In occasione del 50° anniversario della morte di Antonio De Curtis, alias di Totò, l’Università Federico II di Napoli ha voluto omaggiare l’attore, comico e drammaturgo con una laurea honoris causa. E’ stata accolta quindi la richiesta di Renzo Arbore, uno dei maggiori estimatori del Principe napoletano, a cui è stata riconosciuto il titolo di dottore in Discipline dello Spettacolo. Un omaggio alla memoria per uno dei maggiori e più grandi artisti italiani, che attraverso diversi anni di presenza in teatro e televisione, è riuscito ad apportare un profondo cambiamento nel modo di concepire tutte le arti. Arbore ha infatti sottolineato nella sua richiesta come Totò abbia “cavalcato tutte le sfaccettature della recitazione e dell’umorismo”, come ha riferito in un’intervista a Quotidiano.net. Una fortuna che ha continuato ad esistere anche in seguito alla morte di Antonio De Curtis, icona dell’Italia e simbolo di unione del nostro Paese in un’epoca, come quella della Seconda Guerra Mondiale, che aveva allontanato il povero dal ricco, così come il Sud dal Nord.
Totò, nome d’arte del Principe Antonio De Curtis, non ha ricevuto i dovuti riconoscimenti mentre l’artista era ancora in vita. Complice una critica accesa, sia da parte delle maggiori figure della politica, che dei frequentatori dei salotti artistici. E’ stato invece il popolo ad acclamare Totò ed a portarlo fino al successo. I personaggi interpretati nelle sue diverse opere racchiudono uno spaccato di povertà mista a nobiltà, giacché lo stesso Antonio De Curtis, nella sua celebre pellicola “Miseria e nobiltà”, aveva sottolineato che “signori si nasce e io, modestamente, lo nacqui”. Negli anni Totò ha potuto conquistare i cuori del popolo, ma anche di altri grandi artisti della nostra Italia. Da Alberto Sordi a Mario Monicelli, fino al grande regista Pier Paolo Pasolini, che ha lavorato con il Principe nel film Uccellacci e uccellini dele 1966.