Si potrebbe riassumere così la storia di Joan Hardugaci, un uomo di origini romene, arrestato nel 2009 a Montelupo, in provincia di Empoli, perché indicato come l’aggressore di un’anziana. Una rapina brutale, da cui ha preso subito le distanze, ma che lo hanno portato dietro le sbarre per oltre un mese. Per le tre settimane successive, Joan Hardugaci ha dovuto presentarsi in Caserma per apporre la propria firma di presenza. Questa sera, sabato 18 marzo 2017, Sono Innocente racconterà il suo caso all’interno di una nuova inchiesta sulle vittime degli errori giudiziari del nostro Paese. Secondo le indagini dell’epoca degli inquirenti, Joan Hardugaci ha aiutato Gheorghe Sorin, un connazionale, a rapinare la 77enne Maria Mostardini. L’anziana viene legata con delle stringhe e messa a tacere grazie ad un cuscino sulla bocca. Come sottolinea La Nazione, la rapina appare subito strana agli occhi degli investigatori, dato che i ladri erano in possesso delle chiavi di casa della vittima.
Le indagini degli inquirenti risalgono subito a Joan Herdugaci. Per le autorità è lui che assieme ad altri tre connazionali, di origine romena, si è introdotto nella casa di Maria Mostardini e l’ha derubata. Il collegamento avviene grazie all’arresto di Subtirelu, individuato in base alle conoscenza della badante della vittima. Nonostante in tribunale Maria Mostardini non si mostra sicura dell’identificazione di Herdugaci, quest’ultimo viene interessato da una custodia cautelare. Più tardi, perderà anche il posto di lavoro. Si parla infatti di una percentuale di appena del 50%: questo era quanto consentiva alla vittima di dire con certezza che fra i rapinatori vi fose anche Joan Herdugaci. Sei anni più tardi, il romeno è stato dichiarato innocente e i giudici hanno valutato la detenzione ingiusta in un risarcimento di 253 euro per ogni giorno trascorso dietro le sbarre e quelli vissuti in provvedimenti restrittivo. Aggiunto alla perdita di lavoro, l’indennizzo è stato di circa 16 mila euro.