Se in molti si aspettavano un adeguamento da parte di Pif all’ormai noto stile del Festival di Sanremo saranno rimasti delusi. L’ex iena e vj di MTV ha infatti deciso di portare una ventata di novità all’interno dell’Ariston, proponendo un’anteprima del Festival in perfetto stile con il suo programma Il testimone. Dopo un iniziale inquadratura ampia, nella quale lo vediamo indossare uno smoking, seduto a un pianoforte che finge di suonare, si passa subito alla più consueta, almeno per i suoi fan, inquadratura stretta e amatoriale. La musica è intrigante ma semplice e, armato di telecamera, Pif ci porta a scoprire in pochi minuti la città nella quale si svolge il più noto Festival musicale italiano. Per prima cosa ci ritroviamo sul lungomare Imperatrice di Sanremo, per poi passare alla celebre fontana con tanto di scritta “Sanremo”. Rapidamente ci passa dinanzi agli occhi una carrellata di immagini: il porto della città, il suo simbolo (il noto leone incoronato), la villa comunale, le serre nelle quali fioriscono i tanto apprezzati e amati fiori di Sanremo, il casinò, versione diurna e notturna e il municipio. Qui Pif fa la sua prima vera tappa, fermandosi a parlare con il sindaco, al quale pone delle domande da vero uomo di strada. Per prima cosa come si chiamano esattamente gli abitanti di Sanremo. Il primo cittadino specifica che i “sanremesi” solo coro che abitano nella città e che dunque vi hanno la residenza, mentre i sanremaschi solo gli originari del posto. Infine scopriamo la corretta dicitura del nome della città, che non prevede spazi, e dunque è Sanremo. La cosa potrebbe sembrare scontata, ma come Pif mostrerà a breve non lo è affatto. Continuando la nostra passeggiata virtuale ci troviamo in corso Matteotti, anch’esso visto di giorno e di notte, dinanzi alla stazione dei pompieri e poi al liceo Cassini, frequentato al tempo da Italo Calvino. Dopo la pista ciclabile ammiriamo la statua dedicata a uno dei simboli della televisione italiana, Mike Bongiorno. Notiamo poi la prima dicitura errata, riportata su un cartello stradale, sul quale è scritto San Remo. Divertente notare come nella città vecchia alcuni altoparlanti in strada trasmettano le note canzoni che sono passate per il palco dell’Ariston. Forse molti non conosceranno il piatto tipico della città, i cui ingredienti principali sono patate e stoccafisso. Il suo nome è “branda cujun”, derivante dalla sua particolare preparazione. Una scritta sbagliata è presente anche alla vecchia stazione (San Remo), mentre in quella nuova è stata apportata la giusta modifica. Sfruttando la disponibilità di un passante, che finge di leggere un giornale, scopriamo le due frasi più abusate a Sanremo: “Belìn e Belàn”. Continuando a riprendere i cittadini, ci viene mostrato una tenerissima neonata, Claudia che, non avendo ancora compiuto sei giorni, è la più giovane abitante della città, mentre la più anziana ne ha 105, e si chiama Angela. Finalmente però si arriva all’Arison, dove Pif spera in un’entrata trionfale, essendo ormai a tutti gli effetti un vip, ma le cose non vanno come sperava. Un membro della sicurezza gli dice che non può passare, soprattutto brandendo una telecamera. Sulla porta infatti c’è un foglio con su scritto: “Esibire sempre il pass”. Dopo aver spiegato qual è il suo ruolo Pif riesce ad addentrarsi nel teatro, dove richiede e ottiene il suo tanto agognato pass, di cui fa subito abuso, entrando e uscendo dalla porta d’ingresso, per il semplice fatto che il tesserino che porta al collo gliene dà il diritto. Dopo essere passato dai camerini al teatro, Pif si dirige in sala stampa, dove ad attenderlo c’è Gino, storico capotecnico del Festival. Lui racconta che la sala può contenere fino a 1000 giornalisti accreditati e pesca dal passato un aneddoto intrigante su Gorbaciov. Di certo però non può andar via senza aver salutato Fazio e il suo team, che in breve gli spiegano il tipo d’ansia cui saranno sottoposti dopo ogni puntata, con la pistola dell’Auditel puntata alla tempia. Dopo aver ottenuto un pronostico sugli ascolti della prima puntata da Fazio, Pif ritorna in strada, mostrando la banda, il cimitero, la tipica focaccia, lo stadio e la basilica, dove incontra il parroco, che svela il vero santo protettore della città, San Romolo, al quale Pif prova a dedicare, con l’aiuto della banda, un nuovo Festival.