Ospite ieri a Matrix, il presidente del Consiglio Mario Monti ha affrontato tutti i temi più attuali, come il lavoro, la disoccupazione, larticolo 18, ma anche le tanto discusse liberalizzazioni, la Borsa, lo spread e il clima politico. Diverse affermazioni del premier sono però destinate a sollevare numerose polemiche, come quelle sui giovani e il posto fisso: secondo Monti, infatti, «tutte le cose che stiamo cercando di fare sono operazioni di ricerca della consapevolezza. I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia, ricordando poi che «la finalità principale della riforma è quella di ridurre il terribile apartheid che esiste tra chi per caso o per età è già dentro e chi fa fatica ad entrare. Riprendendo le parole del ministro Fornero, Monti ha spiegato che larticolo 18 «non è un tabù. Può essere pernicioso per lo sviluppo dell’Italia e il futuro dei giovani in un certo contesto, ma può essere abbastanza accettabile in un altro contesto, quindi è necessario attuare una «riforma degli ammortizzatori che tuteli il singolo lavoratore quando deve cambiare lavoro, senza legare la tutela del lavoratore a un posto di lavoro che diventa obsoleto. Il premier ha parole anche per Berlusconi, il cui appoggio, ha detto, è «fondamentale come lo è quello del Partito Democratico e del Terzo Polo. Venendo da chi ricopriva il ruolo di presidente del Consiglio è un appoggio particolarmente significativo e questo credo che dia anche internazionalmente il segno di una continuità. Però, spiega Monti, «non mi aspetto appoggio se faremo cose sbagliate, anzi mi aspetto che saremo invitati ad andarcene ed ovviamente ce ne andremo, ma se faremo cose utili, ma anche migliorabili, credo che dare l’appoggio al nostro governo sia un sevizio reso all’Italia. Proprio riguardo alla durata della sua carica, Monti dice di non sapere ancora «che ricordo porterò alla fine, nel marzo del 2013 o ad aprile, ma so che sarà una parentesi chiusa ed immagino che il ricordo sarà positivo solo se l’Italia sarà migliore di oggi. Ce la faremo, ha aggiunto. Si parla poi di spread, che «non è il voto definitivo che la maestra dà, ma più scende lo spread e i tassi di interesse, più si crea spazio nei conti dello Stato e delle imprese per tornare a una vita normale fatta anche di investimenti. E riguardo lincontro di Bruxelles nei giorni scorsi e il Fiscal Compact, Monti spiega che si tratta di «un accordo importante perché consolida, cristallizza, rende definitiva l’adesione alla disciplina di bilancio, è un bene per tutti in Ue. Nel 2003 furono Germania e Francia, non paesi del sud, a mettere in discussione questa disciplina, è un punto di arrivo importante anche perché non contiene appesantimenti rispetto a quanto già accettato l’anno scorso nel six pack.