Nell’ultima udienza del processo contro Fabrizio Corona per i milioni di euro trovati nel controsoffitto della collaboratrice Francesca Persi e in due cassette di sicurezza in Austria ha parlato il poliziotto del Commissariato Porta Garibaldi -Venezia di Milano che aveva il compito in passato di verificare se l’ex re dei paparazzi rispettasse le prescrizioni che gli erano state imposte dopo l’affidamento in prova ai servizi sociali. Oltre ad aver raccontato delle minacce che l’ex re dei paparazzi aveva ricevuto dalla ‘ndrangheta, l’agente ha raccontato anche di come veniva sorvegliato Corona: “Noi avevamo il piano della sua giornata, c’era un monitoraggio costante, vari uffici ci segnalavano la sua presenza per gli eventi che faceva in giro e ci dicevano se, come a volte succedeva, la serata alla fine era saltata”. Il poliziotto ha sottolineato che lui e i suoi colleghi non avevano notato contatti tra l’ex fotografo dei vip e appartenenti alla criminalità organizzata: “E anche se ci fossero stati da altre parti e non a Milano ce li avrebbero segnalati”.