Tra gli ospiti presenta nella puntata di domenica 22 novembre della trasmissione Che tempo che fa, condotto da Fabio Fazio sulle frequenze di Rai Tre, c’è anche il noto cantautore e scrittore italiano Francesco Guccini. In attesa di sentire la sua intervista nel salotto di Fazio, Guccini ne ha rilasciato recentemente un’altra al Tgcom 24 nel corso della quale rimarca di aver chiuso con la musica da diversi anni sottolineando come “Non l’ascolto più nemmeno in macchina, troppe canzoni inutili. Inoltre ha evidenziato come abbia anche smesso di scrivere canzoni “perché non mi vengono semplicemente più le parole per scrivere canzoni, non ho più voglia, non ho più idee. Scrivere canzoni non deve costare fatica”.
Anche Francesco Guccini sarà tra gli ospiti della puntata di Che tempo che fa di domenica 22 novembre 2015. Il cantautore emiliano è reduce dalla scrittura di “Un matrimonio, un funerale, per non dire del gatto“, una raccolta di racconti appena uscita e sarà quindi molto interessante sentirlo parlare dei suoi due grandi amori, la musica e la letteratura. Nato a Modena nel giugno del 1940, Francesco Guccini ha iniziato a scrivere canzoni alla fine degli anni ’50, dilettandosi nella stesura di alcuni brani rock’n’roll. Nel decennio successivo ha prima iniziato a lavorare come istitutore e poi come cronista alla Gazzetta di Modena, decidendo infine di lasciare il giornalismo, trovandolo poco soddisfacente. Ha fatto la sua gavetta militando come chitarrista e cantante in un’orchestra da balera, per poi rifiutare nel 1964 di entrare nell’Equipe 84, che proprio allora stava per formarsi.
Il suo debutto nel mondo dello spettacolo è avvenuto nel 1967, quando ha partecipato alle selezioni ufficiali per il Festival di Sanremo, dopo aver firmato il suo primo contratto con la CGD. Dopo essere stato scartato ha quindi inciso il suo primo lavoro in studio, Folk beat n.1, che ha però avuto un pessimo esito commerciale. Un inizio traumatico che comunque non lo ha smontato, anche grazie all’aiuto prestatogli all’epoca da Caterina Caselli. Nei mesi successivi è poi arrivato il grande successo arriso a Dio è morto, un brano scritto per i Nomadi, a mutare il corso della sua carriera. Il grande successo è però arrivato a partire dal 1972, quando è stato pubblicato Radici, il suo quarto lavoro in studio, contenente forse il suo brano più celebre in assoluto, La locomotiva. Da quel momento il successo è stato praticamente inarrestabile, facendone la figura più nota in assoluto della scuola cantautorale italiana. In totale ha pubblicato sedici album, l’ultimo dei quali L’ultima Thule, nel 2012, vendendo milioni di copie. Le sue canzoni hanno spesso toccato tematiche politiche e sociali derivanti dalla sua vicinanza alla sinistra, anche se mai su posizioni radicali. Nel corso degli anni ha prima dichiarato di aver votato per il Partito Socialista, poi per i Democratici di Sinistra, quindi per il Partito Democratico. Nonostante la sua dichiarata propensione per la sinistra, da alcune indagini abbastanza autorevoli è emerso che molti ragazzi di destra gradiscono molto i suoi brani.
All’attività musicale ha poi affiancato nel 1989 quella letteraria, pubblicando Cròniche epafàniche, con Feltrinelli, seguito da Vacca d’un cane e Cittanova blues. Inoltre ha scritto alcuni romanzi a quattro mani con Loriano Macchiavelli, tra cui Macaroni e Un disco dei Platters. Libri gialli che hanno avuto come protagonista il maresciallo Santovito, facendone un personaggio estremamente popolare. Negli ultimi mesi è stato costretto ad entrare nella polemica politica, a causa di una dichiarazione del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il quale ha dichiarato di essere un suo grande ammiratore.