Stasera, mercoledì 27 maggio 2015, Premium Crime continua a trasmettere la settima e ultima stagione di The Mentalist, la famosa serie tv che vede Simon Baker nel ruolo del protagonista, Jane. Verrà mandato in onda il dodicesimo episodio, dal titolo Moquette marrone a pelo lungo. Ecco qualche anticipazione: gli agenti dell’FBI e Patrick Jane si ritroveranno a dare la caccia al nuovo serial killer comparso ad Austin. L’assassino seriale si fa chiamare Lazarus ed è lui stesso a dirlo nel corso di una trasmissione radiofonica alla quale parteciperà lo stesso Jane, che ipotizzerà che lo spietato killer possa albergare nel corpo di una persona apparentemente insospettabile e perfino scialba. I poliziotti riescono a rintracciare la telefonata dell’uomo con uno stratagemma, ma si renderanno ben presto conto del fatto che hanno a che fare con un uomo dalla personalità psicotica e molto scaltra.
Due studenti universitari, un ragazzo e una ragazza, vengono trovati morti in un’area piuttosto isolata, e il fatto che sia stata loro asportata un’unghia fa subito pensare ad un serial killer. Il caso si presenta molto intricato, così Abbott (Rockmond Dunbar) prega Lisbon (Robin Tunney) di rintracciare Jane (Simon Baker) , il quale, essendo rimasto molto colpito dalla morte dell’agente Vega (Josie Loren) e atterrito all’idea che a Lisbon possa toccare la stessa sorte, ha deciso di andare via per un po’. Dato che l’uomo non risponde alle sue chiamate, Teresa pensa bene di farlo arrestare per potergli parlare: alla fine delle conversazione, Patrick chiede del tempo per aver modo di metabolizzare l’idea del pericolo che lei corre ogni giorno, mentre Lisbon lo prega di non ignorare le sue chiamate quando si allontana.
Nel frattempo, i sospetti dell’FBI ricadono su due fratelli bracconieri, che potrebbero aver ucciso di due ragazzi perché sorpresi alle prese con le loro attività, ma i poliziotti vedono arrivare in centrale una donna accompagnata da un ragazzo molto timido, almeno in apparenza: la donna è la sorella del giovane, che si chiama Gabriel e dice di essere un sensitivo, cosa che gli ha consentito di avere delle visioni dell’omicidio. Jane e Lisbon sono molto scettici nei confronti del ragazzo, al contrario di Abbott e dell’agente Wylie (Joe Adler), ai quali Gabriel ha detto delle cose sorprendentemente rispondenti al vero circa le loro vite, ed è stato inoltre capace di fornire dei particolari relativi agli omicidi di cui nessuno era a conoscenza; il giovane, inoltre, riferisce ai poliziotti di aver sempre saputo che prima o poi sarebbe accaduto qualcosa di orribile, in quanto mesi prima aveva avuto a che fare con un uomo che lui stesso definisce marcio, e che sicuramente è il responsabile delle efferate uccisioni.
Il sensitivo, incalzato da Jane, fa una previsione anche sulla vita di quest’ultimo, e gli predice che la guarigione da qualcosa che lo logora da anni arriverà con il numero tre: naturalmente, Jane continua a non credergli. Appostati di fronte all’abitazione del giovane, a cui tutti sembrano credere nel suo quartiere, Cho (Tim Kang) e Wylie vedono il ragazzo sentirsi male in seguito ad una crisi epilettica e, mentre sta male, parla di ossa bianche coperte da argilla rossa. Su sollecitazione di Wylie, Lisbon e i suoi vanno a controllare la zona che Gabriel avrebbe potuto voler indicare nel corso della sua crisi e, infatti, i poliziotti trovano qui i resti di altre cinque persone a cui manca l’unghia da un dito e che risultano essere state uccise con la stessa arma che ha freddato i due studenti universitari.
Non riuscendo a spiegarsi come Gabriel abbia fatto ad essere al corrente di così tante informazioni inerenti agli omicidi, tutti i sospetti si concentrano su di lui e infatti viene arrestato con l’accusa di essere il serial killer che sta impaurendo gli abitanti di Austin. Nel frattempo, Jane scompare nuovamente per cercare di avere un po’ di pace, ma viene raggiunto da una telefonata di Abbott, che lo prega di rientrare in quanto, non avendo prove a carico di Gabriel, l’FBI brancola nel buio più totale. Jane ha un colloquio con lui, al quale prova a far capire che conosce esattamente il modo in cui tenta di indurre la gente a credergli, e infatti anche lui prova ad indovinare, riuscendoci, alcune cose del passato del ragazzo, aggiungendo inoltre che, in realtà, non è né timido né insicuro come vorrebbe far credere a tutti: ancora una volta, Gabriel ribadisce di avere davvero delle visioni e sottolinea come la cosa non gli piaccia affatto. Non avendo prove contro di lui, Abbott è costretto a scarcerarlo, ma raccomanda a Cho di non perderlo di vista e di fare degli appostamenti davanti a casa sua: nel corso di uno di questi, Wylie viene aggredito da qualcuno che ha approfittato dell’assenza di Cho.
Dopo che Wylie si è ripreso dall’aggressione, i due poliziotti entrano nell’abitazione che Gabriel condivide con sua sorella e trovano la donna morta, evidentemente uccisa dalla persona che ha aggredito Wylie. Patrick aiuta quest’ultimo a ricordare dei particolari che possano mettere l’FBI sulla buona strada, dato che l’assassino non si è fatto vedere in volto, e tutti i ricordi di Wylie portano ad un birrificio poco distante. Qui, gli agenti dell’FBI hanno un’altra brutta sorpresa, in quanto trovano il cadavere di Gabriel appeso a una trave, privo di un’unghia di una delle dita del piede e con inciso su un braccio la scritta “fake”, cioè impostore.