Mare e montagna, passando per autostrade intasate. Acqua limpida, bagni e sole, in Toscana; camminate e fresco in Tirolo. Gente spaparanzata e rilassata. Poi una proposta non prevista e inattesa: Lourdes. Anche qui tanta gente, tantissima rispetto ai luoghi di vacanza appena visitati.
Il mio primo ricordo di Lourdes è il film Bernadette di Henry King del 1943. Un capolavoro. L’ho visto da piccolo all’oratorio, poi negli anni diverse volte in tv e in dvd. il bellissimo film che ci ha accompagnato come testimonianza dell’apparizione della Madonna, dei miracoli e delle guarigioni prodigiose. Il film vinse quattro Oscar. L’attrice che impersona Bernadette è Jennifer Jones e fu premiata per la sua interpretazione che ancor oggi ci commuove.
Quando la pellicola fu girata lei aveva 24 anni, un’alterazione rispetto ai 14 anni di Bernadette. Ma le polemiche su questo particolare non da poco furono presto dimenticate e soverchiate dalla bellezza, dal realismo del film è da come la Jones ha impersonato Bernadette. Il doppiaggio è eccezionale. Il film è realistico, storico, non sentimentale. Bisogna però immedesimarsi con esso e con Bernadette.
Il film è stato tratto dal libro “The song of Bernadette” di Franz Werfel. Leggetelo. L’autore, ebreo, per sfuggire ai nazisti si rifugia nel piccolo paese pirenaico. Qui conobbe e scoprì l’evento miracoloso e fece voto di comporre una “canzone” (come lui la definisce) se la Madonna lo avesse salvato d aiutato a trovare rifugio negli Stati Uniti. Ciò accadde e il testo che compose fu questo grande romanzo storico che, come Werfel afferma, non ha nulla di inventato, ma è una testimonianza di ciò che accadde veramente a Lourdes. Un ebreo che testimonia con lucidità la fede cristiana, un paradosso che lascia attoniti.
L’autore è famoso anche per il voluminoso libro “I quaranta giorni del Mussa Dagh”, che racconta in forma romanzata il genocidio degli armeni e la resistenza di 5000 di essi contro l’imperioso esercito turco. Guarda caso l’ho letto non meno di un mese fa. Un testo da introdurre nelle scuole per poter riscrivere la storia.
Tornando al cinema, un altro film da vedere, ma non è paragonabile a quello sopraccitato è Bernadette (1988) di Jean Delannoy. Sicuramente molti lo conoscono per Dio ha bisogno degli uomini, ma non bisogna tralasciare anche Cani perduti senza collare (1955), La passione di Bernadette (1989) e il suo ultimo film Maria di Nazareth (1995). Sicuramente un uomo alla ricerca del Mistero e avendo vissuto 100 anni ha avuto più possibilità di altri, beato lui. Ricordo anche (ed è una mia passione) che ha girato Il Commissario Maigret (1958) e Maigret e il caso Saint-Fiacre (1959) entrambi con Jean Gabin. Due film da annoverare in videoteca, soprattutto il secondo dove Maigret si accorge di non aver tenuto conto, di non essere stato attento, ai particolari che la realtà gli metteva in evidenza.
Ho citato solo due film su Lourdes perché altre pellicole non mi sembrano (ma è un mio parere) di rilevanza storica e cinematografica. Aggiungo un altro libro che ho letto nel 2010, “Viaggio a Lourdes” di Alexis Carrel uscito postumo nel 1945. Un passo racconta: “E nell’orecchio di A., Lerrac sussurrò: Se costei guarisce, io crederò ai miracoli”. La malata guarirà, e al contrario di Zola, che anch’egli constatò con i propri occhi delle guarigioni, Alexis Carrel, premio Nobel per la medicina nel 1912, crederà. Allargherà cuore e mente a ciò che ha visto.
Sono appunti stesi a un racconto in cui uno scienziato non credente in pellegrinaggio nel paese dove è apparsa la Madonna e dove accadono i miracoli, si converte nel toccarne uno con mano. Una malata che ha curato e assistito nel viaggio in treno, data ormai per moribonda, guarisce completamente. L’uomo di scienza, Lerrac (anagramma di Carrel), si apre definitivamente a Dio.