Stasera, martedì 7 luglio 2015, Iris trasmetterà il film drammatico dal titolo Il prefetto di ferro, diretto da Pasquale Squitieri. Vediamo la trama: siamo a Palermo è l’anno 1925, Cesare Mori (Giuliano Gemma) è un uomo dalle indiscusse qualità morali ed etiche. La sua alta carriera da Prefetto lo ha fatto sempre distinguere per la propria caparbia e determinazione nel tutelare lo Stato che lui rappresenta. Cesare Mori, inoltre, si occupa di sedare i nascenti gruppi fascisti e di perseguire e condannare chi infrange la legge, anche se in quel momento sta ricoprendo ruoli di potere. E’ proprio in questo clima che Cesare Mori viene incaricato di recarsi a Palermo per ricoprire il ruolo di Prefetto nella città di Palermo. Data la situazione storica e culturale del momento, nonché la pericolosità per Mori di incorrere in eventuali ritorsioni e vendicazioni, viene deciso che il suo spostamento debba avvenire di notte.
E così accade, Cesare Mori arriva a Palermo nel bel mezzo della notte. A lui quindi il compito decisivo e allo stesso anche pericoloso e delicato di assumere poteri speciali che gli diano la possibilità di combattere con gli strumenti in suo possesso la criminalità organizzata che spopola nella città di Palermo, ma anche in tutta la Sicilia: la Mafia. Il duce Benito Mussolini lo aveva incaricato e inviato queste terre per combattere questa piaga. Cesare Mori, però, pur sottolineando la propria estraneità al fascismo e alle sue ideologie, decide comunque di accettare l’incarico. Mori infatti in passato si era distinto per aver combattuto contro il ras Arpinati e i suoi uomini nei primi anni degli anni venti, motivo per cui le sue idee erano tutt’altre che orientate al fascismo. Il prefetto Cesare Mori, ancor prima di arrivare a Palermo, era riuscito a ottenere delle importanti informazioni. Con la collaborazione ed il prezioso aiuto professionale del maggiore Spanò facente parte della Regia Arma dei Carabinieri gli vengono fatte delle confidenze atte a combattere la Mafia così fortemente radicata. Mori allora incomincia ad applicare misure e provvedimenti contro la criminalità organizzata.
Il suo lavoro però ben presto inizia a dar fastidio ai vari boss della zona, tant’è che per incutergli paura viene decisa l’esecuzione di una intera famiglia, con l’intento di spaventare il prefetto e farlo andare via. Tuttavia, Cesare Mori non si da per vinto, anzi decide di affrontare personalmente e uccidere il boss Antonio Capecelatro. Durante la sua permanenza a Palermo, Mori fa la conoscenza di una donna del posto che gli spiega un po la situazione della città ma dell’intera Sicilia. Gli confessa dell’abitudine dei Siciliani di chiamare Piemontese tutte le persone che arrivano a Palermo e che per il proprio lavoro non sottostanno alle regole della Mafia e che per questo motivo anche lui viene chiamato nello stesso modo nonostante sia di origini friulane. Il lavoro di Cesare Mori continua, raccoglie ancora indizi, ma poiché non ha testimonianze concrete non sa come agire, così comincia una vera e propria lotta contro il brigantaggio della zona che in realtà era pilotato dalla Mafia, con l’intento di spaventare i mafiosi. Poi facendosi aiutare da un numero cospicuo di poliziotti e soldati decide di assediare la città di Gangi, da ordine di chiudere le condotte dell’acqua e di ispezionare ogni casa della cittadina. Vengono quindi arrestati numerosi briganti nonché un potente boss Don Calogero Albanese (Francisco Rabal), da tutti conosciuto come il Brigante Albanese, che era latitante da più di quaranta anni.
La vittoria ottenuta da questa azione spinge Mori ad alzare il tiro anche contro i restanti mafiosi, fa allora irruzione all’interno dello studio notarile di uomo di nome Concetto Tarvisio e gli porta dei documenti importanti che gli permetterebbero di arrestare tantissimi mafiosi e altri uomini immischiati con la criminalità organizzata. Questo suo modo di agire lo espone ripetutamente ad attacchi dei mafiosi che vorrebbero eliminarlo, ma Mori riesce a salvarsi poiché aveva intuito dei legami tra la Mafia e il fascismo. Attraverso la conoscenza di un avvocato, che è il capo dei fascisti siciliani, riesce anche a conoscere il Ministro dell’Interno. Questo gli fa assumere la nomina regia a senatore e viene quindi trasferito a Roma, mentre al suo posto viene messo proprio l’avvocato Galli. Il prefetto di ferro è un film di genere biografico – avventura prodotto nel 1977 in Italia diretto dal regista Pasquale Squitieri prendendo spunto dall’omonimo romanzo di Arrigo Petacco. La durata della pellicola è di circa 1 ora e 50 minuti al netto dei passaggi pubblicitari mentre nel cast sono presenti anche Massimo Mollica, Lina Sastri e Claudia Cardinale.