Recita un famosissimo detto: “Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”. E dal momento che la crisi negli ultimi dieci anni si è indurita assai, i duri hanno fatto il loro tempo, per entrare in campo con qualche chance di vittoria si deve ricorrere ai super-duri. Solo così si spiega perché i supereroi sbanchino costantemente il botteghino. Normalissime persone nella vita normale, scoprono di fronte a eventi eccezionali i loro poteri eccezionali, usandoli ovviamente per una giusta causa. Marvel Comics e DC Comics ne hanno lanciati a raffica: da Spider Man a Batman, da Superman a Iron Man. Poi ci sono i supereroi di gruppo: Fantastici 4, Avengers, Agenti dello Shield, X Men… tanto per citare in men che non si dica un super-filotto.
Forse una parola in più va spesa per la Torcia Umana. Un supereroe da invidiare, soprattutto ora che il prezzo dei combustibili torna a salire. Vogliamo evitare bollette roventi e termostati domestici sotto i 18°? Fossimo come lui, ci basterebbe accendere un po’ mani e piedi e il problema sarebbe bello che risolto. Amici e parenti, poi, a congratularsi con calorose (ustionanti?) pacche sulle spalle. Ci salta la luce in casa? Un’attizzatina alla capoccia e addio a pile e candele per scendere in cantina a cercare il contatore. E comunque, meglio Torcia che Bomba Umana, personaggio non proprio di spicco della DC Comics, diventato supereroe dopo aver ingerito un potente esplosivo, che dà il potere di far saltare in aria qualsiasi oggetto venga toccato dalle sue mani. Ma ve lo immaginate? La sveglia trilla troppo presto la mattina e… bum! Un tocco deciso sul pulsante e l’appartamento salta in aria. Magari la Bomba Umana ha un’adeguata copertura assicurativa, ma non è che i vicini di casa la prendano bene.
In ogni caso, tutta roba a stelle e strisce, niente a che vedere con gli eroi di tutti i giorni che stazionano sulla nostra penisola. Eh sì, perché il 2017 ha portato in dono a noi italiani un supereroe nostrano che arriva dalla Sardegna. Una Bomba Umana barbaricina (è l’aggettivo della Barbagia, barbari che non siete altro!)? E magari si chiama Cannonau?
Ai nostri cari 24 lettori (il Manzoni non lo batte nessuno…) diciamo: siete fuori binario. Un’affermazione, quest’ultima, che casca a fagiuolo, visto che stiamo per farvi fare la conoscenza della Sbarra Umana. A scovare questo supereroe rimasto nascosto per una trentina d’anni non siamo stati noi, tantomeno quel ficcanaso dello Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo. Il merito è da ascriversi al quotidiano La Stampa: “La Sbarra Umana per trent’anni ha aspettato il passaggio dei treni sulla tratta Nuoro-Macomer”.
Tutto qui? Che supereroismo è rimanere impalati, davanti a un passaggio a livello, a veder passare (sfrecciare sarebbe un verbo inopportuno, per le ferrovie sarde) i pochi convogli arrugginiti della tratta Nuoro-Macomer? Ma qui viene il bello (ed è sempre La Stampa a declinarlo): “Cinque minuti prima delle 6,30 è ancora buio e lui è già davanti alla ‘sua’ sbarra: da più di un mese qui il treno non passa più, ma l’azienda gli ha ordinato di presentarsi ugualmente al cancello. Il suo posto di lavoro è la parte finale di una stradina dissestata e stretta, dove una macchina riesce a passare con qualche rischio. In mezzo alla campagna di Carrarzu, a tre chilometri dal centro di Lei (paesino strano, visto che laggiù tutti gli abitanti si danno del tu…), si sente soltanto l’eco dei campanacci delle pecore al pascolo e c’è una strada ferrata non proprio moderna. Ma questo è un collegamento importante, l’unico esistente tra Nuoro e Macomer. ‘Da trent’anni passo qui tutte le giornate: il mio lavoro è esattamente questo, chiudere e aprire il passaggio a livello. Conosco gli orari a memoria, cinque minuti prima dell’arrivo del treno chiudo il cancello e poi lo riapro. Se c’è qualche ritardo non posso far altro che aspettare, perché nessuno mi avvisa. Adesso il mio turno inizia all’alba e finisce alle 13.30, ma prima stavo fino qui fino alla notte, sempre da solo e al buio, a parlare con le formiche’”.
Alt, ricapitoliamo: la nostra Sbarra Umana ha una pazienza da Giobbe (in tempi dove il tempo è tiranno, se non è un superpotere questo…), una memoria di ferro (deve ricordarsi gli orari), una forza erculea (deve sollevare la sbarra con la sola energia delle braccia), l’elasticità di una molla (deve saltare per riafferrarla e abbassarla, e si sa che i sardi non sono certo dei marcantoni), una vista che al confronto Superman farebbe la figura del ragionier Filini (quello di Fantozzi, due fondi di bottiglia al posto degli occhiali). Poi, di quale sostanza, tipo kryptonite, faccia uso la Sbarra Umana per poter scorgere, in piena notte, le formiche, non è dato sapersi.
Si sa bene, invece, che in Sardegna, da quando si è sparsa la voce, sono in molti a volerlo imitare. Conferma La Stampa: “Almeno in mille sperano di fare il suo stesso lavoro, ma i posti in palio sono soltanto nove. Sì, perché l’Arst (l’Azienda regionale sarda dei trasporti) ha deciso di assumere nuovi casellanti”. Pardòn, nuove Sbarre Umane.
Di materiale per un fumetto (con successiva trasposizione cinematografica) ce n’è dunque a bizzeffe! Certi che anche Batman avrebbe il suo da fare se andasse a sbattere contro la Sbarra Umana. Forse pure la ragnatela di Spiderman s’impiglierebbe davanti all’anomalo supereroe sardo. E in ogni caso, Ant Man e anche le formiche nel loro piccolo non si incazzerebbero con lui… Pare, anzi, che lo apprezzino assai. Ajò!