“Usato sicuro”. Quando appare questo slogan pubblicitario si pensa sempre alle automobili di seconda mano, alle garanzie e all’affidabilità che danno i concessionari. Data la crisi economica, i mercatini dell’usato hanno le maggiori richieste per oggetti utili per la casa, piccoli elettrodomestici, piatti, stoviglie, vestiti, borse, ecc. Per la TV si utilizza l’usato sicuro, anche un po’ jurassico, per dar nuova linfa agli ascolti.
Partiamo con Mediaset. Maurizio Costanzo è di nuovo in pista alla grande, ha due programmi in onda sulle reti del Biscione: Retequattro alla domenica in prima serata ha il Maurizio Costanzo Show, e al mercoledì, dopo il film delle 21.00, lo vediamo su Iris che parla di libri. Settimana scorsa ha concluso su Canale 5 al giovedì in seconda serata L’intervista. Al venerdì in seconda serata su Canale 5 abbiamo un Matrix Chiambretti.
Bene, se l’usato è sicuro, forse abbiamo sbagliato concessionario o marca dell’autoveicolo. Dopo tre puntate su Rete 4, il Signor Buona camicia a tutti ha una media del 3,7% di share, mentre su Canale 5 dopo sette puntate de L’intervista ha avuto una media dell’11% , con punte del 14%. Chiambretti invece arriva, anche lui dopo sette puntate, a una media dell’8,31% .
Maurizio Costanzo Show è un programma vecchio e bollito, perché riproporlo in prima serata su una rete che sta sempre più affondando? L’intervista è una formula a due simile a tantissimi altri programmi con personaggi sulla cresta dell’onda televisiva quali Belen, Corona, Ventura, Wanna Marchi, Morgan, Mentana, ecc. Niente di nuovo. L’unica consolazione è che Costanzo è andato molto meglio di Chiambretti: nonostante gli sforzi e lo studio di Matrix, il programma non ha appeal e neppure seguito. È dal lontano Markette che il piccolo showman ormai non convince. Ma perché viene proposto ogni anno? Tra l’altro sembra che frigga poiché a dicembre è in scadenza di contratto e la dirigenza Mediaset non si è ancora espressa. Comprensibile invece Costanzo che, come ha scritto Aldo Grasso, fa parte del pacchetto contrattuale rinnovato dalla Fascino/De Filippi, ma il piccolo conduttore cui prodest? Tenete conto che il programma parte alle 23:40 e arriva fino alle ore 01:00, perciò per la legge degli ascolti dovrebbe fare dei numeri almeno come quelli de L’intervista. Ma non è così. Perché continuare a farsi del male?
Passiamo in Rai. Il grande dinosauro non può che essere il Pippo Nazionale, direttore artistico e conduttore di Domenica in, che, aldilà della sua professionalità, le becca di santa ragione da una giovane (sessantenne) Barbara D’Urso a Domenica live su Canale 5. Il risultato finale è Barbarella batte Pippo 19% a 13% (parliamo sempre di share).
Facciamo un salto a La7 e ci troviamo Minoli con il suo Faccia a Faccia che abbiamo visto in Rai nella notte dei tempi, poi a Rai Storia, in versione radiofonica e ora sulla tv di Cairo.
Dico sempre che mancano le idee, i network si appiattiscono sui format esteri e gli autori ormai copiano/incollano e basta. Questi programmi poi basati su interviste e talk sono triti e ritriti. Se oltre a questa carenza, mettiamo i volti di cera o le mummie imbalsamate, si arriva a dei traguardi da serie minori. Errare è umano, perseverare è diabolico.
Mi dimenticavo: Costanzo è anche quotidianamente con un talk dal titolo Swing, con Dario Salvatori su Rai Premium. Bulimia da piccolo schermo.