Appena le agenzie di stampa hanno battuto la notizia che l’attuale direttore del TG1 Mario Orfeo è stato designato come nuovo dg della Rai, la Rete ha cominciato a scatenarsi. “Un fedelissimo del Renzismo che offre ampie garanzie per la pluralità e l’imparzialità del Servizio Pubblico”, ha digitato mikele66. “Al peggio non c’è mai fine, hanno toccato il fondo ma continuano a scavare la loro fossa”, incalza freedom2013. Rincara ancora di più la dose Mario Pittorri: “Cioè il direttore del TG più fazioso e di parte d’Italia incoronato direttore generale della Rai… in questo paese l’informazione è una barzelletta”. Più diplomatico per iscritto (si scatenerà più tardi in tv) Roberto Fico (5 stelle) presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza: “Ho letto in questo momento un’agenzia circa la proposta del nuovo dg che è quella di Mario Orfeo. Mi sembra voler mettere benzina sul fuoco perché avevamo chiesto tutti un uomo sopra le parti e io non ritengo Orfeo un uomo sopra le parti”.
Fanno capolino già i primi retroscena, che parlano di un’estenuante trattativa tra Renzi e Gentiloni, che ha cercato per ore di evitare al suo boss l’ennesima figuraccia dopo il referendum costituzionale, la nomina di Antonio Campo dall’Orto, e la miserabile fine della nuova legge elettorale affossata al primo voto segreto (giusto per elencare le più clamorose). Ma Renzi non se n’è dato per inteso, e ha preteso a tutti i costi un “suo” uomo, quello che (senza risultati, peraltro) gli ha garantito un TG1 sempre molto schierato a favore del Sì al referendum e delle tesi renziane nel complesso. Ce ne sarebbe già di che, ma in realtà non è il problema più grosso: il vero problema risiede nel fatto che sia stato scelto un giornalista per una carica gestionale molto complessa. E che lui abbia accettato.
È così che Renzi si sta alienando un numero sempre maggiore di simpatie, calpestando ogni minimo buon senso pur di contornarsi di fedelissimi del Giglio magico. A proposito del quale merita di leggere un passo di Paolo Madron: “È in discussione se tatticamente abbia senso o meno per Renzi fare terra bruciata dentro il partito. Prima via Massimo D’Alema, Pier Luigi Bersani & co., e va bene. Adesso fuoco incrociato su Romano Prodi, Enrico Letta e gli ex democristiani che si stanno mettendo di traverso alla sua fretta di votare. Di questo passo dentro al Pd non resterà che il Giglio magico che, come lo specchio della regina cattiva, gli dice sempre che è il più bello del reame. Fino al giorno in cui, proprio come nella famosa fiaba, gli dirà che esiste qualcuno più bello di lui. E si sa come poi è andata a finire”.
Ecco. Ma Renzi prosegue imperterrito, si concede una lunghissima diretta quotidiana sul web, credendo così di accalappiare i giovani, probabilmente ignorando che la loro attenzione anche sul web non va al di là dei due minuti, sì e no. Yoda è convinto che si riveda pure… By the way, della Rai ovviamente neppure una parola, così come silenzio assoluto sui franchi tiratori del Pd. E proprio per questo vuole almeno la Rai al suo servizio. Già. Povera Rai. I vari dirigenti di lungo corso che sono apparsi nel totonomine, in realtà si sono tutti sfilati all’insegna di un unico pensiero: “Ma chi te lo fa fare di andare a farti scassare le scatole ogni giorno dall’insaziabile Renzi, e magari pure da Berlusconi, in caso di accordo/inciucio tra i due? Comunque farai sbaglierai, e nessuno poi ti ringrazierà”.
Ignorando l’evidenza di un clamoroso errore da manuale, la cosa più tragicomica e che nel frattempo la Presidente Maggioni e i consiglieri Rai giocano a fare presidente e consiglieri della più importante azienda editoriale del paese, aggiungendo incredibili ritardi a modeste decisioni. Non a caso la stessa presidente è una giornalista che si è messa in testa di fare la manager, di gestire i rapporti politici, e, innanzitutto, di sbarazzarsi della Gabanelli: la vogliamo vedere alle prese con un altro giornalista, cui sogna già di impartire direttive e dire “come si fa”.
Yoda sta scrivendo questa note dopo aver sintonizzato il suo ricevitore interstellare sul canale 9 d’Italia, giusto per vedere Crozza che fa ridere tutti assai amaramente mostrando uno spezzone tv (vero) di Renzi che declama “Se vola Alitalia, vola l’Italia”. Ecco, mentre lui si balocca con le sue allitterazioni, l’Alitalia come minimo finisce in spezzatino, e l’Italia a pezzi. Cominciando dalla Rai, per l’appunto.