Questa sera a Che tempo che fa Fabio Fazio ospiterà Andrea Carandini, uno dei massimi esponenti dell’archeologia italiana contemporanea nonché Presidente del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Romano di origini, Carandini è di famiglia nobile, è per l’esattezza un conte, e vive attualmente nella Capitale, in un palazzo di famiglia ubicato sulla salita che conduce al Quirinale e che fu di proprietà di suo nonno. La sua carriera universitaria è stata in una prima fase molto trasversale. Egli studiava all’inizio filologia classica, poi incontrò sul suo percorso di studente il grande Ranuccio Bianchi Bandinelli, che lo avvicinò con passione all’archeologia, al punto tale che Carandini si convinse a scrivere con lui la tesi di laurea. Si occupò nello specifico di un argomento che era più strettamente attinente alla storia dell’arte e un po’ meno all’archeologia, cioè i mosaici della Villa del Casale di Piazza Armerina. Dopo la laurea egli continuò la sua carriera universitaria lavorando come assistente sempre in collaborazione con la Cattedra di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana dell’Università di Roma ‘La Sapienza’. Uno dei suoi lavori più importanti è stata l”indagine della villa romana di Settefinestre, i cui risultati sono stati anche pubblicati in più volumi. Importanti sono state poi le sue indagini ad Ostia Antica, presso le cosiddette Terme del nuotatore, dove Carandini decise si mettere in pratica l’appena appreso metodo stratigrafico di Nino Lamboglia, per un’archeologia non più basata sullo sterro, come era stato negli anni addietro, ma fondata su analisi scientifiche condotte sulla base di un’analisi dettagliata di ogni singola stratigrafia di terreno e muraria. Carandini fu uno dei pionieri anche in questo, gettando le basi dell’archeologia moderna.
Tuttavia l’attività di Andrea Carandini è nota anche ai meno ferrati in materia di archeologia per quanto riguarda la conduzione degli scavi presso il colle Palatino. Proprio qui, insieme alla sua squadra di collaboratori, egli è riuscito a portare alla luce alcuni resti di strutture murarie che sembrerebbero potersi ricondurre alle prime fortificazioni della città di Roma. L’importanza della scoperta è stata enorme perché ha permesso di rivalutare anche alcuni elementi della tradizione sulla fondazione della città. Le mura infatti risalirebbero all’VIII secolo a.C., che è esattamente il periodo in cui si collocherebbe la leggenda di Romolo e Remo. Alla Presidenza del FAI Andrea Carandini è arrivato nel 2013, il quale ha accettato di buon grado l’incarico, mettendo a disposizione il suo impegno per la tutela dei monumenti e dell’ambiente. Proprio in queste settimane Carandini sta tenendo in teatro a Roma alcune lezioni sulla storia e l’archeologia della città, di cui sicuramente vorrà parlare in trasmissione. Normalmente questi eventi riescono a raggiungere ottimi risultati, con una consistente affluenza di pubblico. Questa volta ad ospitare le lezioni è il Teatro Eliseo e gli incontri con la storia, come sono stati definiti, si incentrano sulla storia di Roma, dalle origini con Romolo fino all’epoca dell’imperatore Costantino. L’archeologo viene spesso intervistato, anche da importanti quotidiani nazionali, e una delle sue ultime dichiarazioni lo ha visto paragonare l’archeologia alla psicoanalisi di Freud. In fondo, sostiene Carandini, in entrambi i casi non si fa altro che scavare dentro e lui sta facendo proprio questo, scava dentro sè stesso ormai da più di 30 anni.