Ballarò: analisi e commento puntata 7 aprile 2015 Cosa centrano un finto laureato, un regista, tre giornalisti, una bella statuina di Forza Italia, il leader della Fiom e un imbarazzato membro del PD? Ma certo, tutti ospiti nel calderone-Giannini. Tutti dentro una puntata in cui si parla di tasse, imprese, terremotati, morti al G8, appalti, libri e film in uscita. Insomma, il mix perfetto per creare noia e poche risposte che, invece, gli italiani vorrebbero sentire. Copertina confusa e infelice, si potrebbe dire citando una canzone di Carmen Consoli, confusa e felice. Ecco spuntare Adriano Celentano a Portofino che sostiene Renzi, poi Piersilvio Berlusconi che parla della saluta del papà, Salvini ad una delle solite manifestazioni e Delrio in bicicletta. Già da queste immagini non-sense, avremmo dovuto capire il senso della puntata. Malumori, sul web, non appena si conoscono gli ospiti della serata. Dopo leditoriale sul G8 di Genova e sullAquila, inizia il giro dopinioni su temi economici e politici. A farla da padrone, sta sera, è Oscar Giannino, che si infervora subito contro la Bonafè, presa di mira anche da Landini. In collegamento da Ancona, il leader della Fiom polemizza sul governo Renzi e su tutto quello che ancora cè da fare. La Bonafè è in palese difficoltà soprattutto quando a parlare sono gli abitanti dellAquila, abbandonati dalle istituzioni che hanno stanziato soldi che non si sono mai visti. Meno male che ci pensa Silvia Sardone, nuovo volto di Forza Italia, a sostenere le sorti dellItalia. Berlusconi non è eterno, dice. Che notizia. E tenta di stare a galla criticando il PD. Tema al di fuori del programma lintervista a Michele Placido. Bravo, desperienza, ma a parte la promozione del film ha davvero lasciato ben poco. Tante voci e tanti, troppi argomenti lasciati cadere nel vuoto senza risposte concrete.