Ma che scherzi avete fatto ieri ai vostri famigliari, amici e colleghi di lavoro? E vi siete mai domandati perché il 1 aprile si fanno gli scherzi? E ancora: ma chi è veramente il pesce daprile? Per gettare lamo nel mare della nostra ignoranza (e per evitare di pescare nel torbido) ci siamo affidati a una vera autorità in materia ittica: la professoressa Francesca Della Lenza, più conosciuta, nel giro della gente di mare, cioè dalle folle oceaniche, con il nome di Esca Della Lenza. Nata a Pescasseroli (LAquila), ha un curriculum di tutto rispetto: scuole elementari a Pescopagano (Potenza), medie a Peschici (Foggia), superiori a Peschiera del Garda (Verona) e università a Pescara. Come si evince, una vocazione, quella per la pesca, che si è manifestata sin dalla tenera età, dapprima con una passione smodata per marmellate e confetture (alla pesca), per diventare poi, nelladolescenza, un hobby (per la pesca con canna a mulinello, un modo di rilassarsi e di non farsele girare a mulinello), da ultimo, come scelta professionale, la pesca come vera e propria branchia del sapere.
A Vermicino, vicino a Frascati, si è sposata con Antonio Cagnotto, detto Tonno, fratellastro di Tania Cagnotto, laureato con lode a Mosca in Itternet (le scienze ittiche studiate online) con una tesi poetica su Io amo, ella esca, ovvero Ode alle larve di mosca carnaria. Ora la coppia Cagnotto-Della Lenza vive a Cernogorsk (la città delle cernie), in Russia. Dopo aver scritto il romanzo breve dal titolo Ho conosciuto in Corsica una sarda, magra come unacciuga, che mi ha giurato di essere nata a Palermo, Della Lenza ha da poco dato alle stampe la sua ultima guida pratica per pescatori dal titolo Canna Karenina: chi russa non piglia pesci, tuttal più insalata (edizioni Il Mulinello). Siamo riusciti a contattarla telefonicamente alle Isole Salomone, durante una pausa del convegno Trote salmonate o salmoni affumicati: una scelta salomonica.
Chi è il pesce daprile? Possiamo svelarne la vera identità?
Approfonditi studi mi hanno condotta a ritenere con certezza che il pesce daprile altri non sia se non lo sgombro bastardo (conosciuto da noi italiani con molte denominazioni, la più nota delle quali è sugarello). Di mestiere fa il titolare di una ditta di traslochi (la Sgombro Subito), ma, come ogni anno, il 1 aprile, si prende quellunico giorno di ferie che gli permette, siccome oltre che sgombro è anche bastardo, di fare gli scherzi agli altri pesci. Il tutto, però, finisce in un mare di risate.
Quali sono le sue vittime preferite?
Il Trota, che è un pesce leghista. Lo sgombro bastardo tutti gli anni, proprio il 1 aprile, lo accompagna alle sorgenti del Sele, in Campania, facendogli credere che siano quelle del Po. E il Trota se la beve sempre! Oppure, prende in giro larringa, pesce che vive nei tribunali, riconoscibile perché ha una livrea color ermellino: lo sgombro bastardo lo chiama a far da paciere nelle liti tra polipi o tra ricci di mare. A subire gli scherzi dello sgombro bastardo è anche il pesce azzurro: nuota in un mondo tutto suo e sogna di trovare la sua principessa. così romantico e distratto che lo sgombro bastardo riesce ogni volta a convincerlo di aver trovato la pesciolina dei suoi sogni: gli benda gli occhi, lo fa nuotare a zig-zag per ore e poi, tolte le bende gli fa trovare davanti una cozza! Tra le sue vittime preferite, infine, la seppia: già è un pesce triste di suo perché vede tutto nero; nel giorno fatidico, lo sgombro bastardo si affaccia alluscio della sua tana e comincia a declamare tutte le poesie della raccolta Ossi di seppia.
Lo sgombro bastardo ha dunque una sua psicologia ben delineata?
Accipinna! E non è l’unico. Il pesce martello, per esempio, ha un suo chiodo fisso: vuole fare il carpentiere; per questo litiga quotidianamente con le carpe, che hanno paura di perdere il lavoro, forse perché temono che qualcuno faccia loro le… carpe! Ma anche la moglie del pesce martello ha il suo chiodo fisso: vuole accoppiarsi con il pesce falce e dare alla luce tanti pesciolini rossi.
Incredibile che tanti e tali stati d’animo si celino tra i pesci. Peccato non possano esprimersi compiutamente…
E chi lo dice? Prendete il pesce chepalla!, il più noioso di tutti. Capace di parlarti per ore e ore delle scogliere coralline… alla fine ti fa due scoglioni grandi così! Oppure le orate. Vivono nelle fontane dei chiostri conventuali e amano recitare ininterrottamente lunghissimi testi dal grande valore spirituale e poetico: i salmoni. E che dire della razza, in assoluto il pesce più antipatico: parla male di tutti gli altri abitanti del mare, li considera esseri inferiori, spesso li insulta con epiteti irriferibili. E tutti i pesci, nessuno escluso, stigmatizzano categoricamente questi suoi modi di fare, non esitando a definirli come “comportamenti razzisti”. Non dimentichiamo, infine, la mormora: basti dire che viene definita il “pesce gossip” per eccellenza.
I pesci dunque parlano!
Di più: inventano anche i proverbi, come: chi pesca non piglia sonno.
Adesso ci dirà che i pesci amano il cinema…
Sì, vanno matti per i film di carpa e spada.
… la musica…
Avete mai sentito parlare del pesce tamburo? Era il pesce preferito dai pellerossa: ne mangiavano la carne e con la pelle… dum dum dum dum – dum dum dum dum – dum dum dum dum…
…magari sono pure appassionati di calcio…
Il tifo ittico scatena sempre un mare di applausi ed è tutto per una sola squadra: mi unisco a loro gridando “Viva l’Itter”!
Torniamo alle cose serie. Con l’inquinamento dei mari i pesci rischiano di ammalarsi?
È un pericolo concreto. Oggi la malattia ittica più diffusa è l’itterizia, causata proprio dalla scarsa salubrità delle acque. Ma i pesci rischiano addirittura di lasciarci le pinne, se vengono colpiti da ittus.
Ha mai incontrato nei suoi studi specie ittiche molto strane?
Una su tutte: il pesce sega. È l’unico pesce al mondo che non ha le pinne, ma le mani, che usa in continuazione. E spesso nelle sue vicinanze è possibile incontrare anche il pesce prete, meglio se confessore. Ma anche il pesce volante, detto anche pesce 113, provoca una certa qual curiosità. Nelle caserme dei carabinieri, di solito, girano in coppia: il pesce volante 1 e il pesce volante 2, che spesso comunicano tra loro tramite una sirena.
Comunque sarà d’accordo con noi che il posto migliore dove trovare il pesce è in un bel piatto al ristorante?
Non sempre è bello. Nei ristoranti, anche quelli più à la page, viene spesso servito un orribile tipo di carpa, per lo più cruda, affettata sottilmente, da consumarsi solo con olio e limone: il carpaccio.
I pesci bevono esclusivamente acqua?
A parte il tonno, che trova il suo habitat migliore nell’olio extra vergine d’oliva, il pesce che non beve solo acqua o è una trinca o è una spugna.
C’è qualche mistero sulla vita dei pesci che ancora non ha trovato risposta?
La sogliola si chiama così perché sta sempre davanti all’uscio della sua càsola (così viene chiamata la sua tana)? Il dentice, se non è carnivoro, è un pesce diversamente abile? Lo Zerro è un pesce mascherato che corre in aiuto di poveri e indifesi? È vero che nei supermercati di Mar del Plata per comprare i filetti di platessa si usa il codice a barracuda? Se un cavallo trotta, un cavalluccio trota? E il pesce ombrellone vive in branchi affollati solo tra Rimini e Riccione?