La finale di Bake Off Italia 3 si avvicina e tra i finalisti c’è anche Patrizia Ave. L’abbiamo vista crescere durante le puntate, districarsi fra prove classiche e originali, creative e tecniche, esibire preparazioni dolci e salate, e disputare la sfida della semifinale con la sua consueta mitezza e umiltà. Il dolce della prova creativa che ha preparato nella puntata serale del 13 novembre, il “dolce di Arluno” della tradizione lombarda, realizzato con farina di mais e di mandorle, e con burro montato, non ha stupito particolarmente il suo stimatissimo Knam. Ha soddisfatto di più Clelia D’Onofrio. Il dolce, molto semplice in effetti (non degno di una semifinale secondo il maestro tedesco), è stato rivisitato in modo originale da Patrizia, grazie all’utilizzo di una confettura di gelatina di lamponi, lavorata a specchio. L’errore principale è stato dovuto al mancato capovolgimento della torta, secondo Knam, e alla cottura prolungata. All’assaggio, inoltre, la gelatina ha avvolto tutto il sapore del cioccolato, facendo emergere l’acidità del lampone; in compenso, la ganache è risultata davvero buona e morbida. La sfida tecnica si è svolta fuori porta, sul lago di Costanza precisamente, nella magnifica terra del maestro. I pasticceri hanno dovuto realizzare due ricette di origine tedesca, dopo la dimostrazione di Tobias: il Bienenstich e il Butterzopf. Un dolce nato per celebrare una famosa vittoria, a base di pasta lievitata con caramello di miele, mandorle e crema alla vaniglia, e un pane tipico tedesco intrecciato con 4 nodi. Due ore di tempo son bastate per realizzare il tutto con maestria. A parte l’incertezza iniziale di Patrizia, che non ricordava come intrecciare gli opposti della treccia, e i dubbi comuni sugli albumi montati da inserire nella crema calda, la prova è stata decisiva per decretare la sua bravura e la sua seconda posizione in classifica (ha avuto la meglio sulla siciliana Valeria). I tempi di cottura della torta non sono stati ottimali, ma solo per una manciata di minuti. La torta, bella da vedere e ben lievitata, ma leggermente indietro di cottura, non ha presentato particolari pecche, se non la crema, troppo liquida ma senza grumi. Anche la treccia, meglio cotta fra tutte e molto buona, ha sortito un buon effetto sulla giuria, influendo sul voto finale.
Patrizia si è presentata così come l’abbiamo sempre vista: una signora buona e gentile d’animo, un’ex sarta che si è dovuta rimboccare le maniche dopo la chiusura del laboratorio di cucito. La peculiarità che più amiamo in Patrizia è il suo essere affabile: la classica mamma alle prese coi fornelli, che sforna dolci profumati, dal sapore familiare inconfondibile. Senza dubbio, il suo amore per le cose genuine è emerso e ha caratterizzato tutte le sue ricette (fra tante, i sospiri con crema al basilico e glassa alle fragole, i biscotti della merenda, la Victoria Sponge ed il croquenbouque agrumi e cioccolato), decorate con gusto e precisione nella maggior parte dei casi. Il suo unico problema è sempre stato il tempo. Il timore che caratterialmente la contraddistingue, di volta in volta si è trasformato in ritardo. Un’incertezza iniziale, la sua, che si è protratta per tutta la durata delle prove, fino a divenire esigenza di maggiore tempo a disposizione. Il conteggio finale, il famoso count down, ha spesso ripetuto Benedetta Parodi, vale sempre e solo per lei! In effetti, questo aspetto non rincuora molto i fan, che vorrebbero vederla più attiva e sicura, meno impigliata nelle sue paranoie.