Abel – Il figlio del vento (Brothers of the wind) è un film che uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 29 settembre 2016, ma è già stato presentato al Giffoni Film Festival. La regia è dell’austriaco Otmar Penker e del regista spagnolo Gerardo Olivares. Penker è invece un esperto in documentari naturalistici, e in effetti il film è un mix tra documentario e fiction. La protagonista è una giovane aquila, Abel. Gli interpreti umani sono Manuel Camacho che interpreta Lukas, Tobias Moretti che recita nel ruolo di Keller, il papà di Lukas, e Jean Reno, che è la voce narrante e la guardia forestale Danzer. Il film è stato girato tra la Defereggen Valley, che si trova nella zona orientale del Tirolo austriaco, e la Ahrntal Valley, che si trova nel Sud Tirolo italiano. Il film è distribuito in Italia dalla Adler Entertainment ed è stato definito una favola di scoperta e di speranza.
– Lukas vive con suo padre ma si sente molto solo. L’uomo infatti lo tratta con estrema freddezza, quasi con cattiveria, da quando la mamma di Lukas, sua moglie, è morta. La donna ha perso la vita per salvare suo figlio da un incendio, e in qualche modo il padre non ha mai perdonato Lukas dell’accaduto, forse incolpandolo in modo inconsapevole. Lukas passa molto tempo da solo nei boschi, fino a che un giorno non incontra un aquilotto implume. L’uccello è il più debole della nidiata: suo fratello più forte, come è usuale tra le aquile, lo ha buttato fuori dal nido condannandolo a morte certa. Ma Lukas raccoglie l’uccellino, lo chiama Abel e decide di prendersene cura, ma di nascosto da suo padre. A dargli una mano è la guardia forestale Danzer. Arriva il giorno in cui Abel cresce, e Lukas deve decidere se è abbastanza forte da ridonargli la libertà, anche se gli si è affezionato profondamente.
In base a quanto raccontato dai registi, le riprese del film non sono affatto state semplici. Ancora prima che la sceneggiatura fosse scritta infatti sono iniziate le riprese delle aquile nel loro habitat. Bisognava fare in modo che gli animali si abituassero alla presenza delle luci e delle telecamere, e degli aerei ultraleggeri che volavano loro accanto. Addirittura è stata creata una piccola telecamera in grado di effettuare le riprese come dall’occhio dell’aquila stessa. In tutto sono stati usati 18 esemplari di questo animale. Solo quando il documentario era quasi finito, si è pensato di unirlo ad una storia inventata, per dare maggiore forza alle immagini. Per questo Abel – Il figlio del vento è una singolare commistione tra due generi cinematografici diversi.