Mai senza mia figlia, è il film che andrà in onda su TV8 oggi, sabato 4 giugno alle ora 21:15. Una pellicola del genere drammatico, datata 1991, prodotta interamente in America dalla Metro Goldwyn Mayer, il film vede la regia di Brian Gilbert. Con un montaggio di Terry Rawlings e le musiche di Jerry Goldsmith, gli interpreti principali sono Sally Field e Alfred Molina. Anche se non spesso mandato sul piccolo schermo italiano, il film, ha riscosso un buon successo, grazie alla bella storia raccontata, ma che principalmente è stata realmente vissuta, e narra degli anni in cui due blocchi contrapposti si spartivano il mondo, da una parte il paese a “stelle e strisce”, mentre dall’altro le varie dittature locali presenti in tutto il pianeta. Ma ecco nel dettaglio la trama del film.
Betty (Sally Field), è una giovane donna, forte e intraprendente, la sua vita americana ha trovato appagamento quando si innamorò con il medico iraniano Moody (Alfred Molina). La loro vita prosegue tranquilla, con la felicità che ogni famiglia possiede. I due hanno anche una giovane bambina, Mahtob (interpretata da Sheila Rosenthal) e nulla sembra turbare la loro serenità. Un giorno il marito di Betty, musulmano praticante ma non estremizzato, riceve una telefonata dalla sua famiglia d’origine. L’uomo dopo la chiamata dei parenti, si mette all’opera per organizzare un rientro di due settimane nel paese orientale, rientro che Betty inizialmente accoglie con ritrosia, in virtù anche della difficile situazione internazionale. La donna viene convinta dalle continue pressioni dell’uomo che ama, che arriva a giurare sul Corano sul fatto che la “gita” sarebbe stata alquanto tranquilla. All’arrivo a Teheran, la donna scopre che cosi non è, la sua vita cambia radicalmente, ad un tratto è sottoposta a pressioni fisiche e psicologiche, allo scopo di convertirsi a quel islamismo totale ed estremo, di cui la famiglia del marito è fervente praticante. Le disavventure sembrano non finire mai, la donna vede la sua vita infrangersi nel mare della cattiva integrazione sociale, con la figlia costretta a frequentare una scuola araba, e lei stessa segregata in casa, trattata come una schiava dalla famiglia del marito, e a volte picchiata dall’uomo che amava e per cui adesso sente un odio profondo. La situazione diventa ancora più complicata quando la donna deve rientrare in America per dare assistenza al padre ammalato di tumore, il marito la “libera” ma al contempo “trattiene” la figlia, è questa la goccia che fa traboccare il vaso, e porta Betty alla ricerca di una soluzione che ormai non può più attendere. La donna prende contatto con Houssein (Roshan Seth) il quale capeggia una rete, che tende a far scappare le persone che sono nella sua stessa situazione. La donna insieme alla figlia fugge via terra, attraversa più volte delle zone impervie, affidando spesso la sua vita a sconosciuti montanari, alla fine arriva in Turchia. Solo qui, quando vede la bandiera americana sventolare all’ambasciata di Ankara può finalmente considerarsi in salvo.