Temi centrali dell’odierna puntata di Geo e Geo sono l’autoproduzione di detersivi ecologici per combattere l’inquinamento, una passeggiata nel bosco dell’appennino modenese, una lezione del mastro pastaio per imparare a riconoscere la farina migliore e, infine, un fantastico viaggio in Madagascar. In studio Rosanna Massapenti ci parla dell’inquinamento da detersivi, tema spesso sottovalutato. Infatti tendiamo ad utilizzare troppo detersivo, soprattutto quello liquido più difficile da dosare. Per questo è preferibile usare il detersivo in polvere, meglio se a basse temperature. Sempre sullo stesso tema, Grazia Macciola ci insegna a produrre in casa detersivi efficaci, ma biologici. Per il bucato si può utilizzare il sapone di Marsiglia, interamente vegeale, ridotto in scaglie e poi inserito in lavatrice in una pallina dosatrice o, in assenza di questa, in una pallina da tennis aperta. Se si preferisce utilizzare il sapone in gel, dopo aver ridotto il sapone di Marsiglia in scaglie si scioglie in acqua bollente e poi lo si lascia riposare coperto da un panno di lana per 12 ore. Per l’ammollo del bucato consiglia di utilizzare acqua e rosmarino, mentre l’aceto si rivela un ottimo ammorbidente.
Cambia completamente l’atmosfera e Sveva Sagramola annuncia un servizio su una passeggiata nei boschi dell’Appenino modenese che si conclude con una cena a 7 metri di altezza. Siamo a Zocca, il parco, che si estende per 10 ettari, rappresenta il sogno realizzato di un giovane esploratore, ed offre la possibilità di vivere una giornata avventurosa saltando da un albero all’altro senza correre pericoli, come ci spiegano le guide del parco. Sono ammessi anche i bambini basta che siano di età superiore ai tre anni. Per raggiungere la piattaforma dove verrà servita la cena a base di prodotti tipici bisogna arrampicarsi su scale di corde. Il cibo viene portato in cima grazie a cestini e carrucole.
Si torna in studio con il Mastro pastaio Valentino Fiumicetti che, accompagnato dal figlio Riccardo, ci insegna come riconoscere la farina migliore per produrre pasta di qualità. La farina migliore si riconosce dal colore più scuro, ma non basta, per valutarla bisogna preparare un impasto, farlo riposare, formare delle palline immergerle nell’acqua a lungo, sciacquarle e verificarne la consistenza che non deve essere troppo elastica. Riccardo, presidente del Gruppo Pasta, ci spiega i pregi della trafila di bronzo e illustra i vari tipi di trafile. La pasta migliore è quella che contiene più proteine e fibre, questa notizia si può apprendere leggendo quanto riportato sulla confezione. Ci annuncia inoltre che il 25 ottobre si terrà a Roma la Giornata Mondiale della pasta. In quest’occasione si discuterà del futuro della pasta, un alimento fondamentale in cima alla nostra piramide alimentare.
Dopo le previsioni del tempo e alcuni commenti sul nubrifragio di Roma, il metereologo, nello spiegare che i nubifragi si formano a causa di un accumulo di aria calda, spiega alcuni accorgimenti che, se adottati, ne limiterebbero l’intensità come quello di pitturare tetti e terrazze dei palazzi di bianco, notoriamente refrattario al calore.
Il documentario conclusivo ci parla di uno splendido viaggio nella natura incontaminata del Madagascar. L’isola ospita 200.000 specie di piante e animali molti dei quali in via di estinzione e presenti solo in questo territorio, uno fra tutti il lemore animale simbolo dell’isola. Gli abitanti del Madagascar, detti mangaschi, sono per metà africani e per metà asiatici. Il documentario si occupa soprattutto delle varie specie di lemore, un animale che può raggiungere i 7/10 kg di peso e che vive sugli alberi mangiando frutti e foglie. Nella foresta troviamo l’imponente Baobab, un albero che raggiunge i 22 metri di altezza e che può vivere fino a 2000 anni. Dalla sua linfa si ricavano condimenti e bevande alcoliche. Il lemore Indri, del quale sopravvivono solo 150 esemplari, è il lemore più grande, il suo aspetto è caratterizzato dall’assenza di coda, grandi occhi, naso sporgente e una pelliccia bianca e nera. Emette un suono simile al pianto che serve per marcare il territorio, segnalare il pericolo e attirare l’altro sesso.
Alla fine di questo suggestivo documentario si torna in studio, ospite il dottore Davide Lauro, professore di endocrinologia presso l’Università di Torvegata ci parla della scoperta di una proteina, da parte di ricercatori inglesi, che influenzerebbe la fertilità femminile e sarebbe responsabile degli aborti spontanei fino ad oggi apparentemente senza causa precisa. Gli studi su questa proteina, il cui eccesso sull’endometrio porterebbe all’infertilità e il cui difetto all’aborto, sono ancora agli inizi. Dopo la scoperta infatti bisogna individuare le molecole che possono correggerne i difetti al fine di produrre, eventualmente, un farmaco per porre rimedio ai suoi effetti. La ricerca in questo senso potrebbe durare dai tre ai dieci anni.