Degli anni ’60 mi piacciono molte cose. Dai capelli cotonati all’eleganza del tubino nero (che sì, non ha età ma è proprio in quel periodo che inizia a diventare outfit irrinunciabile per ogni donna). Dalle prime televisioni ai mangiacassette (brevettati dalla Philips nel ’63) che ogni tanto si inceppavano e allora tu eri costretto a riavvolgere il nastro con l’aiuto di una biro. E, ancora, degli anni ’60 apprezzo più di ogni altra cosa il boom economico che ha comportato, in poco tempo, l’evolversi di una società, quella italiana, stanca delle fatiche di una guerra mondiale dalla quale ormai si cercavano di rifuggire i ricordi, e zeppa di speranze verso un futuro tutto da vivere, da scrivere, da ridere soprattutto.
E anche da questa voglia di ricominciare, infatti, nasce la commedia all’italiana che (e molti qui non saranno d’accordo ma poco importa) resta per me uno dei generi più interessanti del panorama cinematografico del nostro Bel Paese. E allora, quale miglior occasione se non qualche sera estiva (e calda) di questo agosto per rispolverare uno dei più divertenti progetti d’autore di Luigi Zampa?
Data di nascita 1905, Luigi Zampa è stato uno dei registi fra i più importanti in Italia. Anche sceneggiatore, ondeggia nel corso della sua carriera tra prodotti satiro-grotteschi come la trilogia sul fascismo – Anni difficili, (1948), Anni facili (1953), L’arte di arrangiarsi (1955) – e l’appendice del 1962 Anni ruggenti, e la pura e più classica commedia all’italiana – per l’appunto – con, tra le altre, una pellicola divertentissima e, concedetemelo, anche molto romantica come Frenesia dell’estate, di cui vorrei proprio parlarvi oggi.
Uscito nelle sale cinematografiche italiane nel lontano 1963, con Vittorio Gassman, Michèle Mercier, Amedeo Nazzari, Lea Padovani e la bella Sandra Milo, racconta di una serie di flirt “stagionali” che hanno fatto sbellicare dalle risate i nostri nonni, forse mamma e papà e, ne sono certa, non riusciranno a non divertire anche quelli un po’ più giovani.
Sempre presente la figura, quasi prima protagonista, dell’uomo in uniforme, talvolta stupidotto o per lo meno farfallone. Qui interpretato da Gassman in persona, infatti, il capitano dell’esercito italiano Nardoni temerà di essersi innamorato perdutamente di un travestito da Cabaret. Inutile dirlo, la cosa lo spaventerà moltissimo, finché non scoprirà tuttavia che sotto ai vestitini sbrilluccicanti si stesse nascondendo una bellissima donzella. Anche Marcello fa la sua parte (personaggio così chiamato anche per il chiaro riferimento al bel e affascinante Marcello de La dolce vita di Fellini), interpretato da un attore considerato irresistibile negli anni Cinquanta ma ormai un pochino in là con l’eta, Amedeo Nazzari, che – autoironico – scherzerà sugli anni che passano vestendo i panni di un indossatore d’alta moda che di invecchiare non ne vuole proprio sapere. Anche la sensualità fatta persona, Sandra Milo, ci regalerà grande emozioni. La “tanta” Sandra, stavolta, venderà caldi bomboloni sulle spiagge, intrattenendo i bagnanti col suo fare da amante perfetta.
Un film decisamente interessante e dalla sceneggiatura non banale, divisa in episodi – tre differenti per l’esattezza – come spesso si era soliti fare nelle produzioni cinematografiche di quegli anni. Numerose e tutte diverse le firme alla sinossi, rispettivamente di Age e Scarpelli, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi e Mario Monicelli.
La Frenesia dell’estate di Luigi Zampa conquistò i botteghini incassando, sino al 30 giugno del 1965, la bellezza di 455.309.472 di lire. Un grandissimo successo di pubblico, dunque, nonostante la critica da subito lo recensì come un filmetto non troppo elaborato e di poca importanza nel Cinema. Nelle pagine de “L’Avanti” del 6 febbraio 1964, infatti, si leggeva: “Gli attori sono tutti o quasi esperti, quindi il regista non ha certo faticato con loro. Nè, per la verità, deve aver faticato nella direzione del film nel suo complesso”. (Insomma, gli anni passano, ma certe cose non cambian mai).