Il più grande pasticcere 2015, riassunto seconda puntata 3 novembre – La puntata de Il più grande pasticcere andata in onda ieri sera, martedì 3 novembre, vede sfidarsi i 10 concorrenti definitivi che sono riusciti ad accaparrarsi il banco di cucina nella grande pasticceria di Rai 2, cioè Mario, Sebastiano, Giusy, Kanako, Lorenzo, Corrado, Giovanni, Federico, Debora e Athina: loro sono i giovani pasticceri che sono stati scremati dai 30 iniziali della puntata pilota, e saranno monitorati e giudicati severamente da tre maestri del dolce d’eccellenza, i celebri Luigi Biasetto, Leonardo Di Carlo e Roberto Rinaldini. Giudice speciale, Iginio Massari, che con la sua esperienza seguirà i concorrenti nelle sfide, dispensando consigli e bacchettate, come si suol dire, carota e bastone. La prima fase importante della gara è quella che li vede cimentarsi con le loro nozioni sul tema della tradizione: gli aspiranti migliori pasticceri d’Italia devono preparare un dolce con profiteroles, ricco ed elegante, opulento, quasi coreografico. Tre sono le caratteristiche fondamentali che devono avere i bignè: devono essere golosi, molto farciti e con una glassa perfettamente lucida. I giudici danno inizio alla prova, in tre ore i concorrenti dovranno preparare il piatto di profiteroles migliore della loro vita, per assicurarsi di procedere indenni nel match. Il programma dedica i primi RVM alla presentazione di Athina, Mario e Giusy. Athina è una giovane studentessa con la passione della pasticceria, Mario è di origine albanese, viene da una famiglia di pescatori e lavora in un ristorante stellato a Milano, mentre Giusy ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti dove ha imparato i fondamentali del cake design. Scorrono intanto le lancette dell’orologio e il tempo per la preparazione del piatto sta per terminare, tra dieci minuti i concorrenti dovranno tirare giù il proprio cappello! Athina non ha concluso il dolce, e porta solamente tre bignè, sembra confusa e frastornata, non è completamente in sè. Per Federico la composizione risulta sovrabbondante. Lorenzo presenta un profiterole con gianduia che viene apprezzato, mentre Debora è analizzata psicologicamente: il suo altruismo è solo una della fondamenta che deve avere un buon pasticcere. Intelligenza, competenza e cuore, questi sono i capisaldi: sarà capace Debora di dimostrare le sue altre capacità? Kanako si prende una bella strigliata dallo chef Rinaldini, e piange affranta. Corrado presenta un originale bignè dalla forma quadrata e con cioccolato bianco, mentre Giovanni gioca con il croccante, portando un dolce sorpresa con conflakes. Infine Giusy è arrabbiata perché ha sbagliato la crema, e presenta “Rabbia” il suo bignè con amarena. I giudici si ritirano per decretare i peggiori risultati: in questa prova sono emerse le fragilità sia tecniche che caratteriali dei concorrenti, che in questa prima prova si sono cimentati con un dolce storico che risale a Caterina De’ Medici e che ha la caratteristica dell’eleganza e della maestosità, nella sua composizione spesso piramidale, adatta a banchetti fastosi di Corte. Si qualificano tra i peggiori, Giovanni, Giusy, Athina e Lorenzo, e sono proprio quest’ultimi quelli che dovranno passare direttamente alla sfida finale. La seconda prova della puntata è la prima esterna del programma, che si tiene nella colorata città di Napoli, e vedrà i ragazzi cimentarsi con la tradizione della pasticceria napoletana, un terreno difficilissimo. Ci troviamo nell’affascinante scenario di Piazza del Gesù, e i pasticceri dovranno imparare le tecniche e la tradizione del babà, della pastiera e di un particolare tipo di sfogliatella, la cosiddetta “coda di aragosta”. Le coppie che lavoreranno insieme sono le seguenti: Debora e Kanako (una veneta e una giapponese, sfida complicata cimentarsi nella tradizione campana!), Federico e Corrado, Sebastiano e Mario e i due pezzi grossi Giovanni e Giusy, che ci faranno vedere delle belle. A bordo delle loro pasticcerie ambulanti, i ragazzi vanno in giro per i negozi, per i bar della città in cerca di suggerimenti, consigli, pronti a carpire le curiosità della gente del popolo e la tradizione più radicata: imparano dunque che il babà deve essere bagnato e succoso, succulento, e che la pastiera è decorata di strisce, a guisa e ricordo delle vecchie torte di Nonna Papera. Inizia la prova nel laboratorio e subito accade l’irreparabile, proprio di fronte ai vigili occhi del maestro Iginio Massari: cade la planetaria per terra, quella di Giusy e Giovanni, provocando un gran fracasso. Non sono finiti i problemi per i due concorrenti, che sembrano non andare proprio d’accordo: non comunicano, non sono collaborativi, Giovanni vuole per forza prevalere e comandare, mentre Giusy non sa farsi valere. Tutte queste difficoltà li portano a sbagliare la farcia e dover ripetere il passaggio dall’inizio, perdendo tempo. Una lite violenta li fa urlare, ma sono immediatamente calmati dal maestro, che cerca di ponderare la situazione. Ora i ragazzi devono vendere i loro dolci alla gente in piazza, che decreterà il migliore: tra limoncello, agrumi canditi, lamponi e crema chantilly, caffè e ricotta, vince la tradizione della squadra di Sebastiano e Mario che si aggiudica anche il consenso della napoletana doc Caterina Balivo. Federico e Corrado sono i peggiori e devono sfidarsi con Athina e Lorenzo nella preparazione di tre dolci a stecco, un choco pop, un cake pop e una ricetta a piacere. Dopo diversi giudizi e i rimproveri animati del Rinaldini, devono lasciare definitivamente la competizione Athina e Federico, probabilmente i meno esperti del gruppo.
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