanti al meglio è necessaria la collaborazione di chiunque possa sapere qualcosa. Adesso si attende che Lorenzo venga individuato dalla polizia e che il suo DNA possa essere dunque comparato con quello di cui sono in possesso gli inquirenti. Del resto, il fatto che l’assassino di Yara sia probabilmente un uomo è qualcosa a cui si pensava già da tempo. Alla psichiatra Sarah Viola è stato chiesto di spiegare cosa passa nella mente del pedofilo che cerca di adescare un bambino. Spesso il suo comportamento è legato al tipo di reazione della vittima e non si può neanche escludere che forse Yara non dovesse morire nel piano iniziale del su carnefice. Ma riguardo all’omicidio della ragazza le piste che negli ultimi anni sono state seguite sono davvero molte. Una delle principali è stata quella del cantiere di Mapello. Le ferite sul corpo di Yara sono state infatti inferte da un coltellino di cantiere e tanti altri piccoli elementi rimandano a quel luogo, dove tra l’altro i cani molecolari fiutarono fin dai primi giorni le tracce di Yara. Altro elemento fondamentale è la vicinanza tra la discoteca e il luogo in cui il corpo di Yara è stato rinvenuto.
Venendo al caso di Roberta Ragusa, in esclusiva per Linea Gialla ha parlato ieri sera un supertestimone, Filippo Campisi, che di mestiere fa il vigile del fuoco e che ha dichiarato di aver visto Roberta salire su un Suv la notte della sua scomparsa, in via Dini, cioè proprio davanti a casa Logli. L’uomo, che passava di lì per caso, ha detto di aver visto uscire una donna in vestaglia dal cancelletto dell’abitazione e di averla poi vista salire sul fuoristrada di corsa, come per non farsi vedere. Si trattava di una sera di gennaio ma Filippo non ricorda il giorno con esattezza e dice che non saprebbe neanche riconoscere quell’uomo che caricò in macchina la donna. Questa importante testimonianza aprirebbe dunque nuovi scenari sulla sparizione della povera Roberta e la procura sta prendendo seriamente in considerazione le parole dell’uomo.
Un’amica stretta intanto ha raccontato di come Roberta Ragusa si era innamorata da giovane di Antonio Logli, che poi sarebbe divenuto suo marito, perché lui la faceva ridere, eppure lo stesso uomo adesso è indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere. L’amica non vuole credere che Antonio possa in qualche modo aver fatto del male alla moglie. C’è poi un altro supertestimone, Loris, che ha parlato di una foto che Logli sarebbe andato a mostrargli la mattina dopo la scomparsa di Roberta. A Gello gli amici di Roberta e Antonio hanno difficoltà a rilasciare dichiarazioni, perché temono che le loro parole possano essere usate contro persone conosciute. A queste difficoltà si aggiunge il problema che tra le testimonianze dei diversi testimoni sono emerse delle discrepanze. Allora si deve pensare che qualcuno non sia attendibile? L’avvocato della famiglia Ragusa, però, ha fatto notare come in casi di questo tipo ogni testimone venga vagliato attentamente e non sarebbe corretto, a suo giudizio, non prenderli in considerazione magari solo sulla base del loro passato. Secondo la psichiatra Viola, occorre cercare di conoscere meglio questa donna per provare davvero a fare luce sulla sua scomparsa. Si è detto ad esempio che Roberta aveva intenzione di piantare dei fiori e aveva in programma tutto questo proprio per il giorno successivo alla sua sparizione da casa. Di certo una persona che sta progettando di andare via non fa progetti di questo tipo.