La scomparsa di Raimondo Vianello (avrebbe compiuto 88 anni a maggio) chiude probabilmente unepoca storica della televisione italiana. Quella dei grandi protagonisti che trascendevano i programmi di marketing. Ventanni dopo essere andato via dalla Rai, infatti, dopo aver condotto il programma Stasera niente di nuovo, Raimondo Vianello vi era tornato per una unica e significativa occasione. Nel 1998 gli fu chiesto di condurre il festival di Sanremo, cosa che lui non aveva mai fatto. Non solo: nel suo tipico spirito libero e indipendente non aveva avuto paura di dire: A me piace la musica classica, la lirica: Come dire: di Sanremo e delle sue canzonette me ne può interessare di meno, ma siccome sono un professionista farò del mio meglio.
E così fu. Quella del 1998 rimane una delle edizioni del festival di Sanremo più seguite e apprezzate dal grande pubblico. Raimondo Vianello la gestì infatti con il grande buongusto, la sottile ironia, i modi da gentiluomo che sempre lo avevano contraddistinto. Neanche un bacio di Madonna servì a scomporre la sua classe e il suo aplomb. E pensare che Raimondo Vianello, televisivamente, era nato come spalla di Ugo Tognazzi. Quando, a inizio carriera, partecipò al programma Il tappabuchi, nei titoli di testa del programma veniva definito il valletto di Corrado. Non fu un problema perché Raimondo Vianello seppe imporsi alla grande come protagonista autonomo. Certo, grande aiuto fu laver trovato una spalla perfetta, la moglie Sandra Mondaini.
– Si sposarono nel 1962; non ebbero mai figli ma adottarono diversi bambini del terzo mondo. Gli abitanti di Milano Due, dove la coppia risiedeva, li incontravano spesso mentre li portavano a scuola, oppure in qualche bar del quartiere. Anche in quei casi, un gentiluomo e una signora di grande classe. In televisione, i due furono perfetti nel ritrarre il microcosmo della coppia piccolo borghese con tutti i suoi difetti e le sue virtù. Nel programma “Casa Vianello” lo si vedeva quasi sempre con una copia della Gazzetta dello Sport in mano.
Il calcio era il suo altro grande amore. Tifosissimo di Ancona e Venezia, nonostante fosse nato a Roma, Vianello fui il primo brillante conduttore del programma di calcio “Pressing”, la risposta di Mediaset a “La domenica sportiva”: E anche qui lasciò la sua impronta: finalmente il calcio veniva trattato con ironia e umorismo, cercando di eliminare quella patina di ossessione e di rivalità che ha da tempo inquinato questo sport. Un modo di fare programmi televisivi sportivi che da allora è sempre stato imitato.