I venti episodi di “Mariottide”, la serie ideata e interpretata dal comico abruzzese Maccio Capatonda, sono da oggi disponibili su Infinity. In un’intervista rilasciata a Film.it, il comico ha raccontato di come sua nonna abbia ispirato il personaggio di Mariottide. Secondo Maccio Capatonda il suo Mariottide è ancora più sfortunato di Fantozzi: “È più povero, più triste, più cinico e più horror, ma prende spunto sicuramente da quel mondo e lo porta ai giorni d’oggi, declinandolo in mille situazioni di vita quotidiana possibili”. Nella stessa video-intervista troviamo i commenti di Herbert Ballerina, inseparabile spalla di Maccio che veste i panni del figlio adottivo di Mariottide, Fernandello e di Francesco Mandelli, guest star che in episodio ha il ruolo di un rapper che ruba i versi a Mariottide. Nel video c’è anche la bella Barbara Tabita, che interpreta la barista di cui Mariottide è innamorato. Clicca qui per vedere la video-intervista.
Maccio Capatonda, il comico abruzzese creatore di personaggi esilaranti, le cui storie vanno a colpire con la loro satira surreale diverse sfere del vivere quotidiano, è tornato con una serie Mariottide, i cui venti episodi saranno disponibile su Infinity da oggi, mercoledì 26 ottobre 2016. Questa notte a mezzanotte Italia 1 ha mandato in onda in anteprima i primi due episodi. In realtà, come moltissimi sanno, il personaggio Mariottide, un tragico cantante neomelodico con un figlio ritardato, povero e sfortunato, è stato da sempre uno dei personaggi principali di Capatina, nei video e nei trailer di film inventati trasmessi su YouTube e tramite la trasmissione Mai dire goal. La serie punta su una esasperazione della condizione di povertà e disagio sociale del protagonista, alle prese con persone che lo sfrutteranno e umiliazioni fantozziane. Infatti, come anticipato da Maccio stesso, si tratterà di una sorta di nuovo Fantozzi.
Nel primo episodio, intitolato “Televisione”, Mariottide si esibisce in un locale, denominato “Barbone”, dove puntualmente fa scappare il pubblico per l’esagerata e incontrollabile tristezza che trasmettono le sue canzoni, e dove cerca di consolarsi con drink composti da bicchieri vuoti (esplosiva la battuta di Frassica quando ordina lo stesso drink di Mariottide, ma “doppio”). Ma il losco personaggio interpretato da Nino Frassica, col significativo nome di Lele Mosina, gli propone un lavoro di cane per accompagnamento ciechi, che lui accetta senza esitare. Intanto il figlio Fernandello (Herbert Ballerina), che sogna di diventare un giorno scienziato, desidera un televisore come tutte le persone comuni. Il padre, dopo averlo in un primo momento convinto di possedere addirittura tre televisori, che non sono altro che le finestre della loro misera dimora, mentre lavora nella sua mansione di cane, ruba un televisore nella casa del suo datore di lavoro non vedente, ma, appena giunto a casa, trova un creditore (l’attore Tony Sperandeo) pronto a pignorargli l’apparecchio appena conquistato per non aver pagato la tassa sulla povertà. Fissa, allora, un finto schermo nel muro e, dall’altra parte dello stesso, mostra il viso attraverso il finto televisore parlando come un annunciatore di un tg, per far credere al figlio di essere davanti a un vero televisore.
Nel secondo episodio “Videoclippo”, Mariottide si vede staccare il riscaldamento da parte di due tecnici, interpretati da Ale e Franz, facendo riempire, così, la casa, di neve e ghiaccio, avvolta da un clima polare (che vede il transito persino di un pinguino). Nello stesso locale dove solitamente si esibisce il protagonista, Lele Mosina gli propone di girare un videoclip con una sua canzone che lo renderà famoso, tramite la diffusione su Youtube e su Tele Mosina, video che sarà diretto dal regista Beniamino Caprone. Ma in realtà, mentre il neomelodico interpreterà la parte di un rapinatore del Far West che assalta un negozio di “compro oro” utilizzato a mo’ di banca, la rapina si rivelerà reale a sua insaputa e arrecherà vantaggi ai due malfattori, e sarà, per questo, arrestato dalla polizia. Dopo sei mesi, però, esce di galera riuscendo anche a portare al figlio affamato del cibo, o, meglio, quelli che lui chiama, appunto, “avanzi di galera”.