Nel terzo e quarto episodio di Gomorra La serie, in onda sabato 17 gennaio su Rai Tre, vedremo Don Pietro detenuto al carcere di Poggioreale dare disposizioni al suo clan grazie a un telefono cellulare che si è procurato illegalmente. Intanto Imma e Genny, la moglie e il figlio di Don Pietro, vanno a Milano per consegnare una grossa somma di denaro a Franco Musi, il commercialista che da anni ricicla il denaro del clan. Un’ importante piazza dello spaccio è stato affidato ad una banda di criminali nigeriani. I nigeriani rifiutano di spacciare per conto dei Savastano se non ottengono dei margini più alti dalla vendita degli stupefacenti. Il capobanda nigeriano spinge un suo collaboratore a farsi arrestare per parlare e trattare direttamente con Don Pietro. Intanto il boss è stanco delle restrizioni e del rigore imposto dal direttore del carcere. L’avvocato del clan non è ancora riuscito a trovare un appiglio legale per scarcerare il boss.
Mentre i suoi uomini vanno ad uccidere Parisi, Don Pietro incontra il suo ragioniere per occuparsi che le sue finanze stiano a posto nel caso dovesse succedergli qualcosa. Un attimo dopo il boss viene a conoscenza che al fattaccio non ha presenziato Bolletta e va subito a trovarlo a casa convinto che sia lui la spia. Con dei gesti tipici della cultura mafiosa Don Pietro fa capire a Bolletta di sospettare di lui. Entra in casa sua, lo fa tremare, lo saluta e poi rientra freddandolo con una violenza inaudita a mani e sangue freddo. Poi si lava le mani e la faccia come se niente fosse accaduto. Si rimette la giacca e abbandona l’abitazione convinto di aver risolto uno dei suoi tanti problemi. Il boss va poi in discoteca a festeggiare il figlio che oggi “è diventato uomo”, intanto rivela ai suoi che Bolletta era “l’infame” e gli fa capire di aver regolato i conti. Poi si avvicina a Ciro per capire se è vero che Genny ha ammazzato quell’uomo. La sua versione non coincide con quella del figlio e il boss si fa dire la verità. Un po’ risentito chiede a Ciro perchè l’ha tradito ma quando questi gli dice che l’ha fatto perchè Genny ci teneva a renderlo orgoglioso e felice. Così il boss gli fa una bella promessa: se lui verrà arrestato, Genny sarà il numero uno e Ciro il numero due. Poi gli propone un bel brindisi. Nel bicchiere c’è il piscio ma solo bevendolo Ciro dimostrerà al boss che può fidarsi di lui. Ciro fa uno sforzo e poi ingoia tutto. Don Pietro è soddisfatto mentre lui continua a tossire disgustato. Nel frattempo Genny con la sua moto nuova va a rifugiarsi in un angolo delle vele. Ciro è deciso a vendicarsi, estrapola dalla tasca un numero di cellulare mentre Genny sfreccia sulle note di “One Day” di Asaf Avidan con la sua moto mentre il padre apprende una brutta notizia. La talpa non era Bolletta e così Don Pietro viene arrestato mentre il figlio subisce un tremendo incidente. Sta per raggiungerlo in ospedale quando lo polizia lo arresta, beccandolo con una borsa contenente miliardi nel bagagliaio e perfino con la droga nella tasca. Non è ben chiaro se a tradirlo sia stato Ciro o meno. Pare che il giovane non sia riuscito a fare quella chiamata alla polizia ma che qualcun altro l’abbia preceduto.
Il boss Parisi gli fa notare che suo figlio Genny ha imbrattato le pareti della sua piazza insultando il suo clan. La condizione che pone è che Genny ridipinga il palazzo ma Don Pietro non si piega e se ne va indignato chiedendo ai suoi di farlo fuori e rimproverando nuovamente il figlio per avergli dato un altro grattacapi. I quattro camorristi di ritorno a Scampia vengono poi fermati per un controllo dalla polizia che ha raddoppiato la sua presenza sul territorio dopo l’attentato a Conte. Il boss e i suoi ovviamente non si fanno trovare impreparati. Genny vuole una nuova moto, possibilmente rossa, mentre il boss non riesce a spiegarsi di come il figlio possa essere così inetto e la moglie gli suggerisce di non soddisfare il suo ennesimo capriccio. Ciro guarda da lontano il misero funerale di Attilio. Non si può neanche avvicinare per via degli sbirri. A consolarlo ci pensa Genny che è evidentemente molto affezionato al suo amico. Bolletta è stufo degli ordini di Don Pietro e si rifiuta di unirsi agli altri per la spedizione contro Parisi. Questo suo gesto non fa che alimentare i sospetti del clan nei suoi confronti. Don Pietro non si fida più di nessuno e guarda negli occhi tutti i suoi affiliati. L’unico di cui sembra fidarsi è Ciro e così lo convoca per chiedergli di far svegliare il figlio. Il boss è preoccupato di ciò che pensano gli altri di lui perchè il figlio non sembra pronto a prendere il suo posto. Ciro dovrà insegnargli a sparare. Il ragazzo non vorrebbe assumersi questa responsabilità ma cede per il bene di Genny e per non tradire la fiducia del capo. Donna Imma percepisce il momento di scoramento con il marito e gli si avvicina. Don Pietro è convinto che qualcuno voglia farlo fuori e che presto sarà in manette. La moglie gli chiede se ha un piano ma lui non ha intenzione di lasciare la sua terra esprimendo ancora una volta la sfiducia che nutre nei confronti del figlio. Donna Imma lo rincuora: in galerà non ci andrà, almeno secondo lei. Il momento fatidico arriva e Genny dice a Ciro di non essere pentito minimamente del fastidio che ha creato al boss Parisi. Non sa che Ciro sta per condurlo su una scena di un crimine mentre lui continua a parlare del suo desiderio di fidanzarsi con la bella Noemi. Con fare violento Ciro minaccia di morte un tossico di quartiene che ha sgarrato agli ordini del capo. Ciro invita Gennaro a sparare ma questi lo colpisce alla gamba e non ha il coraggio di freddarlo. A finirlo ci pensa Ciro che è furioso perchè dovrà mentire a Don Pietro dcendo che è stato Genny a sparare. Quest’ultimo è invece sconvolto perchè non si era mai trovato in una situazione del genere in precedenza. Genny è sotto choc e quando arriva a casa a stento riesce a dire al padre con un fil di voce che ha sparato superando la prova. “Uccidere è una stronzata”, sostiene mentre il padre lo abbraccia finalmente con un motivo per essere orgoglioso di lui. “Ora posso anche morire, vai a prenderti la motocicletta nuova”. Poi si ferma davanti l’uscio della porta e gli chiede quante volte ha sparato a quell’uomo. “Una volta”, afferma Genny. Il padre è ancora più felice: “Hai anche la mira buona!”.
Mentre Ciro non ha neanche il tempo di piangere la morte di Attilio perchè sta arrivando la polizia e devono darsela tutti a gambe, Genny ha problemi molto più seri. Il suo rivale in amore gli ha infatti distrutto la moto e la sua espressione è tutta un programma. Ciro va quindi personalmente a comunicare a Don Pietro il risultato della sparatoria. Il boss prima lo rimprovera per essere andato a casa sua e poi curioso apprende ciò che è successo. I suoi hanno perso quattro uomini tra cui Attilio, gli uomini di Conte sono morti tutti mentre il boss è scappato. Don Pietro promette di occuparsi di tutte le famiglie delle vittime, del loro funerale e di volerle sostenere a vita. Ma questo non basta a Ciro che ha perso un padre e disprezza sempre di più il suo capo. La mattina seguente è Ciro stesso a dover andare dalla moglie di Attilio per comunicargli la sua morte. Nel frattempo a casa Savastano si guarda il telegiornale e donna Imma può finalmente godere del suo divano nuovo di zecca. Moglie e marito lo “provano” per capire se si sono fidare ma la cosa è solo un escamotage per liberarsene il prima possibile. Come appreso in precedenza sanno che contiene una cimice. “Dobbiamo cambiarlo”, sentenzia Don Pietro che ora ha ben altro di cui occuparsi. Sull’immagine del divano che lascia la loro casa Don Pietro impreca contro gli sbirri e le microspie. Ciro intanto è disperato e guarda da lontano i poliziotti che portano via il corpo senza vita di Attilio dalla fabbrica dove la sera prima erano stati protagonisti di una sparatoria. Dietro il divano di donna Imma ci sono dei bambini che assumono già gli stessi atteggiamenti dispotici degli adulti e su quest’immagine priva di speranza si conclude il primo bellissimo episodio di Gomorra – La serie. Comincia subito il secondo nel quale vediamo come la presenza costante della polizia impedisca agli uomini di Savastano di occuparsi del malaffare. Un uomo del boss lo avvisa che la polizia ha trovato la droga nel loro posto segreto facendogli perdere milioni di euro. Il fatto che siano andati a colpo sicuro lascia presagire che qualcuno gli abbia fatto una soffiata. Il boss è più arrabbiato che mai e vuole capirci meglio. Ben 200 kg di cocaina di cui non sanno niente neanche i suoi alleati di Roma. La moglie di Attilio è disperata perchè il marito è morto con la pistola in mano e gli vogliono negare un regolare funerale in chiesta. Antonietta non accetta le condizioni del boss e caccia bruscamente Ciro di casa invitandolo a non farsi più vedere. Don Pietro riunisce i suoi per metterli al corrente della soffiata e gli chiede di stare con gli occhi ben aperti. Uno però manca all’appello e Savastano comincia a nutrire i primi dubbi. Quando arriva il cosiddetto “Bolletta” gli comunica che è arrivato in ritardo a causa di una bravata di suo figlio Genny. Il padre ne vuole sapere di più e lo manda subito a chiamare. Donna Imma va a svegliarlo e lo trova stravaccato sul letto. Il padre lo accompagna così a chiedere scusa al boss che ha offeso uccidendo di botte il suo rivale in amore che gli aveva smontato la sua amata motocicletta.
Genny cerca di convincere Ciro a portarlo con lui la sera dell’attacco ma il ragazzo si rifiuta avvisandolo che si tratta di un affare delicato e ammette di avere egli stesso paura per la sua incolumità. A casa Ciro non riesce a dormire, preoccupato di ciò che potrebbe succedere l’indomani. Di mattina corre al poligono ad esercitarsi e per noleggiare illegalmente un porto d’armi per sè e per tutti i suoi “colleghi”. Altre armi sono nascoste sottoterra e vengono recuperate da Attilio e altri. Anche la moglie di Ciro è preoccupata percependo il pericolo nell’aria e i due si concedono un momento di intimità. A casa di Attilio i figli sono impegnati con il karaoke e cantano allegramente mentre il padre beve il caffè priva di avviarsi con gli altri da Conte. Gennaro va dal padre e gli chiede di andare con Ciro ma il padre gli dice che non è il momento e lo invita ad andare a divertirsi. Presto arriverà anche il suo momento. Dopotutto è suo figlio e “non ha bisogno di possibilità”. Gli uomini di Savastano sono preoccupatissimi, qualcuno è perfino convinto che morirà ma la paura non li ferma e così, dopo aver indossato i giubotti antiproiettile, fanno irruzione nella fabbrica dove si nasconde Conte. In discoteca Genny si comporta da prepotente. Mette gli occhi addosso ad una bella tipa di nome Noemi e la importuna nonostante la ragazza sia accompagnata. L’accompagnatore si difende mettendo le mani addosso a Genny che subito lo minaccia. La sparatoria appare fin dal primo momento quasi una trappola degli uomini di Conte che hanno il solo obiettivo di salvaguardare il loro capo per consentirgli di fuggire. Ciro si fa strada nella fabbrica ma quando sente gli spari provenire dal piano inferiore accorre per dare manforte all’amico Attilio. Peccato che quest’ultimo venga freddato proprio davanti ai suoi occhi. L’uomo che per lui è come un padre muore dissanguato proprio tra le sue braccia.
Subito dopo il fattaccio Attilio chiama la polizia spacciandoci per un cittadino per denunciare l’incendio a casa di Conte e poi getta il telefono dal finestrino. Questo gesto ci fa intendere che il loro doveva essere sono un avvertimento e non un tentato omicidio. Conte e la mamma riescono infatti a salvarsi mentre Ciro e Attilio vanno a bere una birra con i loro amici. Tornato a casa Attilio dà il bacio della buonanotte alle figlie anche se è troppo tardi per trovarle sveglie. Lo stesso vale per Ciro che mette a letto la sua bambina che si era addormentata vicino alla mamma. Poco dopo conosciamo donna Imma e il boss Pietro Savastano. Ciro fissa la donna ma Attilio lo avverte di non mettere gli occhi addosso alla moglie del capo. A casa di Don Pietro è infatti in corso una riunione al gran completo dove il boss invita i suoi commensali a non usare cattive parole in presenza della moglie. Meno risoluto il figlio Gennaro, completamente disinteressato agli affari del padre. Intanto Savastano si rallegra dell’avvertimento fatto al Conte, che costituisce una minaccia per i suoi affari. Genny e Ciro sono molto amici anche se hanno un temperamento completamente diverso. Il giovane Savastano è infatti dispiaciuto che il padre non lo faccia partecipare ai “lavori” come quello della sera precedente. Un informatore della polizia, corrotto, avvisa che il divano acquistato da donna Imma che sta per essere consegnato a casa loro contiene una cimice e così il boss fa cenno alla moglie che il divano che sta per arrivare “non è buono”. Ciro saluta la sua famiglia e va al bar di paese dove deve “sistemare” un’altra questione. Ma proprio in quel momento c’è una sparatoria e poi lo scoppio di una bomba, prima parte della vendetta architettata da Salvatore Conte. Muoiono tutti ma Ciro si salva. Uno dei suoi primi passi verso il soprannome “l’immortale” che gli verrà attribuito dai suoi “colleghi”. Prima che possano arrivare i soccorsi il ragazzo si allontana. Poco dopo lo rivediamo nelle note vele di Scampia mentre si pulisce il volto. Ciro è furioso e si sfoga con Attilio ribadendo la sua perplessità rispetto alle decisioni prese da Don Pietro. Quest’ultimo è arrabbiato perchè sostiene che se non ci fosse stato Ciro l’immortale un altro dei suoi sarebbe sicuramente morto. La decisione è presa: Salvatore Conte deve morire. Quest’ultimo è rintanato in un bunker che i suoi ritengono difficile da attaccare. Don Pietro non accetta consigli e ordina la vendetta. Ciro è preoccupato per l’imminente sparatoria e ancor di più lo è Attilio che mette in guardia il giovane: Savastano non si discute. Per Ciro invece il boss si è fatto vecchio e Conte ha fatto bene i suoi conti. A casa Savastano nel frattempo si discute sul divano rispedito al mittente e Genny vorrebbe fare di testa sua: vendicarsi con il venditore. Intanto nelle vele di Scampia si svolge regolarmente lo smercio e la vendita di stupefacenti gestito proprio da Ciro, Attilio e dagli altri affiliati al clan dei Savastano. Subito dopo si incontrano tutti in un parcheggio per discutere delle strategie da adottare per l’attacco a Conte e, nonostante siano tutti molto scettici sulla riuscita del piano, obbediscono agli ordini.
Ci siamo. Gomorra – La serie fa finalmente il suo esordio sul tv generalista. Prima immagine. Ciro e Attilio stanno riempiendo delle taniche di benzina presso una stazione di servizio. Le caricano sul bagagliaio dell’auto e sulle note di ‘A storia ‘e Maria, di Ivan Granatino parte l’avventura dei due criminali. Ciro però non è convinto dell’impresa in cui l’ha lanciato Don Pietro, il loro boss. I due arrivano sotto la casa del boss Salvatore Conte, appena rientrato scortato dai suoi fedelissimi, dove vive in compagnia della madre. Così mentre i due cenano apparentemente indisturbati Ciro e Attilio usano la benzina per dar fuoco alla sua abitazione. Conte e la madre pregano e cominciano a mangiare ma all’improvviso il fuoco divampa e i due, in preda al panico, corrono ai ripari.
Sono tanti gli attori protagonisti di Gomorra – La serie alla loro prima esperienza importante. Tra questi sicuramente Salvatore Esposito alias Genny Savastano e Marco D’Amore alias Ciro Di Marzio. L’altro superboss che è diventata una vera e propria icona per gli avanti del genere è Salvatore Conte interpretato dal giovane Marco Palvetti, 26 anni e una lunga esperienza da attore teatrale. Ecco la sua intervista a Radio Città Futura. “Amo il mio lavoro e quando interpreto un personaggio gli do la mia vita, la mia anima”, queste le parole di Palvetti che ha raccontato quanto la sua vita sia cambiata da quando è stato scelto per interpretare uno dei protagonisti di Gomorra (Clicca qui per la diretta streaming). Ecco l’intervista integrale: clicca qui
Questa sera andrà finalmente in onda sulla tv generalista un prodotto di prim’ordine come “Gomorra – la serie”. La chiave del suo successo risiede nell’appassionante e affascinante racconto del male che tiene ben lontane facili semplificazioni e banalizzazioni. Eppure male e bene non possono avere quote prefissate e un’opera deve essere giudicata per la sua qualità. La serie tratta da Gomorra racconta storie di vita dentro dinamiche criminali e lo fa con onestà. Il racconto può trasformare un territorio, il silenzio può solo coprire, insabbiare, nascondere. Perché nulla cambi. Questo il video tratto dal backstage:
Il secondo episodio di Gomorra la serie, “Ti fidi di me?”, in onda stasera su Rai Tre è uno dei più celebri della serie, diventato famoso dopo la parodia dei The Jackal. In particolare è famosissima la scena in cui Don Pietro, dopo aver chiesto a Ciro di insegnare a suo figlio Genny a sparare a sangue freddo, gli fa bere del piscio per sapere se può fidarsi di lui. Ciro sta infatti coprendo il ragazzo sostenendo con il padre che è stato Genny a sparare come da lui richiesto mentre il ragazzo, abituato ad una vita di lussi, non è certo avvezzo a maneggiare delle armi e ancor meno ad uccidere. A quel punto lo stesso Genny, stufo dei rimproveri del padre che lo vorrebbe più maturo per fidarsi di lui un domani, si lancia in una spericolata gita in moto che gli costerà cara…
Nella prima puntata di questa sera di “Gomorra – La serie”, dal titolo “Il Clan dei Savastano” spazio alle presentazioni iniziali. Il primo con cui facciamo conoscenza è Ciro Di Marzio, detto l’immortale, che in compagnia dell’amico Attilio ‘o trovatiello è intento a regolare i conti con Salvatore Conte, un boss che infastidisce il loro capo Don Pietro. Questi è il soprannome di Pietro Savastano, uno dei capi della camorra più temuti di Scampia dove regola in entrata e in uscita tutto lo smercio di armi e droga. Purtroppo però Conte deciderà subito di vendicarsi e, nonostante i dubbi di Ciro, Don Pietro ordina di contrattaccare immediatamente. A perdere la vita sarà Attilio, scatenando così l’ira del suo storico amico Ciro l’immortale, che avremo modo di conoscere meglio nelle prossime puntate.
Questa sera Gomorra – La serie approda sulla tv in chiaro. All’inizio sarebbe dovuta andare in onda su La7 (che è tra i produttori) ma poi si è fatta avanti la Rai quindi la serie venduta in oltre 40 paesi nel mondo sarà trasmessa in seconda serata su Rai 3, subito dopo Che fuori tempo che fa. Dovremo invece attendere per vedere la seconda stagione, le cui riprese non sono ancora iniziate: Gomorra 2 arriverà in tv non prima di fine anno, se non nel 2016. Il regista e capo-progetto della serie è Stefano Sollima, che si alternato in alcuni episodi con altri registi come Francesca Comencini. Sollima ha ottenuto la supervisione di questo ambizioso progetto dopo il successo ottenuto con la serie Romanzo Criminale. Un vizio di famiglia se pensiamo che suo padre Sergio era stato il regista di uno sceneggiato di grandissimo successso come Sandokan con Kabir Bedi.
Da questa sera, sabato 10 gennaio, dopo Che fuori tempo che fa arriva su Rai Tre Gomorra La serie, la serie tratta dal romanzo omonimo di Roberto Saviano e prodotta da Sky. Visti i contenuti violenti la serie andrà in onda dopo le 22: si tratte di sei appuntamenti da due puntate. Ogni puntata sarà introdotta da un dibattito con i protagonisti della lotta al crimine organizzato che porterà alla luce un tema legato alla fiction, ovvero la malavita e la lotta al crimine, la ricerca della legalità. Le interviste verranno trasmesse dopo Che fuori tempo che fa, e forse a realizzarle potrebbe essere proprio Fabio Fazio. Il primo degli intervistati potrebbe essere Roberto Saviano. Questa sera andranno in onda i primi due episodi: Il clan dei Savastano e Ti fidi di me?. Vediamo le anticipazioni. Don Pietro Savastano è il capo di una sanguinaria famiglia camorristica che opera nel quartiere di Scampia a Napoli. Il suo rivale è Salvatore Conte, che gestisce il traffico di hashish. Don Pietro ordina a Ciro Di Marzio, detto l’Immortale, e Attilio ‘o trovatiello di incendiare l’abitazione dove vive la madre di Salvatore. Da qui partono una serie di ritorsioni…