Si parlerà anche del cosiddetto sudario di Oviedo nella nuova puntata de “La strada dei miracoli”, la trasmissione condotta da Safiria Leccese in onda questa sera su Retequattro. Secondo la tradizione cristiana, il telo di Oviedo (un telo di lino di piccole dimensioni) è stato utilizzato per avvolgere il capo di Gesù dopo la sua morte: a differenza della sindone di Torino, questo telo non presenta alcuna immagine ma diverse macchie di sangue. Oviedo è una cittadina spagnola nella regione delle Asturie. Qui, nella cattedrale di San Salvador, all’interno di un’arca dorata, è custodito il telo della grandezza di circa 84 per 53 centimetri. Il telo di Oviedo è noto e venerato a partire dalla metà del IX secolo dopo Cristo.
La tradizione dice che questo tessuto era conservato a Gerusalemme e portato via dai crociati quando la città venne invasa, giungendo infine ad Oviedo. Il telo, nel corso dei secoli, è stato analizzato da molti studiosi ed esperti, che negli ultimi anni sono stati aiutati dalle più moderne tecnologie. Secondo l’esame al carbonio 14, questo tessuto non è antico come dovrebbe essere, ma risalirebbe al 680 circa. D’altra parte la stoffa è molto simile a quello della sindone, poiché presenta una filatura a Z, ma la trama è differente, perché qui è ortogonale, e nella sindone a spina di pesce. L’aspetto più curioso sta però nelle macchie presenti sul telo di Oviedo. Infatti, secondo gli studi del sindonologo Pierluigi Baima Bollone si tratta di sangue dello stesso gruppo dell’uomo della sindone, ovvero AB. Inoltre la loro posizione sarebbe compatibile con le ferite visibili sul capo. All’inizio del 2015, ulteriori analisi hanno trovato sul telo di Oviedo un polline presente anche sul tessuto della sindone. Si tratta dell’Helycrisum, una pianta usata in Medio Oriente per fini cosmetici, e dagli ebrei del primo secolo avanti Cristo per preparare unguenti da sepoltura. Questo fatto avvalorerebbe l’ipotesi che telo e sindone siano stati usati contestualmente.