Siete in autostrada e state zigzagando allegramente, nonostante il vostro tachimetro segni i 160 km/h. A un certo momento, quando meno ve lo sareste aspettato, spunta alle vostre spalle una sorta di Batmobile nera, minacciosa e velocissima, che punta direttamente sulla vostra auto. Mentre si accinge a superarvi, scartando improvvisamente sulla corsia di destra, vi accorgete che non si tratta della macchina delleroe pipistrellato (unintuizione ce lavevate avuta), bensì di un Cayenne, il cui guidatore, trentadue denti smaglianti di superbia e cafonaggine, trova bene il tempo di farvi le corna, prima di prendere letteralmente il volo. Bene (bene???), ripresivi dallo shock, decisi ad analizzare la situazione, procedete con le vostre giuste considerazioni del caso. Che non è uno, ma trino: 1) vista la figuraccia, e nonostante la crisi perdurante inviti a una morigeratezza che non vi è mai appartenuta, decidete di comprarvi il Cayenne: certe acrobazie con una Fiat Punto del 1998 non si devono, né si possono fare; 2) vista la figuraccia, tornate ad avere rispetto per la vostra Fiat Punto del 98 e in fondo anche per voi stessi, procedendo a unandatura più consona e smettendo di zigzagare (oltretutto, la Pula è sempre in agguato); 3) ma che diavolo di figuracce, che avete capito? Giacchè siete in provincia di Udine, lautista del Cayenne vi ha scambiato per uno dei tanti turisti diretti alla Sagra del Toro di Corgnolo, piccolissimo paese della bassa friulana, situato nel comune di Porpetto, che anche questanno, dal 10 al 18 agosto, festeggerà a suo modo la tradizionale ricorrenza estiva.
Le sagre e le feste paesane in Italia sono una tradizione consolidata (solo ad agosto se ne contano più di 500), consentono di immergersi nel costume della gente che vive nelle località rurali, condividerne lo stile e il ritmo di vita, e sono una delle principali attrattive per quanti cercano unesperienza di vacanza che sia davvero distante dai ritmi della vita cittadina. In una parola: si mangia bene e si spende poco! Perciò, popolo di vacanzieri sparsi su tutta la penisola, datevi da fare e non disdegnate ciò che il territorio vi offre.
A Giovinazzo, tanto per iniziare, domani si svolgerà la Sagra del Panino della Nonna, che per loccasione ha messo pure il nonno in cambusa e sua sorella (la zia) ai fornelli. Classica festa dove si fa credito ai novantenni solo se accompagnati dai genitori. E a proposito di nonni: questanno (e non è una bufala da ComicAstri!) ad allietare tutti i nipotini che vi parteciperanno, ci saranno anche i mitici Dik-Dik, che abitano in un ospizio lì vicino.
A Nepi (siamo nel viterbese) non perdetevi, invece, la Sagra del Peperoncino del 9 e 10 agosto. Pensate che questa pianta, già in uso nel 5.500 a.C., ha proprietà incredibili: rimedio sicuro contro le infezioni dell’apparato respiratorio, riduce gli indici di colesterolo nel sangue, previene l’arteriosclerosi, svolge un importante ruolo nel metabolismo cellulare, è un antiossidante naturale. Perciò, recatevi a Nepi, non per piacere, ma per la vostra salute. E poi… la mise delle cameriere e il tono delle barzellette saranno adeguate al contesto delle serate, prevedibilmente assai piccanti!
Non possiamo, poi, non segnalarvi la Sagra delle Rane e del Fagiuolo Regina di Agosta (Roma, 10 agosto). Cosa accomunerà le rane ai fagioli? Mah, sappiamo solo che l’attributo “regina” deriva dal fatto che la sua squisitezza lo rende degno di essere ammesso in un pranzo regale. E le rane? Tranquilli, le porta Aristofane…
Non vi venga, però, in mente di dire che il Nord Italia è povero di tradizioni popolari. A smentire questa falsa diceria, sono i comaschi di Ronigo con la loro Sagra della patata pezzata, in programma il 15 agosto. Situato proprio sul confine con la Svizzera, a Ronigo si rinnova anche quest’anno il tradizionale appuntamento ferragostano, che vede come protagonista uno dei prodotti forti, diremmo immancabili, di qualsiasi cucina, europea o internazionale che dir si voglia. La patata pezzata è un particolare tipo di tubero, dalla buccia maculata (da qui l’aggettivo pezzata), di cui pare siano molto ghiotte le mucche di queste parti, le uniche al mondo che alla mungitura non producono latte, ma direttamente caffè macchiato caldo. Il piatto tipico locale trae appunto il nome dalla patata stessa: la pezzata è un gustosissimo intingolo di patate e magatello bovino, cotti con il tradizionale vino rosso locale, il Trasù de Ciucch.
Da ultimo – ma come avrebbe detto il grande Dan Peterson, “per noi, numero uno!” – è d’obbligo segnalare quella che consideriamo la madre di tutte le sagre, perciò prendete appunti. Casarano (Lecce), 11 agosto: tutti alla Sagra della Cazzata! Calma, ragioniamo: non è un posto dove ti ospitano per farti dire la prima fanfaluca che passa per la testa o per fare cose di una stupidità sconcertante. Dicasi cazzata la fragrante focaccia schiacciata (nel dialetto locale, cazzata), con poca mollica e dal sapore intenso, che diventa una tasca sapiente di prodotti di stagione e non: pomodori, peperoni, formaggi e salsicce. Cuore e anima della festa è il cazzaro, cioè il cuoco che cucina le cazzate: lo si riconosce non tanto per il cappello alto, a pieghe, spesso gonfio in cima, di color bianco, bensì per il semplice fatto che è l’unico che può sfornare a ripetizione motteggi, facezie, arguzie, frizzi. La sagra tocca il suo culmine con il cazzeggio. È il momento in cui il cazzaro porta in tavola la fragrante focaccia ripiena di taleggio fuso: un commovente esempio di unità d’Italia a tavola, dove la prorompente vitalità del Sud si sposa alla perfezione con la rustica laboriosità del Nord. (Ci scusino gli organizzatori se abbiamo detto a proposito della cazzata qualche cazzata, ma siamo sicuri che anche loro, al posto nostro, non si sarebbero risparmiati di spararne qualcuna!).
Bene, i nostri consigli finirebbero qui, se non fosse per un piccolissimo, insignificante dettaglio: una delle sagre di cui sopra ce la siamo inventata di sana pianta. A voi scoprire quale (la soluzione sta alla pagina successiva). E… buona sagra a tutti!
Soluzione: la Sagra della patata pezzata è una cazzata (ma non di quelle che preparano a Casarano), ce la siamo inventata per l’occasione… E pure Ronigo, in provincia di Como, non esiste… Tanto meno il Trasù de Ciucch… E per dirla tutta, le mucche di quelle parti non ruminano certo le patate maculate, né vengono munte per produrre caffè macchiato caldo… Insomma, abbiamo voluto fare in poche righe una sagra delle battute… Che burloni, ‘sti ComicAstri…