Questo pomeriggio nel salotto di Pippo Baudo a Domenica In saranno presenti Enrico e Carlo Vanzina, figli di Steno che approfitteranno dell’intervista del padrone di casa proprio per ricordare le gesta del padre. I due presenteranno su Rai 1 quest’oggi la mostra di foto, video e documenti dal nome ‘Steno, l’arte di far ridere’, che sarà allestita alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma dal 12 aprile al 5 giugno 2017 a cento anni di distanza dalla nascita del grande cineasta. L’ultimo film dei due è ‘Non si ruba a casa dei ladri’ per la regia di Carlo Vanzina e le sceneggiature di entrambi i fratelli. Un grande film commedia interpretato da Vincenzo Salemme, Massimo Ghini, Stefania Rocca, Fabrizio Buompastore, Manuela Arcuri con la partecipazione di Maurizio Mattioli e Lorenzo Balducci uscito nelle sale lo scorso 3 novembre, cast di eccellenza per due grandi registi del cinema italiano.
Carlo ed Enrico Vanzina sono ospiti della puntata odierna di Domenica In. I due fratelli, registri e produttori figli di Steno, si possono considerare i re del cinepanettone natalizio e sceneggiatori storici di molti trentennali successi di pubblico nel filone del cinema vacanziero. L’ultima ospitata televisiva risale a quest’estate, dove nel salotto di Fabio Fazio a Che Fuori Tempo Che Fa si sono prestati al clima goliardico della sua tavola rotonda e hanno presentato “Miami Beach” (2016), un film con Ricky Memphis e Paola Minaccioni. Al momento, la loro ultima fatica cinematografica, risale al novembre 2016 con l’uscita in sala di “Non si ruba a casa dei ladri” dove tra i protagonisti figurano Vincenzo Salemme e Massimo Ghini. Non avendo ulteriori progetti nel cassetto, la chiacchierata con Pippo Baudo di questa domenica potrebbe essere per un dovuto omaggio al padre Steno di cui ricorre il centenario dalla nascita, celebrato da una grande mostra di foto, video, carteggi e cimeli alla Galleria Nazionale D’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dal 12 aprile al 5 giugno di quest’anno.
“Steno, l’arte di far ridere”, è una celebrazione doverosa a un “intellettuale che non se la tirava”, come lo definiscono gli stessi figli, aggiungendo alla lapidaria caratterizzazione una nota sulla loro carriera: “Papà avrebbe amato i cinepanettoni”, a dispetto dei critici a cui l’accostamento figli di Steno-film di Natale non è mai andata giù. Forse perché il grande amico di Mario Monicelli, di cui era stato co-regista in otto film, prediligeva una commedia all’italiana molto diversa dall’immagine dei filmini scollacciati diretti da Carlo ed Enrico. Ma erano altri tempi, come entrambi amano sottolineare, in cui la seriosità e ricerca dell’impegnato a tutti i costi non esisteva nella cinematografia italiana di quegli anni: “Papà faceva il regista senza darsi importanza, come se fosse un impiegato”, ed è questa dignità del lavoro che si è confusa con il mestiere di cineasta di oggi, in cui ogni progetto per i registi contemporanei sembra debba esternare sempre il concetto di opera d’arte.
Per certi versi Carlo ed Enrico hanno intuito la decadenza del clima della nostra epoca e hanno impresso su pellicola la pancia degli italiani borghesi anni ’80, con i loro tic e loro manie, le ostentazioni e la pretesa di una intellettualità di derivazione paterna mai raggiunta e ormai perduta. “Eccezzziunale veramente” (1982), “Viuuulentemente mia” (1982), “Sapore di mare” (1983) sono i primi veri successi dei fratelli Vanzina per poi arrivare a quel “Vacanze di Natale” (1983) che li ha lanciati definitivamente verso un successo di pubblico improvviso e osservato con snobismo dai critici più prevenuti. Sulla fine del sodalizio con Christian De Sica non si sbilanciano più di tanto, ma una cosa è sicura: “Sull’onda dell’emozione Enrico ha esternato la sua delusione con la penna, ma sono amicizie che non si possono cancellare”, a dimostrazione di quanto siano legati e vogliano fare di tutto per riallacciare il legame. Segno di come l’eredità di Steno, sempre leale con gli amici di una vita, non sia stata dimenticata dai figli.