Una puntata ricca di pathos, quella di Quarto Grado andata in onda ieri sera su Reta 4. L’attesa della sentenza della Cassazione per Alberto Stasi, rimandata al 17 aprile, il processo ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito per lomicidio di Merdith Kercher, quello a Cosima Serrana e a Sabrina Misseri, accusate della morte di Sarah Scazzi, il caso Chico Forti ed infine l’intervista al supertestimone nel caso Ragusa, sono i temi principali affrontati da Salvo Sottile nell’ultima puntata della fortunata trasmissione. Sottile dà il via alle danze con un’intervista al famoso testimone-chiave del caso della scomparsa di Roberta Ragusa, che adesso ha un nome e un volto: Loris Gozi. Per la prima volta, infatti, il superteste le cui parole potrebbero incastrare il marito della Ragusa, Antonio Logli, unico sospettato per la sparizione, oltre un anno fa, dellimprenditrice pisana mostra la sua identità è presente in studio a rispondere alle domande sulla sua testimonianza. L’uomo, considerato attendibile dagli inquirenti, ha dichiarato di aver visto la notte tra il 13 ed il 14 gennaio, il Logli litigare accanto alla sua macchina con una donna. Purtroppo non è in grado di fornire particolari specifici, dato il buio e la distanza, ma si dichiara sicuro di aver riconosciuto l’uomo e questo basta per smentire l’alibi del marito fedifrago che invece ha sempre ribadito di essere andato a letto intorno a mezzanotte. Gozi parla in studio con grande umiltà e compostezza ed aggiunge, ad avvalorare la sua testimonianza, un particolare importante: la mattina successiva il marito di Roberta è andato proprio da lui a chiedere se avesse visto la moglie, forse per sondare il terreno essendosi accorto che la notte precedente poteva averlo notato. Secondo voci di paese c’è anche qualcun altro che sa qualcosa e l’uomo invita tutti a parlare. Insomma il cerchio intorno a questa storia sembra stringersi. Siamo vicini alla verità?
L’attenzione della trasmissione si sposta poi sul processo Scazzi ed in particolare sull’arringa dell’avvocato Franco Coppi, difensore di Sabrina Misseri, che insiste sulla colpevolezza del padre di lei, Michele, adducendo come motivazione la prima che lo stesso zio di Sarah diede, e cioè l’attrazione sessuale nei confronti della nipote. La tesi della difesa è che l’uomo abbia tentato di abusare della nipote, cosa che è stata confermata per quanto riguarda i giorni precedenti all’omicidio. Sembra che l’uomo avesse un particolare interesse erotico nei confronti della 15enne, accresciutosi negli ultimi tempi, quando si era accorto che il suo corpo da adolescente stava cambiando. Ed è stato proprio in un raptus per zittire Sarah, dopo un suo rifiuto ad un approccio, che la difesa vede svilupparsi l’uccisione della giovane. In un servizio, Sottile mette in evidenza come, secondo la tesi di Coppi, tutta la ricostruzione dell’accusa è una specie di versione romanzata della vicenda con particolari personaggi. In studio, Sabrina Scampini e lo psichiatra Massimo Picozzi cercano di fare il punto sulle varie versioni fornite da Michele Misseri nel tempo, e il biologo Luciano Garofalo sottolinea ancora una volta che non esistono prove scientifiche intorno a cui poter fare ipotesi. Prove assenti anche nel caso di Garlasco, per l’omicidio della giovane Chiara Poggi per il quale oggi si attendeva il giudizio della Cassazione. Purtroppo l’udienza è stata rinviata al 17 aprile, per ragioni tecniche. Alberto Stasi era presente a Roma in aula e a rispondere alle domande in studio c’è il cugino di Chiara, esperto informatico. Ciò che si aspetta la famiglia di Chiara è che vengano riesaminati alcuni elementi rimasti oscuri nelle udienze precedenti, come la bicicletta mai sequestrata alla famiglia Stasi, vista davanti casa di Chiara quella mattina e come il famoso capello biondo trovato tra le mani della ragazza uccisa. A proposito di questo, Garofalo in studio spiega come è possibile analizzare un capello e come si possa da esso ricavare il Dna, pur essendo difficilissimo da un capello senza bulbo. Se la Cassazione decidesse di assolvere definitivamente Alberto Stasi lui non potrebbe essere più processato per questo omicidio ed eventuali prove future sarebbero inutili. Sarebbe auspicabile per la mamma di Chiara che quindi si procedesse prima a tali analisi rimaste in sospeso, per poter fugare ogni dubbio.
Il finale della trasmissione è dedicata alla vicenda di Chico Forti, il nostro connazionale condannato all’ergastolo negli Stati Uniti. Secondo la giustizia americana, Forti avrebbe ucciso, nel 1998, Dale Pike, figlio di un suo socio in affari. Ad averlo apparentemente incastrato è il fatto che sia stato l’ultimo a vedere viva la vittima perché era andato poco prima a prenderlo all’aeroporto di Miami. E proprio da Miami, l’inviata Francesca Carollo cerca di ricostruire la dinamica dell’omicidio, avanzando anche l’ipotesi che potesse trattarsi di un uccisione in seguito ad uno stupro omosessuale, avvalorata da alcuni esami sul corpo della vittima. In collegamento, la dottoressa Bruzzone sottolinea come il cadavere sembrava rivestito e posizionato su quella spiaggia, con sparsi intorno degli oggetti appositamente messi lì per incastrare Chico ed indirizzare le indagini in quella direzione. Un amico di Chico, in proposito, accusa le autorità americane di averlo voluto clamorosamente incastrare. Interviene anche l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi dichiarando l’interesse dell’amministrazione su questo caso e la possibilità che tenendo alto l’interesse dei media possa esserci la riapertura del caso. L’inviata a Miami riesce a strappare qualche parola dal carcere allo stesso Chico, arrabbiato per aver perso la sua libertà da innocente, senza aver fatto nulla, e terribilmente addolorato per aver dovuto rinunciare a tutti i suoi affetti ed in particolare ai figli. La sua idea è di aver pestato involontariamente i piedi a persone influenti, trovandosi incastrato in una vicenda assurda.