Continua a far discutere sui social network il caso di Salvatore, il siciliano cacciato di casa per aver rifiutato il figlio gay, caso raccontato dal programma C’è posta per te. Sono in tanti su Twitter a far girare il post che la figlia dell’uomo avrebbe pubblicato su Facebook. La ragazza si schiererebbe a fianco del padre, dichiarandosi fiera del papà e affermando di capire il suo comportamento (clicca qui per leggere il post e i commenti). In tanti si sono scagliati contro la ragazza, commentando negativamente la sua presa di posizione sulla vicenda. Così come molti hanno twittato contro il padre Salvatore: “#Cepostaperte Nel 2016 ci sono ancora padri che non accettano figli gay e che preferiscano muoiano…come avete…”, MA CHE PADRE SEI MA VERGOGNATI SANTA PACE #cepostaperte”, “con quale coraggio un padre scrive ad un figlio che deve morire? #cepostaperte”, “A #cepostaperte una nuova epopea de “La Peggiore Sicilia” vedo”, “#Cepostaperte Nel 2016 ci sono ancora padri che non accettano figli gay e che preferiscano muoiano…come avete…”, “#cepostaperte non c’è cosa più bella di una madre che dona il suo amore incondizionato al figlio GAY @cepostaperte1”, “#cepostaperte Queen Mary sempre più icona gay, sta mandando in soffitta la Carrà! #unionicivili”. Durante la puntata Salvaore ha tenuto lo sguardo basso e un atteggiamento contrito, chiedendo perdono alla moglie e al figlio che però, comprensibilmente non hanno accettato le scuse. Col senno di poi Salvatore ha detto di aver capito perché la moglie e i figli avevano paura a dirgli che Emanuele è omosessuale. A 15 anni il ragazzo è andato a vivere con la nonna, dopo la morte del nonno. Ma un mese e mezzo fa Salvatore è stato convocato dalla famiglia: gli è stato raccontato qual è il vero motivo per cui il ragazzo è andato a vivere dalla nonna. Salvatore aveva sempre sospettato che il figlio fosse gay ma sentirselo dire non è stata la stessa cosa. Una vicenda delicata in cui è difficile prendere le parti dell’uno o degli altri. L’uomo è sembrato sinceramente pentito di aver scritto quei messaggi di rabbia verso il figlio (“Devi morire”, “Mi sono pentito di averti messo al mondo”), era visibilmente commosso, pronunciava a stento le parole e con tante pause. Dall’altro lato, dal racconto ascoltato, sembra condividibile anche la posizione di chiusura e rifiuto di dare un’altra possibilità da parte della moglie e del figlio, che hanno sottolineato quanto hanno sofferto nel corso degli anni. (clicca qui per rivedere la puntata di C’è posta per te).