Faccio fatica anche io come diversi miei colleghi a descrivere con parole semplici le emozioni che mi ha trasmesso MUMBLE MUMBLE, OVVERO CONFESSIONI DI UN ORFANO D’ARTE, lo spettacolo portato in scena magistralmente da Emanuele Salce con la partecipazione costante e decisiva di Paolo Giommarelli.
Due ore in apnea tra risate, commozione, eleganza nella recitazione, talento, e improvvisazione geniale. Come stare in una bolla di sapone e sperare che non arrivi mai la fine del secondo tempo. La capacità di creare ironia nella descrizione di un funerale, in questo caso di Vittorio Gassman, con la padronanza unica del palcoscenico. La bellezza nel rivisitare ricordi più reconditi come fili dell’anima. La consapevolezza che la bravura può solo portarti amore, e calore. Emanuele Salce è l’esempio vivente che un attore, un vero attore, non ha bisogno di scenografie, perché è lui stesso il suo migliore sfondo, è lui stesso tutti gli oggetti che di solito riempiono un palco lasciando poco spazio agli interpreti. Giommarelli sublime, complice, vero, mai fuori tempo, ironico e geniale. Non voglio descriverlo per filo e per segno, MUMBLE MUMBLE, non va letto solo nero su bianco, ma va visto, va vissuto, va interpretato, e soprattutto va applaudito per la sua unicità. Di nuovo in scena da ieri 7 Marzo al Teatro Tor di Nona, fino al 12. Non perdetelo e mi ringrazierete.