I primi due episodi della serie televisiva italiana, La mafia uccide solo d’estate, hanno fatto subito breccia nel cuore dei telespettatori. Non solo per la trama, magistralmente orchestrata dal regista e sceneggiatore Pif (Pierfrancesco Diliberto) ma anche per l’ottima interpretazione di alcuni attori. Fra questi entra di diritto Claudio Gioé, che nella fiction interpreta il ruolo di Lorenzo Giammarresi, il padre della famiglia protagonista della vicenda. Lorenzo è il marito di Pia (Anna Foglietta) e il padre di Angela (Angela Curri), un’adolescente rivoluzionaria e ribelle, e Salvatore (Edoardo Buscetta), un bambino molto sveglio e vivace, a volte troppo. La famiglia vive in una Palermo degli anni Settanta, un tempo aspra e selvaggia, che sta lasciando spazio ai giganteschi palazzi costruiti per volere del boss mafioso Vito Ciancimino (interpretato da Maurizio Bologna). Le anticipazioni per il secondo episodio rivelano che Lorenzo non otterrà dalla banca il mutuo richiesto per l’acquisto della nuova casa: quale sarà allora la sua decisione? In attesa di scoprirlo, vediamo come è andata per lui la prima puntata.
All’inizio della prima puntata Lorenzo Giammaresi, mentre si recava verso la scuola di suo figlio per portargli la cartella, vede una macchina fuggire a tutta velocità, e girato l’angolo incontra il cadavere di Filadelfio Aparo, vice brigadiere della squadra mobile della questura di Palermo, uno degli uomini più fidati del capo della Squadra Mobile di Palermo Boris Giuliano. Da quel momento Lorenzo avrà un enorme conflitto interiore, perché sa di poter aiutare la giustizia con la propria testimonianza, visto che si ricorda il modello dell’auto utilizzata dagli assassini e anche alcuni numeri della targa. Tuttavia, quando va a confessarsi per chiedere consiglio al suo prete di fiducia, Fra Giacinto lo dissuade, dicendo che a volte siamo convinti di vedere qualcosa ma in realtà ciò che abbiamo percepito non corrisponde alla realtà. Qualche giorno dopo Lorenzo Giammarresi, assieme al figlio Salvatore, conosce in un bar proprio Boris Giuliano ed è visibilmente sofferente per non poter, o meglio per non riuscire, a raccontare la verità.
Qualche tempo dopo Lorenzo, viste alcune esigenze della propria famiglia, decide che è arrivato il momento di cambiare casa. Quella dove vivono infatti è troppo piccola (i ragazzi dividono una sola stanza) e spesso e volentieri manca l’acqua corrente. Dopo una perlustrazione e dopo aver fatto alcune domande in giro individua la casa ideale: un appartamento nel bellissimo complesso chiamato Villaggio Sole e Natura, gestito ovviamente dall’edilizia mafiosa comandata dal potentissimo Vito Ciancimino. Un giorno Salvatore decide di recarsi a vedere la sua prossima casa, ma non incontra un palazzo, bensì un’antica e affascinante villa liberty, ormai una rarità a Palermo. Mentre fa visita alla villa, però, due poliziotti lo chiudono nella villa, impedendogli così di tornare a casa. La casa infatti è stata dichiarata un bene culturale dalla Sezione di Soprintendenza ai Beni Architettonici, ponendo un freno alle mire di costruzione in quell’area di Ciancimino. Lorenzo, che l’opuscolo del nuovo appartamento non era in casa, capisce che Salvatore si trova lì. Riesce a far uscire il bambino dalla villa con una scala altissima e lo riporta a casa, dove la mamma lo aspetta prima a braccia aperte, ma poi gli dà un sonoro ceffone per essere scomparso in quel modo. La vicenda si conclude bene, ma la casa alla quale aspiravano sembra essere diventata un sogno irrealizzabile, visto l’ordinanza imposta. A quel punto il boss deciderà di far saltare in area la villa in segno di disprezzo per le autorità.