Nella serie televisiva italiana I bastardi di Pizzofalcone uno dei personaggi principali è il vice-questore Luigi Palma, interpretato dall’attore napoletano Massimiliano Gallo. La quarta puntata si è aperta proprio con Palma che ha risposto alla telefonata di un ragazzo che ha comunicato di aver trovato morto Biagio Varricchio, il proprio vicino di casa. Dopo aver ordinato agli ispettori Lojacono e Di Nardo di recarsi sul luogo dell’omicidio, Palma si è messo in contatto con il pubblico ministero Piras e con il questore per comunicare l’accaduto. Poco dopo Palma è stato avvisato dagli stessi Lojacono e Di Nardo che nell’abitazione c’era un’altra persona morta, Grazia Varricchio, sorella di Biagio. A quel punto si è messo in contatto con la scientifica, che si è prontamente recata sul luogo del delitto. Dopo qualche ora il vice-questore è stato contattato dalla stazione di polizia di Bagnara Calabra, paesino calabrese che aveva dato i natali alla famiglia Varricchio. La polizia informa Palma che il padre dei ragazzi, Cosimo Varricchio, era uscito da poco dal carcere dopo sedici anni di detenzione per omicidio e che proprio il giorno prima aveva preso un treno da Reggio Calabria per recarsi a Napoli. Infatti i vicini hanno comunicato di aver sentito delle voci che litigavano la sera prima dell’omicidio e che uno dei due parlavano uno strano dialetto calabrese. Nel corso della puntata il vice-questore Luigi Palma riceve diverse pressioni da parte del questore, che gli dà un ultimatum: se non avessero avuto novità sull’omicidio entro un paio di giorni il caso sarebbe passato all’ispettore Di Vincenzo.
Frattanto cresce il rapporto di amicizia fra il vice-questore e la Ottavia Calabrese. I due si sono avvicinati molto quando il figlio della donna si è messo a giocare con il cane di Palma. Essendo un bambino molto chiuso e con diversi problemi di socializzazione, erano rare quelle esternazioni. Da quel momento il loro rapporto cresce, e sembra che la donna cominci a provare qualcosa di più nei confronti del capo. Lo si intuisce quando quest’ultimo deve traslocare, ma sommerso dal lavoro non riesce nemmeno a trovare il tempo di comprare i mobili per arredare la nuova casa. Così Ottavia si preoccupa di scaricargli un po’ di cataloghi, aiutandolo moltissimo con il trasloco. Palma afferma di esserle grato per l’aiuto che gli aveva dato, e lascia il commissariato per ultimare le operazioni di trasloco. Arrivato nella nuova casa, con poche valigie e un paio di scatoloni, Palma si siede in una delle poltrone con cui aveva arredato la casa e da un breve monologo rivolgendosi al suo cane, che nel frattempo si stende sul pavimento, cominciando a prendere confidenza con la nuova abitazione.
Durante le indagini il padre dei due ragazzi morti si presenta al commissariato di Pizzofalcone e lo stesso Palma lo interroga assieme all’ispettore Giuseppe Lojacono e al pubblico ministero Laura Piras. Palma cerca di capire perché l’uomo si è presentato così tardi al commissariato e Varricchio presenta la propria versione, affermando però di non essere lui il colpevole, perché non sarebbe capace di ammazzare i propri figli, che erano tutto per lui. La storia raccontata dall’uomo presenta molte falle e il vice-questore Palma è convinto che sia lui il colpevole del duplice omicidio. L’ispettore Lojacono però dice di volerci vedere chiaro e prosegue con le indagini. Si viene a sapere che il treno che Varricchio avrebbe preso per tornare a Reggio Calabria la notte dell’omicidio non era mai partito. A quel punto Palma è sempre più convinto che sia lui il colpevole, ma Varricchio confessa che quella notte era stato con una prostituta, ma che non aveva parlato perché si vergognava.