Ieri, sabato 3 ottobre 2015, Ulisse – il piacere della scoperta ha raccontato il lungo conflitto con Cartagine, durato oltre un secolo. Cartagine, che era stata fondata da coloni fenici, sorgeva nellarea dellattuale Tunisi, allepoca dellinizio della prima guerra punica contava circa 200.000 abitanti, era uno dei centri commerciali più importanti del mediterraneo e dominava tutta larea settentrionale del Nord Africa, la parte meridionale della Spagna, la Sardegna, la Corsica e la parte occidentale della Sicilia. Per molto tempo Roma e Cartagine si rispettarono e giunsero perfino a stendere dei trattati di collaborazione ma nel momento in cui la Repubblica romana amplia ed estende il suo potere nellItalia meridionale e inizia operazioni militari in Sicilia il conflitto diventa inevitabile. Il punto di rottura si ha nel momento in cui Roma si impossessa di Messina e scatena la reazione di Cartagine, dando inizio alla prima guerra punica che durò più di 20 anni ed ebbe come teatro la Sicilia ed il circostante mare Mediterraneo. Roma aveva una superiorità schiacciante sulla terra ferma, per merito delle sue collaudate ed esperte legioni ma non aveva forza sufficiente per contrastare il nemico sul mare, dove perse numerose battaglie fino a quando non prese la storica decisione di progettare e costruire una nuova e potente flotta, facendo un notevole sforzo economico. Nel 241 a.C. Roma distrusse la flotta cartaginese nella storica battaglia delle Egadi, ponendo fine alla prima guerra punica e conquistando la Sicilia, ad eccezione di Siracusa che conservò la sua autonomia. Roma ampliò poi il suo dominio conquistando la Sardegna e la Corsica e infliggendo a Cartagine durissime condizioni di resa. Il Senato cartaginese accettò queste durissime condizioni ma Il suo generale migliore, Amilcare Barca, giurò assieme al proprio figlio Annibale, odio eterno a Roma, formò con forze mercenarie un nuovo esercito e si allontanò da Cartagine spostandosi in Spagna perché prevedeva con lungimiranza il tentativo di espansione romana in tutto il mediterraneo. Amilcare in Spagna organizza e collauda il suo esercito di cui fanno parte gli elefanti dellAtlante, istruisce in battaglie continue il figlio Annibale e fonda nel sud la città Nuova Cartago. Amilcare rimane ucciso in una imboscata tesa da tribù locali, al suo posto succede Asdrubale. Alla sua morte arriva il momento di Annibale, che prende il comando definitivo dellesercito localizzato in Spagna e, tenendo fede al giuramento fatto assieme al padre, prende la decisione di conquistare Sagunto, invadere lItalia e conquistare Roma, compiendo una storica impresa, passando attraverso le Alpi. Siamo nel 218 a.C. e inizia la seconda guerra punica. Il suo esercito che allinizio contava 100.000 uomini si ridusse a meno di 30.000 ma continuò ad avanzare nel territorio italiano. Presso il fiume Ticino avvenne il primo scontro con lesercito romano, guidato da Publio Cornelio Scipione. Gli uomini di Annibale abituati alla guerra di movimento, alimentata da una veloce cavalleria, hanno il sopravvento. Annibale che ha rimasto appena 25.000 uomini, cerca di convincere le popolazioni galliche fedeli a Roma di passare dalla sua parte e forte di ben 40.000 uomini prosegue la sua marcia attraverso l’Italia. Sulle rive del lago Trasimeno avviene un nuovo scontro con i Romani, guidati da Gaio Flaminio, che vengono coinvolti da Annibale in una imboscata. La battaglia risultò un massacro per i Romani, che persero ben 10.000 uomini fra cui lo stesso Gaio Flaminio. Annibale, prima di riprendere la marcia, decise di cremare i corpi dei caduti facendo costruire appositi forni ma ritenendo di non avere forze sufficienti per prendere Roma, decise di aggirarla per dirigersi verso sud nel tentativo di convincere le popolazioni locali a unirsi al suo esercito e nella pianura di Canne si scontrò nuovamente con l’esercito romano, in una storica battaglia. Pur in inferiorità numerica e grazie alle sue veloci cavallerie, poste alle ali, Annibale compie un prodigio strategico e punisce duramente l’avversario. Annibale manda il fratello Magone a Cartagine per chiedere forze fresche. Il Senato, forse invidioso del successo clamoroso di Annibale, negò un sostegno immediato. Roma intanto prese concrete misure per rafforzare l’esercito come arruolando gli schiavi, comprati ai padroni e liberando un certo numero di carcerati, chiedendo loro di combattere in cambio della libertà. Nel 211 a.C. Annibale decide di attaccare la città di Roma ma non riesce a conquistarla. Le legioni romane comandate da Scipione l’Africano raccolgono vittorie in Spagna e in Italia riconquistano lentamente le città sconfitte da Annibale. Scipione l’Africano conquista definitivamente la Spagna e invade il Nord Africa per arrivare a Cartagine. Il Senato chiede l’immediato ritorno di Annibale per difendere la città. Nel 202 a.C. Annibale si scontra con l’esercito romano guidato da Scipione a Zama ma viene sconfitto per la prima volta e termina la seconda guerra punica. Cartagine è ridotta a uno stato vassallo di Roma e Annibale decide di andare in esilio quando il senato lo tradisce e vuole consegnarlo ai Romani. Per 13 anni in oriente presta la sua opera a favore delle popolazioni ostili a Roma. Il senato romano lo scopre in Bitinia e accerchia la sua villa ma Annibale preferisce avvelenarsi piuttosto che cadere nelle mani dell’odiato nemico. La terza guerra punica, iniziata dopo un periodo di pace 50 anni, portò alla distruzione definitiva di Cartagine nel 146 a.C.
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