Il mio desiderio più grande era creare una coppia di attori allantica, tipo Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni oppure, per dirlo allamericana, Jack Lemmon e Walter Matthau. Certo con lutilizzo di una tecnica cinematografica innovativa, ma senza comunque abbandonare il mio particolare stile registico e fotografico, racconta Daniele Ciprì. Stavolta regista e direttore della fotografia in un film, La Buca, che davvero sa di altri tempi. Una coproduzione Svizzera, in collaborazione con Rai Cinema (IT) e Imago Film (CH), in grado di palesare ed evidenziare ulteriormente la bravura di due grandi attori, quali Sergio Castellitto e Rocco Papaleo, che quasi sembrano recitare in teatro anziché su grande schermo.
Un lungometraggio certo interessante, non banale ma nemmeno immune da un paio di difettucci piuttosto rilevanti La Buca, infatti, racconta la storia di uninvolontaria amicizia tra un avvocato fallito, senza scrupoli, tale Oscar (Sergio Castellitto), e un ex detenuto, innocente, senza soldi e senza-tetto, Armando (Rocco Papaleo).
A farli incontrare, per caso, è la Vita, dice Ciprì. La Vita, appunto, lho voluta rappresentare simbolicamente con un cane randagio, il quale fa in modo che i destini dei due protagonisti inevitabilmente si incrocino. Certo, una metafora poco chiara per lo spettatore (difettuccio numero uno), che – probabilmente – a una relazione così importante tra il fidato amico a quattro zampe e il fato non ci pensa minimamente. Ma comunque una trovata particolare in un prodotto cinematografico che vede al suo interno dei piccoli interspazi a mo di cartoon, certo simpatici ma altresì ripetitivi (difettuccio numero due), con la pecca inevitabile di condannare il film a un prodotto forse più televisivo che cinematografico, un po noiosetto (difettuccio numero tre!). Peccato!
Certo, quelli che io vedo difetti possono apparir qualità per molti altri. Qualità che, di questo siam sicuri, vengono ben rimboccate (e per fortuna) dalla dolce presenza di Valeria Bruni Tedeschi. Nei panni di Carmen svolge, infatti, il ruolo più dolce del film; una vicina materna, un cuore fidato a cui i due uomini protagonisti, sinceramente, riescono ad aprirsi. Una donna su cui sanno di poter contare. Mille punti guadagnati da Ciprì and Co., allora. Perché figure femminili così, nel cinema, non se ne vedono mai abbastanza.
La Buca davvero rimanda a un film di altri tempi. Felicitazioni per Ciprì, un po’ di sbadigli per il grande pubblico. Perché, che lo si accetti o meno, i tempi sono cambiati, e il pubblico anche. Certo, se non di film si parlasse ma, per l’appunto, di spettacolo teatrale, allora sì, potrei dire che La Buca rasenta la simpatica perfezione. Ma se, al contrario, mi dovessi vestire dei panni del più comune e medio spettatore, probabilmente allora non potrei che vedermi delusa. Le risate son un poco forzate, la fotografia e la sceneggiatura niente affatto, ma il divertimento fatica assolutamente ad arrivare. Nel complesso un film bellissimo e noioso, che tuttavia si spaccia per commedia pura.
Gli aggettivi bellissimo e noioso dite possano coesistere? Non ne ho la più pallida idea. Guardatevi però La Buca e fatemi sapere che ne pensate. Castellitto-Papaleo certo coppia strabiliante. Evviva Valeria Bruni Tedeschi che fa amare sempre di più le donne. Tutto il resto, ahimè, una (mezza) “buca” nell’acqua.