La puntata di martedì 2 aprile del talk show Ballarò condotto da Giovanni Floris, verte maggiormente su quello che sta succedendo per la possibile formazione di un governo dopo la presa datto delle difficoltà riscontrate dal segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani e la discesa in campo da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha varato i due gruppi di saggi che dovrebbero nei prossimi otto giorni riuscire a delineare un programma sul quale tentare di far convergere il maggiore consenso politico da parte dei vari partiti. Gli ospiti presenti in studio con i quali vengono dibattuti i suddetti temi sono: lesponente del Popolo della Libertà Paolo Romani, lesponente del Partito Democratico Alessia Mosca, il noto economista francese Jean Paul Fitoussi, il neo eletto presidente del CONI Giovanni Malagò, limprenditore Francesco Micheli, il direttore del quotidiano LUnità Claudio Sardo e in collegamento da Roma, il direttore del quotidiano Il Messaggero Virman Cusenza. Ovviamente come consuetudine, lapertura della trasmissione è affidata al comico genovese Maurizio Crozza che in questa occasione dedica la propria copertina interamente al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che in un ipotetico discorso agli italiani dice di averle tentate tutte per dare un Governo ma proprio non ci riesce. Un Crozza-Napolitano che conta i giorni, le ore e i minuti che mancano alla scadenza del proprio settennato in quanto non sa proprio come uscirne da questa situazione di estrema difficoltà. Poi parla dei saggi da lui chiamati e che sono già al lavoro, proponendo alcuni soluzioni piuttosto secondarie come il fatto che durante il periodo estivo faccia bene bere molto acqua e mangiare tanta frutta. Insomma, Crozza pone laccento sul momento di grande difficoltà che ha coinvolto anche il Quirinale che nonostante gli sforzi non riesce a far coinvolgere le forze politiche verso una soluzione condivisa (nella pagina seguente il video della copertina di Maurizio Crozza). La trasmissione vera e propria parte con un servizio nel corso del quale, viene spiegato in maniera molto lineare come sia difficile la situazione attuale allinterno del Parlamento italiano con in pratica il Partito Democratico che non ne vuole sapere di fare unalleanza con il Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi che a sua volta chiude al Movimento 5 Stelle, evidenziando la richiesta di immediate elezioni anticipate nel caso in cui il Pd non prenda una scelta condivisa per quanto concerne lelezione del prossimo Presidente della Repubblica. Il Pd che però continua a guardare al Movimento 5 Stelle che è disposto a dare soltanto la fiducia a un Governo composto esclusivamente dallo stesso Movimento 5 Stelle. La prima a palare è al Mosca del Pd, che spiega come la posizione del proprio partito sia molto chiara. Anche se la proposta del governo Bersani non sia stata ancora del tutto accantonata, appare evidente che in questo momento questa soluzione non abbia i numeri per poter aver inizio. Allo stesso tempo il Pd preclude a un Governissimo con il Pdl anche se è disponibile a interagire per scelte nel bene del Paese con qualsiasi forza politica a patto che non vengono richieste degli scambi come può essere le elezioni del prossimo presidente della Repubblica. Inoltre sottolinea come il nuovo ritorno alle urne sia assolutamente deleterio e come comunque occorrerebbe prima cambiare la legge elettorale e poi semmai tornare alla consultazioni popolari. Romani seppur sottolineando come il Pdl non abbia mai avanzato delle richieste di scambio come ad esempio un salvacondotto per la situazione giudiziaria di Silvio Berlusconi, trova molto sensato il discorso del Partito Democratico soprattutto sulla volontà di voler arrivare alla più larga condivisione possibile per lelezione del Presidente della Repubblica. Secondo il direttore Sardo, è possibile pensare che questa situazione di stallo venutasi a creare con i cosiddetti dieci saggi, sia una sorta di prendere tempo in quanto il Presidente Napolitano vorrebbe passare la palla al suo successore non escludendo che a quel punto possa essere nuovamente incaricato Bersani di formare il governo magari dando anche la possibilità di presentarsi in Parlamento per chiedere la fiducia. Si passa quindi a parlare di come stia affrontando la situazione di difficoltà il Movimento 5 Stelle che per il momento ha precluso ogni possibile strada. Un servizio mostra un certo scoramento da parte degli elettori del Movimento 5 Stelle che palesano una certa delusione per come stanno utilizzando il mandato che gli elettori gli hanno dato. Arriva addirittura una notizia in diretta, pare battuta dallagenzia Ansa, secondo la quale sarebbe in corso un assemblea segretissima dei deputati del Movimento dalla quale sarebbe uscita in lacrime una deputata.
Si torna quindi a parlare della formazione del governo con l’esponente del Pd in studio che torna a rimarcare come ci sia la necessità di dare vita a un esecutivo e come il lavoro dei saggi in tal senso sarà molto importante anche se a questo punto, è probabile che il governo possa prendere forma soltanto dopo le elezione del nuovo presidente della Repubblica. L’altra faccia della medaglia è che mentre il governo tarda ad arrivare lo stesso non si può dire delle tasse e delle varie scadenze, come ad esempio la nuova tassa sui rifiuti, la Tares. Fitoussi dice che questa ingovernabilità in Italia è data dal fatto che non ci sia in campo una proposta tale per cui possano coinvolgere in essa una grandissima quantità di elettori. Poi si fa il calcolo di quanto potrebbe ipoteticamente costare i punti di convergenza tra Pd e Pdl in ambito di politica di economica che grosso modo si allineano tra gli 80 miliardi e 155 miliardi. Nella parte finale oltre a parlare del ruolo di scarsa responsabilità fino a questo momento tenuto dal Movimento 5 Stelle, si evidenzia nei classici sondaggi di Pagnoncelli come nelle ultime due settimane si sia assistito a una perdita di consensi da parte del M5S e del Centro a favore del Partito Democratico e del Popolo della Libertà. Il Pd in questo momento è accredito del 28,4%, il PDL del 24,5%, il M5S del 25,1% e Scelta Civica insieme a UDC e FLI arriva all’8,1%.