Tra ospitate alla Casa Bianca (nelle recenti festività pasquali), apparizioni allOprah Winfrey Show (il 7 aprile) e annunci di camei di volti noti del panorama cinematografico e televisivo, la febbre per Glee cresce di giorno in giorno. Per lo meno in America, dove la serie sta per ripartire con gli ultimi episodi della prima stagione (su Fox dal 13 aprile); in Italia, invece, dovremo accontentarci dellepisodio di metà stagione, il tredicesimo, in onda stasera alle 21.10 su Fox, con il titolo Le provinciali (titolo molto significativo per i fan della serie, meno per chi non segue il telefilm).
Ma facciamo un passo indietro. Glee nasce dalla mente creativa di Ryan Murphy (già creatore di Nip/Tuck) e racconta lamore per la musica che unisce – e talvolta divide – un gruppo di adolescenti che frequenta la McKinley High School. Guidati dal professor Schuester, i ragazzi fanno parte del Glee Club, una sorta di coro della scuola, un club di canto e ballo, che da anni non esiste più. E a farlo rinascere, anche se in sordina, saranno i ragazzi meno popolari della scuola, stranamente affiancati di alcuni tra i più fighi (per intenderci il quaterback della squadra di football e la capo-cheerleader), che così diventeranno a loro volta degli outsider.
Il telefilm ha riscosso un notevole successo di critica e di pubblico negli Stati Uniti: ha vinto un Golden Globe come miglior serie comedy dellanno, è stato confermato per una seconda stagione che sarà persino più lunga della prima, attori e cantanti fanno a gara per apparire come guest star negli episodi o per cedere i diritti di sfruttamento delle loro canzoni. Dopo Lady Gaga lultima nella lista è Amy Winehouse, che pare aver ceduto i diritti della sua Rehab per 85mila dollari, per non citare Madonna: sarà interamente dedicata a Miss Ciccone la quindicesima puntata della serie, con diverse cover delle sue canzoni più famose, interpretate dai ragazzi della McKinley.
E sì che la struttura della prima metà stagione poteva far pensare a un eccesso di prudenza da parte dei produttori del telefilm. Infatti, senza anticiparvi nulla dellepisodio in onda stasera, la puntata potrebbe essere benissimo un finale di stagione, arrivando alla tanto sospirata competizione delle provinciali – da cui il titolo dellepisodio – dalle quali dipende lesistenza o meno del club.
Forse retaggio dellidea iniziale di fare di Glee un film – così è nata la serie – o forse una scelta dettata dallo strano palinsesto americano, che questanno ha subito una lunga pausa di mid-season, nel caso di Glee dal 9 dicembre al 13 aprile. Ben quattro mesi separano il tredicesimo dal quattordicesimo episodio e, per mantenere la curiosità del pubblico, ma allo stesso tempo non troncare brutalmente una serie su un colpo di scena, è stata effettuata una scelta a metà strada. Tutte le linee narrative arrivano a una conclusione, anche se non mancheranno svolte impreviste e sorprese, così come gli interrogativi riguardo al futuro dei nostri personaggi.
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Perché è anche su di loro che si basa il successo della serie: un gruppo di ragazzi che non esitiamo a definire outsider, looser (perdenti), come le immagini che pubblicizzano il telefilm amano sottolineare. Ragazzi che proprio grazie al Glee club riscoprono qualcosa di se stessi: la fiducia nelle loro caratteristiche e potenzialità, la loro unicità, che talvolta li rende i perdenti ed emarginati, ma che spesso è proprio la loro arma vincente.
L’arma vincente del telefilm, invece, è anche – e soprattutto – la musica, che sappiamo avere un effetto traino eccezionale in televisione e al cinema, soprattutto sui più giovani: lo dimostrano prodotti di successo come High School Musical, American Idol (che negli Stati Uniti viene trasmesso immediatamente prima di Glee) o l’italiano Amici (dove non a caso negli ultimi anni abbiamo sempre visto trionfare cantanti). Perché talvolta una canzone dice molto di più di mille parole, e così è proprio la canzone simbolo della serie a enunciarne il messaggio: Don’t stop believing (Non smettere di crederci)!