La puntata di ieri sera de La Gabbia, intitolata ‘Natale al sicuro’ è iniziata con un’intervista al leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha dichiarato che dopo l’esperienza di Le Pen in Francia ora tocca a noi. La domanda è se dopo il trionfo della destra in Francia si ripeterà la stessa cosa anche in Italia. Le Pen ha detto che la laicità è uno dei valori fondamentali. Salvini rispetto a lei dice di porsi a metà strada nei confronti del cattolicesimo. Sicuramente entrambi sono d’accordo sull’euro-scetticismo. A gennaio prossimo si incontreranno proprio a Milano tutti i partiti euroscettici d’Europa. Franco Mirabelli del Partito Democratico era in collegamento con lo studio e ha spiegato che in questi giorni si sta creando l’idea che chiudendosi e tornando entro i confini nazionali gli Stati europei potrebbero risolvere i loro problemi. Ma a questo punto il problema è l’idea che si ha di Europa, che viene vista come un vincolo e non come un’opportunità. Il televoto interno tra il pubblico presente in studio dice che la destra è vincente in questo momento perché scommette sul no all’immigrazione. Secondo Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, in questo periodo il pericolo per l’Europa non è Le Pen, bensì il terrorismo islamico e l’immigrazione fuori controllo che va a incidere anche sul lavoro. I problemi sono veri e reali e la sinistra se ne sta rendendo conto dopo anni. Le soluzioni possono essere diverse tra Le Pen, Salvini e Berlusconi. La giornalista Francesca Barra ha fatto notare come gli immigrati siano diventati un vero popolo, e a fallire sono stati sia i partiti di destra che quelli di sinistra. Alcuni centri di accoglienza sono caratterizzati da totale assenza di controllo. Secondo Saif Abouabid occorre fare una distinzione tra immigrati, terroristi e clandestini. Questi ultimi devono essere rimandati a casa, i terroristi vanno combattuti, mentre gli immigrati che lavorano in Italia e sono regolari sono anche molto importanti per l’economia del nostro Paese. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi dice che l’Italia sta ripartendo, ma la verità è che la ripresa non c’è affatto. Ormai le persone che non hanno lavoro neppure lo cercano più e l’offerta è ormai quella dei contratti voucher, i buoni lavoro. Per otto ore al giorno di lavoro viene proposto un compenso di 500/600 euro e gli imprenditori intanto continuano ad arrancare. Il governo cambia, ma le promesse rimangono le stesse. L’imprenditore in qualche modo si sente imbrogliato e dice di fare fatica a sopravvivere. L’Italia è bloccata e quando ha il segno più si tratta di cifre minuscole. Eppure Renzi continua a parlare in positivo e a parlare di segno più. Per il settembre del 2016, quando ci sarà il vertice in Cina, Renzi conta inoltre di dare il colpo di reni definitivo per la crescita del Paese. Ma se non cresciamo di chi è la colpa? Secondo Padoan dei terroristi, che creano tensione e bloccano l’economia. Mattia Por, imprenditore, Mariano Rabino di Scelta Civica e Mattero Ricci del PD si sono aggiunti agli ospiti per proseguire la discussione in studio e parlare nel dettaglio dei numeri dell’Italia. Il salvabanche, intanto, ha scosso a tal punto che un pensionato è arrivato al punto di togliersi la vita. Il governo ha messo in salvo quattro istituti di credito a rischio fallimento, ma contemporaneamente ha bruciato i risparmi di migliaia di cittadini, che hanno visto sparire i loro soldi. Il Presidente Renzi ha spiegato che le persone che hanno perso i soldi non sono dei risparmiatori come tutti gli altri, bensì correntisti che avevano acquistato delle azioni particolari. In ogni caso, per loro si spera adesso di riuscire a trovate una soluzione, e quello che si augurano questi piccoli azionisti e obbligazionisti è di poter recuperare almeno una parte di quel denaro. Mariano Rabino ha spiegato che il punto debole in questi casi sono sempre i clienti. Sicuramente non si possono far fallire le banche e salvarle non vuol dire solo salvare il posto di lavoro di chi ci lavora dentro. Sallusti dice che la grande operazione di Renzi non ha prodotto alcun risultato. Le riforme strutturali non c’erano un anno fa e non ci sono neanche adesso, tanto è vero che il Senato c’è e la Camera c’è, quindi non è cambiato nulla. Per di più la pressione fiscale sugli italiani è aumentata da parte degli enti locali. Mattia Por afferma che è un dato di fatto che le tasse lo Stato le ha abbassate. Il Pil che si è abbassato sta scontando diverse cose. Eppure, ha fatto notare Paragone, l’Italia ha avuto anche l’Expo, che avrebbe dovuto essere un bel volano. Da fuori si vede un governo che ha cominciato a fare riforme, a rilanciare i consumi e a prendere decisioni. Su queste tematiche la decisione in studio si è accesa, soprattutto tra Sallusti e Mirabelli, che difendeva l’operato del Governo e la sua riduzione delle imposte, come i 5 miliardi e mezzo di tasse sulla casa che vanno via con l’approvazione di questa finanziaria. Poi ci sono la legge sulla scuola e quella sul lavoro, ha ribattuto Por, insieme alla disoccupazione che è diminuita. Ovviamente c’è ancora tanto da fare, rimanendo sempre su questa linea e non si può dimenticare il punto da cui è partita l’Italia, con otto anni di non governo e la crisi. Intanto però la stangata è arrivata soprattutto sui pensionati, i quali non riescono neanche ad andare avanti con il loro assegno che spesso non arriva mensilmente neanche ai 1000 euro.
Replica La Gabbia, puntata 9 dicembre 2015: come vederla in video streaming – È possibile vedere o rivedere la puntata de La Gabbia andata in onda il 9 dicembre 2015 grazie al servizio di video streaming disponibile sul sito ufficiale di La7 (Rivedila7), cliccando qui.