È doveroso dare un avviso, anzi un’avvertenza per coloro che andranno a vedere il film Come diventare grandi nonostante i genitori di Luca Lucini. I genitori che accompagneranno i propri ragazzi per gustarsi questa commedia della Walt Disney Italia non sanno che i primi a essere interpellati dalla storia saranno proprio loro. Il film ha la caratteristica delle grandi opere: costruita a più livelli per poter dialogare con un ampio pubblico e con profondità di letture diverse.
In superficie ci si può godere una storia semplice e che, a essere sinceri, ricorda troppo High school music, che ha come protagonisti un gruppo di amici liceali di Milano accomunati dalla passione per la musica. Guidati dal loro leader Alex, interpretato dal sedicenne Leonardo Cecchi, decideranno di iscriversi a un concorso di musica indetto dal ministero dell’Istruzione per tutti i liceali per trovare la miglior band d’Italia.
Se la missione già di per sé sarebbe ardua, il tutto è reso ancora più complesso dall’atteggiamento della nuova preside della scuola, interpretata da Margherita Buy, che si riconferma una dei migliori volti femminili del cinema italiano. La severa preside, infatti, osteggia il progetto dei ragazzi fin dai primi passi, non concedendo l’aula di musica per provare, facendo interrogare gli alunni in maniera severa da tutti i professori e non sostenendo con i soldi assegnati dal ministero il progetto.
Dopo un timido tentativo di ammorbidire la preside, i genitori dei ragazzi invitano questi a mollare il progetto per non rischiare l’anno. Loro, però, dimostreranno una passione tale che si metteranno in moto per fronteggiare le varie avversità sostenendosi sia nella musica che nello studio per la scuola. Il percorso che intraprenderanno i liceali li porterà a scoprire dei maestri esterni alla scuola che contribuiranno a formarli e a farli crescere, sia come studenti che come musicisti, in una parola: come uomini!
Riallacciandosi quindi con l’avvertenza iniziale, allora, bisogna aggiungere che saranno descritte le debolezze dei genitori: ci sarà il padre che “la darà sempre vinta” alla figlia, quello che vuole fare il manager del figlio e farlo diventare calciatore e un’altra sfilza di modelli in cui ciascun genitore potrà ritrovarsi. I ragazzi faranno un percorso di conoscenza, confrontandosi e aiutandosi a crescere, dall’altra parte i genitori arrancheranno cercando di capire cos’hanno in testa i loro figli arrivando fino a sbirciare il diario di uno di loro.
Col proseguire del film, però, si esce dal “modello Disney” e viene introdotta una serietà di contenuti lontani dagli stereotipi; questo passaggio è dovuto alla genialità dello sceneggiatore Gennaro Nunziante. Per chi non lo conoscesse, basti dire che si tratta della stessa persona che scrive i testi dei film di Checco Zalone, tra cui Quo Vado?, che ha fatto il più alto incasso nella storia del cinema italiano.
Si scoprirà così che le strade dei figli e dei genitori che apparivano all’inizio come parallele, si incrociano, anche se in maniera misteriosa e spesso silenziosa, per poi ricongiungersi in cima, dove i ragazzi avranno imparato a prendersi delle responsabilità, mentre i genitori avranno capito che il loro compito è quello di insegnare ai loro figli a volare, pur mantenendo i piedi per terra.
I ragazzi che usciranno dal cinema saranno sicuramente eccitati della splendida esibizione musicale di Alex e dei suoi amici, mentre gli adulti saranno probabilmente più taciturni, perché avranno avuto ricevuto una splendida testimonianza su come un educatore non abbia altro compito che far risplendere i doni e le passioni che un ragazzo si trova addosso.