Nella prima serata di oggi, venerdì 24 marzo 2017, Fox Crime trasmetterà un nuovo episodio di The Blacklist: Redemption, in prima Tv assoluta. Sarà il terzo, dal titolo “Independence, U.S.A.“. Prima di scoprire le anticipazioni, ecco dove siamo arrivati la settimana scorsa: in Kikiristan, il giovane giornalista Kevin Jensen (Kyle Harris) viene rintracciato e prelevato dagli uomini del Comandante Bahar (Ben Maccabee), che intende interrogarlo riguardo all’inchiesta sui diritti umani che sta conducendo. Il militare crede infatti che si trovi nel suo territorio perché è una spia della CIA ed inizia a torturarlo. Non appena appresa la notizia, Meryl (Carolyn McCormick) chiede l’aiuto di Scottie (Famke Janssen), che mette subito all’opera il team. Il governo non intende avvallare Scottie per non sollevare tensioni internazionali, ma la donna teme che Jensen non reggerà troppe ore di interrogatorio. Dopo aver cercato di resistere ed aver sopportato ogni tipo di pressione, Jensen decide di confessare pubblicamente. Scottie, intanto, riguarda vecchi video di Kevin bambino ed inizia a pensare al figlio che ha perduto. I due bambini si conoscevano e i Jensen l’hanno accolta quando era sul fondo di un baratro: ora non intende mollare la presa. Proprio perché sa che il suo giudizio potrebbe non essere imparziale, offre al team la possibilità di non partecipare ad una missione non autorizzata, ma nessuno vuole tirarsi indietro. Più tardi, Solomon (Edi Gathegi) e Nez (Tawny Cypress) si spacciano per due delegati americani, ma il problema rimangono le armi. Dumont (Adrian Martinez) installa invece un sistema di specchi speciali in modo da nascondere le armi all’interno di un camion vuoto. Tom (Ryan Eggold) dovrà sostituirsi invece all’autista, ma dovrà parlare fluentemente armeno. Dopo aver superato un blocco, viene fermato al confine ed è costretto ad abbandonare mezzo e attrezzatura. Scottie lo mette invece sulle tracce di Prospero (Tony Amendola), a cui deve accordare in cambio un contratto discografico per la figlia cantante. Dato che le armi non sono sufficienti, la squadra deve organizzare un finto raid con il supporto ignaro della Polizia, irrompendo direttamente nel carcere di massima sicurezza in cui si trova Jensen. Una volta prelevato il giornalista, Scottie riceve una chiamata esaustiva dal Capo Gabinetto, ma la donna è consapevole del potere che ha la sua organizzazione. Lo invita anzi a collaborare all’esfiltrazione, ma mentre il team discute sul da farsi, Jensen fugge per recuperare le prove che dimostrano le atrocità subite dalla popolazione. Scottie fa quindi l’errore di rivelare a Meryl che il figlio è in salvo: il ragazzo viene ferito gravemente a pochi passi dal confine e muore all’interno dell’area militare. Tom in particolare ne rimane sconvolto ed è Solomon a dovergli far capire che Kevin non può più essere rianimato. Il governo vorrebbe che anche la squadra venisse consegnata, ma Tom ed il resto del gruppo ignorano l’ordine. Si dovranno però presentare di fronte al Capo Gabinetto e il Vice Direttore della CIA. Tom realizza in quel momento che Jensen era davvero un agente infiltrato e che la famiglia non potrà mai conoscere la verità.
Scottie viene informata di un incidente aereo avvenuto sugli Urali, ma sa bene che si tratta solo di un’insabbiatura. Il velivolo, infatti, trasportava già cadaveri ed è stato abbattuto dal governo americano per permettere che le autorità controllassero un deposito segreto di armi della Russia. Scottie scopre così l’esistenza dell’Operazione Stella Polare e per vederci chiaro sul marito, decide di indagare anche sul suo conto. La squadra scoprirà in seguito che il deposito contiene in realtà una cittadina perfettamente costruita, un campo di addestramento per le future spie. L’obbiettivo è di sostituirle del tutto a persone che esistono già. Mentre Tom si intrufola in missione sotto copertura, Scottie scandaglia anche il dossier del nuovo arrivato, confidando poi tutto ad Henry. Tom invece scoprirà da Howard che Scottie non è quella che sembra.