Il suo film L’ultima cima ha girato prima la Spagna e quest’anno l’Italia, ma nel frattempo si è diffuso rapidamente in tantissimi paesi del mondo. E dire che lui, Juan Manuel Cotelo, voleva solo raccontare la storia di un sacerdote che aveva sentito parlare nel 2009. Un prete, don Pablo Dominguez Prieto, che è morto in montagna poco prima che lui potesse rincontrarlo (come ci ha raccontato in questa intervista). Oggi Cotelo parlerà al Meeting di Rimini: ecco cosa ci ha raccontato, anche a proposito dei suoi “progetti” per il futuro.
È dal 2010 che sta girando il mondo, invitato come regista a presentare il suo film L’ultima cima, che sarà proiettato oggi a Rimini: come descriverebbe in breve questa esperienza?
Ho visitato venti diversi paesi in tre anni e per riassumere questa esperienza vorrei sottolineare due aspetti tra gli altri che ho scoperto e vissuto. Il primo è la sorprendente varietà di colori dentro la Chiesa. La mia esperienza nella Chiesa, prima di questi ultimi anni, era troppo angusta, circoscritta, limitata alle mie sole educazione e pratiche spirituali. Non sto affatto dicendo che era una cattiva educazione, ma mi aveva dato un punto di vista molto angusto sulla Chiesa. Ora vedo la differenza! Una delle ricchezze della Chiesa è proprio data dalle infinite vie che esistono per servire Dio. Negli ultimi anni ho avuto il dono di incontrare persone di tutti i tipi, che vivono la stessa fede, adorano lo stesso unico Dio nella sola Chiesa fondata da Cristo e in modi così tanto diversi: è straordinariamente bello! Dio ha creato ciascuno di noi in un modo differente e ci integriamo nella Chiesa, nonostante chi siamo o quali siano la nostra cultura o il nostro retroterra. Non c’è eccezione: tutti ci integriamo qui.
Qual è la seconda “scoperta” che fa fatto?
Ho trovato il vero amore dei miei fratelli e sorelle, nella Chiesa. Non in un modo poetico o simbolico, ma tangibile. Quando capisci che sei davvero amato dagli altri, per il solo gusto dell’amore di Dio, solo perché sei un figlio di Dio, un fratello, l’impatto è profondo e forte. Come possono amarmi così tanto? Perché mi amano così tanto? La risposta a queste domande mi ha portato alla percezione di essere parte di una famiglia spirituale che è reale e forte, non una favola. E la sento come una responsabilità: vale a dire il modo con cui dovrei trattare tutti, perché siamo tutti fratelli e sorelle. Se tutti noi cercassimo di amare gli altri come Gesù ci ama, senza condizioni, il mondo cambierebbe molto rapidamente.
Ha mai considerato una “sfortuna” la morte di un sacerdote come don Pablo?
Nessuna morte può essere considerata una “sfortuna”, a meno che sia considerata tale agli occhi di Dio. Credo nel Paradiso, nella vita eterna, alle promesse di Gesù. Credo in tutto questo! Non sono delle favole, sono reali! Allora la domanda è: se è vero che Dio nostro Padre ci sta aspettando in Paradiso come potrebbe essere una “sfortuna” incontrarLo? L’unica cosa che può essere considerata una reale “sfortuna”, in tutto il suo significato, è perdere un tale incontro eterno volentieri, liberamente. Abbiamo la capacità di respingere Dio ora e sempre. Abbiamo la possibilità di una tale scelta! ScegliamoLo e non ci saranno rimpianti, “sfortune”. Nel caso di un sacerdote che muore dopo una vita intera a servire la gente come ponte verso il Paradiso, beh, il suo incontro con Dio può facilmente essere visto come un bel capitolo della sua vita.
Nel sito internet dedicato al suo film, lei si descrive come un gioielliere che sta ora condividendo il proprio tesoro attraverso la casa di produzione “Infinito+1”: potrebbe dirci uno o due dei regali più grandi che sente di avere ricevuto (o scoperto) durante gli ultimi tre anni?
Per riassumere l’intero tesoro, sento di avere un nuovo cuore, nuovi occhi, nuova bocca, nuove orecchie. E sento come di ricevere un nuovo inizio, una nuova opportunità, un nuovo invito ad amare. Il film sulla mia vita appare lo stesso di prima… ma ora non è più in bianco e nero ma a colori; non è in due dimensioni ma in 3-D, e non è muto ma possiede il suono migliore. Posso facilmente trovare l’amore di Dio intorno a noi. Non è una scoperta intellettuale. Non è qualcosa che ho acquistato o conquistato con i miei sforzi o il mio intelletto. È un puro dono, che non potrei mai meritare. Quello che posso fare è accettarlo o respingerlo. Ma mai meritarlo. Posso condividerlo o tenerlo per me. Questo potrebbe essere il modo più facile per perderlo, perché tutti i doni che otteniamo da Dio devono essere condivisi.
Come questi doni stanno influenzando la sua carriera e/o i suoi prossimi progetti?
Uno degli effetti pratici che questa nuova visione ha nella mia vita è che non faccio più piani. Finora ho speso la mia vita facendo piani per il futuro: “Farò questo tra un anno, quello tra due anni, un’altra cosa tra cinque anni…”. È una buona maniera per perdere la tua pace, perché i tuoi piani sono sempre minacciati da fattori che non puoi controllare. E anche un modo per aumentare la tua vanità, se raggiungi i tuoi scopi. Una volta che capisci che la tua intera vita è sempre nelle mani migliori, le mani di Dio, dai meno importanza alle tue idee, ai tuoi piani, alle tue possibilità o conquiste, e conti più su di Lui. La parola chiave è “fiducia”. Se ti fidi di Dio, Gli permetti di fare piani e semplicemente li accetti, comunque siano. Se Dio vuole farti sentire amato benissimo! Se vuole farti sentire come Gesù che porta la croce, abbandonato, benissimo! “Non la mia, ma la Tua volontà sia fatta”. Quindi, quello che ora faccio è pregare, parlare con Dio e ascoltarLo invece di pensare da solo. Gli chiedo semplicemente di guidarmi, di decidere, di darmi la necessaria intelligenza per seguire i Suoi piani.
Quali sono i suoi piani per il futuro? A quando il prossimo film?
Stiamo quasi ultimando un lungometraggio che è nato ponendo questa preghiera: “Per favore, fammi capire che film vorresti fare, nel caso avessi solo un’altra opportunità per fare un film”. La risposta è arrivata velocemente… e la stiamo realizzando. Tratta di Dio e te, Dio e me, della sincera ricerca della verità, delle conseguenze del trovare la verità su Dio e sul genere umano; riguarda la nostra libertà, gli sforzi che il Nostro Padre sta facendo per riconquistare noi, i Suoi figli, e la durezza dei nostri cuori. È un invito ad amare e sul dono che abbiamo ricevuto quando Dio ci diede Sua Madre come Nostra Madre.
Cos’è cambiato nella sua vita dopo questa esperienza? Cosa pensa della sua famiglia?
Mia moglie e i miei figli sono doni enormi che ho ricevuto da Dio, senza meritarli. Sono la mia strada verso il Paradiso. Per la grazia del Sacramento, siamo un corpo, un’anima. Se rompiamo questa unità, concepita in Paradiso, i risultati sarebbero tremendi, non solo per noi stessi, ma per molte persone, per un incalcolabile numero di persone. L’importanza di una singola famiglia è molto più grande del numero dei suoi componenti. Riguarda la Chiesa intera e il mondo intero. Una singola famiglia è qualcosa di estremamente trascendentale. Ecco perché Satana sta cercando di distruggere ogni famiglia, in particolare quelle credenti. Se preghiamo in famiglia, i suoi attacchi sono deboli. Ma se non preghiamo, non resisteremo.
Il fatto di avere conosciuto don Pablo in un modo così particolare le è comunque di aiuto nella sua vita quotidiana?
Non possiamo misurare l’aiuto che riceviamo dall’alto. Possiamo avvertirlo, accettarlo ed esserne grati. Ma è enorme! Pablo è un aiuto per molta gente, me compreso. Dio è così umile che permette a noi, uomini, di essere Suoi collaboratori. Ogni santo è un collaboratore di Dio. Pablo era ed è ancora un collaboratore di Dio. Il suo sorriso, il suo senso dell’umorismo, è un forte richiamo ad aumentare la mia fede, quando la vita diventa un po’ più dura.
Ci può dire qualcosa circa la sua partecipazione al Meeting di Rimini? Ci è mai venuto? Quali sono le sue attese?
Tutto sarà una sorpresa per me. Ci vado con il cuore aperto ad ascoltare, a imparare, a godere e a ricevere. Se posso dare qualcosa, anche se fosse un piccolissimo aiuto a qualcuno che nemmeno conosco, quello sarà anche troppo! Tutto è nelle mani di Dio, compresa la mia partecipazione all’evento di Rimini. Egli mi fa strada.
Quest’anno il Meeting mette a tema l’uomo e il suo bisogno di esistere come un essere unico e irripetibile: qualcosa di cui ha già fatto esperienza e che ha potuto mettere a fuoco grazie alla storia di fede e amicizia vividamente descritta nel suo ultimo film, non trova?
Sto imparando che nessuno è più importante di un altro. Nessuna vita è più grande di un’altra. Siamo tutti unici e perfetti agli occhi di Dio. Dobbiamo accettare e amare la nostra vita, la nostra realtà, la nostra famiglia, i nostri vicini: tutto ciò costituisce l’unico modo che ognuno ha di raggiungere il Paradiso. Se la mia strada passa attraverso questa persona, devo amare questa persona. Se la mia vita passa attraverso la sofferenza, devo amare quella sofferenza. La vita è un sentiero verso l’eternità, verso l’amore. Abbiamo la libertà di amare o di odiare, di perdonare o meno, di scusarci o meno, di condividere i doni o tenerceli per noi stessi. Ogni circostanza che abbiamo di fronte può essere vista come un invito ad amare. La vita è una questione di amore o una questione di egoismo. Scegliamo l’amore, ogni giorno, ancora una volta!
(Leonardo Locatelli)